Chi va la mulino s’infarina

artesio “Chi va al mulino si infarina”, ben lo sapevano un tempo tutti coloro che avevano occasione di recarvisi per far macinare qualcosa. Ed erano ben contenti d’uscire di là incipriati, ma con un bel sacco di farina ancora tiepido. Intanto, aspettando che la grossa macina facesse il suo lavoro, si discorreva del più e del meno con il mugnaio o con qualcun altro, anche lui in paziente attesa.

Scene perse nel limbo dei ricordi ormai di pochi. Oggi qualcuno, con dolente sarcasmo, ripete che molti non sanno più neanche riconoscere l’erba che da il pane.
Sarà per ciò che piccole sparute realtà come il Mulino della Riviera di Dronero acquistano agli occhi di coloro che sono più propensi alla nostalgia, un valore simbolico, quasi affettivo.
Da questi vecchi mulini recuperati a nuova vita difficilmente oggi si esce infarinati, mentre invece il mugnaio che sia disposto a chiacchierare un po’, questo lo si trova ancora, soprattutto se lo farete parlare del suo lavoro.
E capita di incontrarvi e legare con altri avventori, affascinati anche loro dalle vecchie tecnologie sentite ben più a misura d’uomo di quelle attuali.
Succede anche, proprio in quel di Dronero, che alcune signore, prive di interesse, credo, per gli arcani meccanismi d’un vecchio mulino, ma invece molto attente alle peculiari qualità dei diversi cereali che vi si lavorano, tra una chiacchiera e l’altra – parecchie, mi sa, visto che alle donne piace ciacolare – decidano di impegnarsi a dar vita ad un ricettario che esalti le specificità di quelle farine e dei semi da cui derivano.
Di ricettari è pieno il mondo. E’ vero,dovremmo essere ormai tutti cuochi provetti; però in questo caso il loro intento non è quello di insegnare a cucinare, bensì rendere omaggio ed esaltare qualcosa che il passato ci lascia di qualitativamente valido e che sarebbe un delitto non tramandare alle future generazioni.
Più che come aridi elenchi di ingredienti, le ricette di Alda, Claudia, Franca, Yolanda, Mara, Osvalda, Silvia, Simona, andranno lette come poesie spontanee, come brani d’un diario intimo che ognuna di loro vorrà rivelarci. Se poi serviranno anche come stimolo per organizzare allegre tavolate in piacevole compagnia, cosa chiedere di più?