Unione dei Comuni della Valle Maira

Unionecomuni SI RITORNA ALL’UNIONE DELLA VALLE MAIRA. 13 Comuni per 12.000 abitanti. Si spezza la Comunità montana Valli Grana e Maira.

Le Valli Grana e Maira, insieme politicamente dal 2010 in seguito al progetto regionale di accorpamento, torneranno ad essere due entità distinte.
Giovedì 21 febbraio, a San Damiano Macra si è tenuta l’ultima e decisiva riunione tra i sindaci dei Comuni della Valle Maira per discutere dell’ente che nascerà dopo la soppressione della Comunità montana Valli Grana e Maira che chiuderà i battenti a fine marzo.
L’assemblea si è espressa a favore della nascita dell’ Unione Montana della Valle Maira che ricalcherà le orme dell’ex Comunità montana Valle Maira, ad esclusione del Comune di Busca. Vi faranno parte Villar San Costanzo, Dronero, Cartignano, Roccabruna, San Damiano Macra, Macra, Celle Macra, Stroppo, Prazzo, Marmora, Canosio, Elva e Acceglio, per un totale di 12000 abitanti.
“Abbiamo ottenuto una conquista importante – dice Roberto Colombero, presidente della Comunità montana Valli Grana e Maira e sindaco di Canosio – e abbiamo evitato che il territorio si sfaldasse. Siamo una delle poche valli del cuneese che è riuscita a dar vita ad un’unica unione”.
Se per i Comuni più piccoli il destino era segnato e l’unica scelta riguardava la forma di associazione dei servizi, come prescrive la legge regionale, più complessa era la situazione di Dronero. Avendo una popolazione superiore ai 3.000 abitanti, limite minimo imposto dalla riforma regionale, il paese amministrato da Livio Acchiardi non aveva l’obbligo né di associare le funzioni, né di entrare in un’eventuale Unione.
Un passo indietro di Dronero, che fino ad alcuni giorni fa era dato per certo, avrebbe provocato un terremoto amministrativo e un pericoloso frazionamento del territorio in quanto dall’eventuale Unione sarebbe stato escluso il centro più popoloso di tutta la valle, con pesanti ricadute per lo sviluppo futuro dell’intero territorio. Se, poi, si fossero sfilati anche Villar San Costanzo, Roccabruna e Cartignano, la situazione sarebbe stata ancora più caotica, perché i nove Comuni rimanenti (da San Damiano Macra in su) non avrebbero potuto contare su una popolazione residente totale di almeno 3000 abitanti e avrebbero dovuto chiedere specifiche deroghe alla legge regionale sulla sostituzione delle Comunità montane.
“C’è la possibilità – dice Acchiardi – per i Comuni di conferire nell’Unione un numero diverso di funzioni, in base alla popolazione, e questo è positivo. La nostra proposta è quella di gestire il catasto. Era importante restare uniti e la nostra è stata una scelta responsabile verso il territorio”.
Quali saranno le prossime tappe verso la formazione nella nuova Unione dei Comuni?
“Innanzitutto i Consigli dei vari Comuni – dice ancora Colombero – dovranno ratificare la decisione di entrare nell’Unione. Ci sarà poi un periodo di commissariamento della Comunità montana, ma si lavorerà già per l’Unione. Dal punto di vista politico, per quanto riguarda il funzionamento del nuovo ente, l’argomento non è ancora stato affrontato”.
In Valle Grana, invece, la tipologia di ente che dovrà nascere è stata decisa tempo fa e rimangono da definire solamente alcuni aspetti.
“Andiamo verso l’Unione – dice il sindaco di Montemale Oscar Virano – non è ancora chiaro se l’Unione sarà a cinque Comuni, che sono sicuri (Valgrana, Montemale, Monterosso Grana, Pradleves, e Castelmagno ndr), a sette o a otto (con l’aggiunta di Caraglio, Bernezzo e Cervasca ndr). Si potrebbero anche fare convenzioni delle funzioni della montagna con i tre Comuni non obbligati ad entrare nell’Unione”.

Luca Chiapale