La montagna vive di ampi spazi

colombero Un’interessante “provocazione” del presidente della Comunità Montana “Maira e Grana”

Roberto Colombero, presidente della Comunità Montana “Maira e Grana” ha provato a gettare la palla oltre l’ostacolo, in un momento di estrema incertezza sul futuro amministrativo del territorio montano, come anche di altri organismi amministrativi locali come le Provincie,
Con il prossimo gennaio gli Enti montani spariranno; al loro posto non ci sarà un altro Ente; semplicemente i Comuni, tutti i Comuni, montani e non, con meno di 3000 abitanti dovranno accorparsi tra loro per gestire insieme i servizi.
Ora siccome in montagna di Comuni con 3.000 abitanti dalle nostre parti non ne esistono è evidente che di fatto i municipi di montagna dovranno decidere con chi associarsi ed appare assolutamente impensabile che Castelmagno, Argentera o Acceglio pensino di potersi associare magari con realtà cittadine di pianura, come Fossano, Montanera o altre realtà con geografie ed esigenze totalmente diverse.
Ecco allora che Colombero lancia un’idea agli altri Comuni montani di una certa area omogenea, quella di unire tutta la montagna che si colloca ad occidente delle pianura cuneese e che ha come unico confinante dall’altra parte la Francia.
In pratica un’unità amministrativa unica di tutte le valli, dalla valle Po alla valle Stura, cioé in pratica l’intero arco alpino occidentale cuneese.
Ma l’idea di fondo di Colombero non è solo geografica, che pure é già importante: é essenzialmente quella di mettere insieme un territorio abbastanza omogeneo, ma soprattutto un territorio vasto e pesante dal punto di vista della posizione strategica, economica ed anche antropica, cioè abbastanza popolata, in modo da poter avere forza contrattuale nei confronti dei tanti poteri politici ed economici.
Insomma raccogliere le forze per pesare, farsi sentire, ma non ai fini di elemosinare qualche spicciolo, come sono state fino ad ora le Comunità Montane; ma porsi come un interlocutore autorevole e credibile agli occhi della Regione, ma anche della Comunità Europea, se è vero come è vero, che il nostro futuro si giocherà sempre di più nei vari organismi comunitari dell’Europa e sempre di meno a Torino e Roma
Una sfida anche però alla logica biecamente e miseramente gelosa del proprio campanile che ha da sempre contraddistinto l’agire delle, forse giustamente defunte, Comunitè Montane.
Colombero, magari anche consapevolmente, è arrivato a far proprio un modo d’agire politico che è stato appannaggio di grandi personaggi della storia: “agire localmente, ma saper pensare globalmente”.
Saranno altrettanto lungimiranti i suoi ex colleghi delle altre varie Comunità Montane del territorio cuneese?