TECNOGRANDA sull’orlo del precipizio

Tecnogranda Tecnogranda, il polo tecnologico di Dronero, ha presentato all’Assemblea dei soci di metà Giugno il bilancio 2011 con questi risultati : una perdita di esercizio di 1.135.000 euro a cui si aggiunge uno storno dei contributi in conto Capitale per 1.980.000, sommati fanno circa 3.000.000 di euro andati in fumo.

Il Sindaco Acchiardi, interpellato sulla vicenda ha minimizzato, “Si, c’è qualche problema, ma vendendo qualche terreno sistemeremo tutto, confermiamo comunque la nostra fiducia all’Ing. Arese, nostro rappresentante”, così si è espresso il Sig. Sindaco al telefono.

I vertici di Tecnogranda erano stati rinnovati esattamente un anno fa, Emiliano Cardia Presidente in sostituzione di Mauro Chiotasso, Alessandro Ghione Amministratore Delegato in sostituzione di Alessandro Mario Ferrario ( che a quella di Amministratore Delegato sommava anche la carica di Direttore e relativi compensi), Alberto Arese Consigliere indicato dal comune di Dronero in sostituzione di Ezio Scaglione, Vicepresidente.

L’Assemblea annuale per l’approvazione del Bilancio in realtà è stata convocata due volte, cosa inusuale, una prima volta a fine Aprile e successivamente il 15 Giugno. Quindi che qualcosa di importante dovesse succedere era nell’aria. Già nella prima convocazione le comunicazioni del Presidente Cardia, riprese dalla stampa, avevano paventato “una piccola perdita di bilancio … perchè la crisi ha cominciato a far sentire i suoi effetti anche nel nostro settore ”. Parole di circostanza. Sì, perchè Tecnogranda nel 2011 ha praticamente dimezzato, rispetto al 2010, l’attività incrementando però l’esposizione debitoria verso le banche tanto da arrivare a superare tutte quelle soglie critiche che precedono il fallimento. Altro che “piccola perdita”.

La prima cosa che un cittadino comune, in particolare poi un cittadino dronerese, cioè un azionista di Tecnogranda, si chiede è come sia possibile che questa azienda abbia chiuso il bilancio 2010 con un incremento delle attività con un fantasmagorico più 72% e l’anno successivo si ritrovi con un meno 40%. Se si riportano i dati su un grafico sembra il profilo delle montagne russe. Il bilancio 2011 è figlio di due padri, la vecchia gestione Chiotasso-Ferrario per i primi sei mesi e la nuova gestione Cardia-Ghione per i successivi sei. Chi dei due ? Cosa è successo ? Il dubbio che i numeri siano transitati da Disneyland deve essere quanto meno concesso.

Tornando all’attività vera e propria di Tecnogranda si legge che i progetti attualmente attivi sono 12, in diverse interviste il precedente Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario, parlava, per il 2010, di “ben 120 progetti avviati”. Ora, è vero che uno zero davanti non conta, ma dietro è un’altra musica. L’azienda nel 2011 ha avuto un turn-over del 60%, detta come si mangia su 10 dipendenti in un anno se ne sono andati via 6. Se teniamo conto del fatto che l’azienda è sostanzialmente pubblica e di quanto difficile sia di questi tempi trovare lavoro, un altro elemento di sconcerto si aggiunge ai precedenti.

La società ha 10 dipendenti e per gestirla troviamo in organico, con relativo emolumento, un Presidente, un Vicepresidente (nei primi 6 mesi), un Amministratore Delegato (ben 2 nei secondi 6 mesi), un Direttore Generale ed un ViceDirettore. Ai dubbi ed allo sconcerto di prima adesso si aggiunge la presunta consapevolezza che forse il vero obiettivo di questa struttura sia stato proprio l’erogazione di stipendi e compensi ed anche di “peso”.

Se la prima Assemblea di fine Aprile, quella in cui si informavano i Soci della “piccole perdite di bilancio”, era stata un po’ movimentata con frasi del tipo “chi ha sbagliato paghi” o “dobbiamo fare chiarezza sui conti”, la seconda del 15 Giugno, quella in cui si è approvato il bilancio è stata tranquilla, così tranquilla che è anche stato approvato il conferimento all’ex Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario di 60.000 (sessantamila) euro come “corresponsioni competenze ad obiettivi”. E questa è proprio difficile da commentare !

Dopo tutto questo però una cosa ci ha lasciato veramente “di sasso”, una notizia pubblicata circa un mese fa dal quotidiano La Stampa sulle pagine della Valle d’Aosta, relativa al prossimo insediamento nella Valleè, e precisamente a Chatillon, di un nuovo Centro di ricerca e incubatore d’impresa che si propone di ospitare almeno una decina di aziende hi-tech. Gli ambiti sono agro-industriale, chimico, farmaceutico, biotecnologico e biomedicale, energie rinnovabili, meccatronica, microelettronica e nanotecnologie con una prevista ricaduta occupazionale stimata in circa 150-200 persone. Promotori dell’iniziativa un gruppo di imprenditori Cuneesi riuniti in una società, la Valle d’Aosta Tecnology Srl. Tra i proprietari dell’azienda l’ex Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario e un dipendente di Tecnogranda. Senza parole.

Gli aumenti di capitale che il Comune ha sottoscritto negli anni passati, evidentemente senza controllare come si conviene quando si amministra patrimonio pubblico, sono in buona parte andati in fumo, con una perdita patrimoniale che è prima di tutto una perdita per ciascun dronerese.
Per questo crediamo che a questo punto i cittadini di Dronero qualche parola la possano e la debbano pretendere, vietato però declinare il verbo “ a mia insaputa”.

La Redazione

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