ValMaira 1000 anni . Presentazione logo

nizza A San Salvatore di Macra presentato il logo per il millennio della Valle

La mattina di sabato 27 ha accolto nella storica chiesa posta al centro della val Maira la presentazione ufficiale del logo scelto per la ricorrenza del 28 maggio 2028, i primi 10 secoli di storia scritta della nostra valle. La cappella del San Salvatore, costruita in anni compresi tra il 1120 ed il 1142 per iniziativa dei Monaci di Oulx (Val Susa) è stata testimone dell’affollato incontro che il prof. Secondo Garnero, padre dell’idea del compi millennio della valle, ha aperto con queste parole: “Diamo inizio alla corsa verso il 2028 della Val Maira … per arrivarci con un vestito nuovo, fatto di tessuti antichi e pregiati”. A queste parole han fatto seguito quelle di don Beppe Dalmasso, parroco insieme a don Ugo Sasia della valle, che ha ricordato che cosa rappresenti San Salvatore per l’intera comunità.
Dopo questi due momenti introduttivi si è entrati subito nel vivo dell’incontro e la parola è passata al prof. Rinaldo Comba , storico medievalista, che ha analizzato e inquadrato nel suo contesto il primo documento ufficiale che riguarda la valle di cui siamo a conoscenza. Intorno all’anno 1000 si parla di insediamenti e roate “ruà”, non ancora di veri Comuni ma comunità di territori e di beni in qualche modo “pubblici” amministrati da Conti e Marchesi, sorta di “Prefetti amministratori”, che in tempi successivi subentreranno come proprietari dinastici.
La fondazione dei Monasteri costituiva anche un modello gestionale e doveva assicurare da parte dei religiosi ai Conti le preghiere ed il perdono dei peccati per sé, per gli avi e per tutta la dinastia. In quest’ordine di pensiero il prof. Comba invita a collocare il documento, una pergamena che porta in calce la data del 28 maggio 1028. Si tratta di un lascito del Conte Olderico Manfredi e di sua moglie Berta con cui venne fondato il Monastero Femminile di S. Maria di Caramagna.

Vi si può chiaramente leggere in latino, insieme ad altri possedimenti, la donazione di “… anche metà della metà (cioè un quarto) delle case e di tutte le altre cose che Noi abbiamo nella valle che è chiamata Magrana (Valle Macra o Maira), nei luoghi e nei fondi che deteniamo in Surzana (zona di Dronero), Sancto Damiano, Pagliario (Pagliero), Stroppo, Prada (Prazzo), Sancto Michaelo, Cilio (Acceglio), Paderno (probabilmente Paglieres) e Rocabruna”. Un interessante reperto storico posto al centro dell’attenzione dall’idea di Secondo Garnero.
Dopo il punto di vista dello storico è la volta del prof. Piercarlo Grimaldi, antropologo e Rettore dell’Università di Pollenzo, ad analizzare l’argomento della marginalità o meglio del vivere in territori al margine, discorso di estrema attualità se si pensa anche al tema “aree interne”. Grimaldi introduce il suo intervento con alcune riflessioni sull’antropologia che a differenza della storia è una scienza più recente e con meno certezze: questa disciplina rispetto ad alcune forme organizzative delle società umane usa termini come “complessità” o “primitività” e si basa oltre che su documenti scritti anche sulla tradizione orale e l’oralità spesso usa le parole “all’incirca” o “pressappoco”.

La relazione tratteggiando molti altri aspetti pone l’accento su come la val Maira, a differenza delle valli vicine, per diverse ragioni nel tempo sia rimasta isolata e questo fatto le ha permesso di salvaguardare una sua originalità e il suo paesaggio, paesaggio anche come visione umana e modo di sentire. Questo territorio con la sua storia, tradizione e cultura proprio per questa sua capacità di organizzarsi a vivere in periferia diventa oggi di estremo interesse. La sua particolare marginalità può rappresentare una risorsa per il futuro, un modello di sviluppo sostenibile armonico ed integrato con la natura e le sue ricche radici storiche.
Il Sindaco di Macra Valerio Carsetti esprime il suo entusiasmo per questa iniziativa di rilancio e sottolinea come San Salvatore rappresenti la cornice di bellezza ideale per parlare delle qualità che fanno innamorare del nostro territorio. E si arriva al momento clou della presentazione del “Logo del Millennio” selezionato da una commissione a cura di Espaci Occitan in un concorso tra 55 opere presentate.
E’ la stessa autrice Erica Castelli a descrivere la sua creazione che viene proiettata in questa occasione sullo schermo per la prima volta al pubblico. Il logo è composto dalla stilizzazione di una bifora che costituisce una emme maiuscola sovrastata dal nodo di Salomone e va così interpretato: è un’unione di tre simboli, in alto il nodo di Salomone simbolo anche della Unione Montana rappresenta unione e indissolubilità, la emme maiuscola M come simbolo di Maira e Mille anni e la bifora è quella della chiesa di San Salvatore, la più antica della valle. La riproduzione della bifora è visivamente in graffiato a rappresentare le tracce ed i segni del tempo ed è di colore bordeaux, un colore elegante e raffinato, sempre secondo le parole dell’autrice che riceve il premio accompagnata dall’applauso dei numerosi presenti. Ancora il tempo per ricordare che dopo i primi ed importanti restauri di alcuni decenni fa, la chiesa di San Salvatore presto riceverà ulteriori interventi grazie ad un primo bando già finanziato dalla Fondazione CRT e partecipazione a bandi ancora in corso di selezione (S.Paolo e CRC).

Dopo i saluti da parte della Sindaca di Caramagna Maria Coppola, interviene il Presidente dell’Unione Montana dott. Roberto Colombero che sottolinea l’importanza dei prossimi anni di avvicinamento al 2028, di quanto questa iniziativa rappresenti un’occasione di rilancio non solo storico culturale e turistico, ma di tutti gli altri settori economici e produttivi, precisando anche che l’utilizzo del logo sarà soggetto a regolamento in fase di approvazione a tutela del progetto. Nel contempo Colombero pone anche questioni su cui riflettere: “la val Maira nel 2028 come vorrà essere? … continueremo ad essere ancora tutti i 13 Comuni che costituiscono oggi l’Unione Montana di valle?, … i Comuni sono in una fase tra le più deboli della loro storia, … Amministratori ed abitanti siamo ad un bivio ”.

Argomenti che richiedono scelte determinanti e poiché si è stati e si è testimoni della storia di un territorio, la valle ha vissuto insieme la propria identità, allora il percorso fino al 2028 va fatto insieme. Per Colombero la comunità ed il suo avvenire come entità unitaria sono gli obiettivi da difendere, “l’importante è che ci sia la Val Maira col suo senso di comunità”. L’appello alla coesione e a dare un contributo a questo percorso è esplicitamente rivolto a tutti gli abitanti vecchi, nuovi e futuri della valle, a chi vorrà creare comunità, relazioni, senso di appartenenza. Al termine dell’incontro, all’esterno sul sagrato, tanti volti noti e meno noti di persone che hanno a cuore proprio questo domani.

Mario Piasco