Dovremo adattarci

covid19 In questo lungo periodo di blocco, segnato profondamente dal corona virus, sono state numerose le ricorrenze che, necessariamente, abbiamo vissuto in modo diverso.


In questo lungo periodo di blocco, segnato profondamente dal corona virus, sono state numerose le ricorrenze che, necessariamente, abbiamo vissuto in modo diverso. Citerei le giornate mondiali dell’Acqua (22 marzo) e della Terra (22 aprile) per la profonda valenza che dovrebbero avere sulla sostenibilità dell’Ambiente e della vita stessa. La prima è stata istituita dall’ONU nel 1992 e la seconda, nata negli Usa nel 1970 (e poi estesa a oltre 180 nazioni), compie ora 50 anni. Giornate simboliche certo, ma che dovrebbero chiamare a comportamenti responsabili tutti i giorni dell’anno i singoli, le comunità e soprattutto le Nazioni. Il cambiamento climatico in atto, a detta della gran parte degli studiosi, è in buona parte responsabilità del genere umano ed è sempre meno reversibile, se non si attuano decise inversioni di tendenza. Negare il problema di certo non lo risolve. Non dimentichiamo che diversi studi scientifici ormai indicano un nesso tra l’inquinamento e la maggior diffusione anche di questa pandemia. Certo non vogliamo dimenticare le festività pasquali, trascorse in modo assai diverso sia sotto il profilo più propriamente religioso, sia per la rinuncia al momento più conviviale degli incontri familiari e delle classiche scampagnate del Lunedì dell’Angelo.

E veniamo al 25 Aprile, la data della Liberazione e il momento in cui è nata l’Italia che viviamo. Sono trascorsi 75 anni da quell’aprile ’45 in cui si sono arrese le forze nazi-fasciste prima a Torino e Milano e poi in pochi giorni in tutto il nord occupato. L’intero Paese è tornato a respirare aria di libertà e la data del 25 è stata dichiarata Festa nazionale l’anno successivo da un decreto del governo provvisorio di De Gasperi. Dunque l’Italia moderna e democratica è nata proprio dai sacrifici dei partigiani combattenti e della popolazione, patiti in quei 20 mesi circa della Resistenza.

Un patrimonio importante da preservare, ora più che mai, perché i testimoni diretti sono purtroppo sempre di meno. Occorre dare nuova linfa e vitalità a quelle idee di persone diverse tra loro, politicamente e per esperienze personali, ma che hanno saputo individuare un fronte comune su cui agire e farne una sintesi mirabile che è la nostra Costituzione. Datata magari, bisognosa forse di qualche manutenzione, ma di certo una delle migliori e sempre così attuale. In questo 25 aprile così particolare, vale la pena riflettere almeno sulla prima parte o con attenzione sui primi quattro articoli in particolare. Merita un plauso la consuetudine, ormai da qualche anno, dei nostri Comuni di consegnare ai diciottenni il testo della Costituzione. Piero Calamandrei, uno dei padri della Carta, diceva: “Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Sergio Tolosano