Anno nuovo

covid19 “Le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in soli nove mesi le perdite accumulate per l’emergenza Covid-19, mentre i più poveri per riprendersi dalle conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni”.


Questo enunciato del rapporto Oxfam – pubblicato proprio alla vigilia del Forum mondiale dell’Economia che si svolge in questi giorni a Davos, in Svizzera, (quest’anno in forma virtuale) – mette drammaticamente in evidenza come la pandemia abbia aumentato le disuguaglianze sociali rendendo i poveri ancora più poveri. Lo stesso rapporto, inoltre, calcola che i 10 uomini più ricchi al mondo hanno visto il loro patrimonio incrementarsi di ben 540 mld di dollari dall’inizio della pandemia. Una somma che si stima sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti della terra. Tutto ciò mentre l’Italia, oltre ai gravi problemi economici e sanitari, si trova ad affrontare una crisi politica che ben pochi hanno capito. Nel momento in cui serve un Governo autorevole e propositivo, capace di impegnare in modo proficuo i fondi che l’Unione europea metterà a disposizione (almeno 209 mld di euro), si rischia di non realizzare il Piano di impiego dei fondi nei tempi e nei modi previsti dall’Unione stessa. Una grave perdita di immagine del nostro Paese che faticosamente, in questi ultimi anni, aveva cercato di acquisire credibilità in Europa.

In questo quadro a tinte fosche, con una situazione sanitaria ancora precaria di fronte alla seconda ondata della pandemia e la grave sofferenza di quasi tutte le attività economiche ed imprenditoriali, oltre a rischiare di perdere aiuti importanti si tende a sottovalutare l’impatto pesante sul piano psicologico e sociale che sta avendo e avrà nei prossimi anni sui giovani, a cominciare dalla difficoltà di garantire a tutti la possibilità di frequentare la scuola.

Sono sempre più numerosi gli esperti che ritengono dannoso il protrarsi a lungo della Didattica a distanza, esperienza che ha salvato il passato anno scolastico, ma che ora rivela i suoi limiti con un aumento sensibile dell’abbandono scolastico e una difficoltà sempre maggiore a seguire le lezioni. Quasi tutti ormai concordano che la scuola in sé non è una pericolosa fonte di contagio, si doveva piuttosto intervenire seriamente sui trasporti pubblici. D’altra parte non si può continuare a chiudere tutto poiché con il virus si dovrà imparare a convivere ancora a lungo e troppo sovente si ricorre allo scarica barile, a cercare le colpe in questa o quell’amministrazione. Ed è probabilmente proprio questo il vero problema: mentre si cercano “responsabili e costruttori” ci si dimentica di assumersi pienamente ciascuno le proprie responsabilità.

Sergio Tolosano