Preoccupazioni per il S.Croce-Carle

Da alcuni mesi la stampa provinciale evidenzia timori e preoccupazioni sul futuro dell’ospedale Santa Croce- Carle e si parla con insistenza di un depotenziamento della struttura a favore del nuovo insediamento di Verduno (Alba).


Per il nuovo ospedale pare tramontare l’idea che a realizzarlo sia l’Inail e compare quella pubblico-privato. Il progetto arriva dalla Inc, società del gruppo Fininc, holding torinese in lizza per la realizzazione del Parco della Salute di Torino. Non possiamo smentire né di confermare le preoccupazioni dei cittadini, tuttavia ne abbiamo colte nella relazione della Corte dei Conti di Torino che, lo scorso 27 luglio, ha certificato il bilancio regionale 2021. Bilancio che nel suo complesso riduce l’indebitamento ma che evidenzia criticità proprio sul fronte sanitario. Il capitolo Sanità è di competenza regionale e vale il 75% dell’intero bilancio.

La spesa sanitaria della Regione (comprese le partite di giro) supera di poco gli 11 mld di euro a fronte di entrate maggiori. In particolare la Corte rileva che il Piano sanitario Regionale è stato approvato nel 2012 ed è scaduto ormai da sette anni, manca cioè una cornice generale nella quale inserire gli investimenti. Investimenti che, peraltro, sono piuttosto scarsi poiché le voci in uscita sono quasi soltanto spesa corrente. Si rileva anche che la Regione ha approvato a gennaio 2022 un piano di realizzazione di sei presidi ospedalieri, per complessivi 1,2 mld di euro, tra cui quello di Cuneo (310 mln).

La preoccupazione della Corte emerge a pag. 78 della relazione generale “ … si deve notare come dall’analisi del dibattito in Consiglio regionale e nelle relative commissioni, traspaiano scelte programmatorie soggette a continui mutamenti, fatto questo rilevato più volte dalla stampa e dall’opinione pubblica in numerose occasioni”. “La questione della programmazione della spesa per edilizia sanitaria fa il pari con quella della mancata approvazione del nuovo piano sanitario regionale e non può che determinare preoccupazione, anche e soprattutto a fronte di possibili danni erariali discendenti dall’avvio di costruzioni di nuovi presidi e da quello di ristrutturazioni di presidi che poi non risultano più ricompresi nella programmazione e che, quindi, vengono abbandonati o non completati o che, spesso, rimangono allo stato di progettazioni anche esecutive o di dettaglio”.

“In altri termini appare preoccupante notare come si siano appalesate scelte gestorie di impegno e pagamenti di spesa a valere su nuove strutture ospedaliere e su ristrutturazioni delle stesse, allorché queste poi non sono più state individuate come strategiche nei quadri programmatori regionali e negli accordi di programma con lo Stato centrale”. In queste tre frasi della Corte dei Conti appaiono più nuvole che … sereno.

Sergio Tolosano