Pro Dronero: si riparte!

Maira-NoLimits Il mercato, le aspettative e l’impegno per i giovani nella stagione alle porte. Ne parla il presidente Beccacini

Avevamo dato conto, sul numero di fine maggio, del brillante comportamento della Pro Dronero, matricola dell’Eccellenza piemontese che ha sfiorato la vittoria in campionato ed è arrivata alla fase finale regionale della Coppa Italia. Incontriamo il presidente della società, Corrado Beccacini, che in una lunga chiacchierata ci aggiorna sugli esiti del mercato, sulle aspettative per la nuova stagione e, soprattutto, pone l’accento sul Settore giovanile della Pro a cui dedica particolare attenzione. Non manca inoltre l’affetto dei tifosi e ci si appresta a festeggiare la ricorrenza dei cento anni dalla fondazione della squadra.
E proprio dal commento conclusivo sulla passata stagione parte il nostro incontro.
“ Con la stagione da poco conclusa – esordisce Beccacini – la Pro è oggi la 4ª squadra del panorama calcistico provinciale alle spalle del Cuneo, salito dalla C2 alla C1, e immediatamente a ridosso di Albese e Bra, ora entrambe in serie D.
Ricordiamo che i Draghi hanno chiuso il loro primo campionato in Eccellenza al 2° posto con un solo punto di distacco dalla formazione braidese che, con questa vittoria, ha conquistato la promozione nella categoria superiore raggiungendo i cugini albesi”.
Più giustificato l’orgoglio che traspare dalle parole del presidente che vuole lanciare un’ipoteca anche sulla prossima stagione. I nuovi acquisti puntano a rafforzare la squadra dronerese in tutti i settori e soprattutto a coprire la mancanza del goleador Alessio Ballario che ha trovato una sistemazione per lui più comoda nella sua Fossano.
“Si riparte quindi sulle ali di un grande entusiasmo – prosegue il presidente – non solo per i successi della 1ª squadra e le tante soddisfazioni che ci siamo tolti pure nel settore giovanile, ma anche per il fatto che la gloriosa società dronerese si sta ormai avviando a festeggiare nel migliore dei modi il centenario dalla sua fondazione che cadrà, appunto, nel 2013. Anche in vista di questo storico appuntamento, abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente la prima squadra dei draghi inserendo il difensore Carlo Bruno (ex Fossanese) considerato tra i puù forti a livello provinciale e l’attaccante del Bra Fabricio De Peralta che aveva già militato nella Pro nelle stagioni 2005 e 2006 realizzando ben 42 reti. Inoltre sono arrivati i giovani del Torino FC Arturo Porcaro e Davide Isoardi e con loro alcuni ragazzi degli anni ’94, 95 e 96 che provengono direttamente dal nostro vivaio e sono stati già convocati per l’inizio della preparazione che scatterà lunedì 6 agosto al Filippo Drago”.
Ovviamente, anche per la prossima stagione, la squadra si muoverà sotto l’attenta guida di Antonio Caridi, pienamente confermato mentre il primo impegno ufficiale sarà costituito dalla partita di Coppa Italia in programma domenica 26 agosto.
“Non è ancora noto l’avversario del primo impegno in Coppa Italia – dice Beccacini – ma con ogni probabilità sarà una squadra scelta dalla Federazione in base al criterio della vicinanza geografica tra Olmo, Busca e Saluzzo”.
Dopo la breve panoramica sulla formazione di Eccellenza, sulla quale torneremo nel prossimo numero per gli ultimi dettagli pre-campionato e la presentazione dell’organico completo, l’attenzione del presidente Beccacini si sposta sul Settore giovanile che, come negli anni passati, è affidato alla direzione di Ettore Rossi.
“In parallelo alle altre attività, sono cominciate anche le iscrizioni al nostro Settore giovanile, riservato a bambini e ragazzi nati dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 2007. Particolare attenzione verrà ancora una volta destinata ai bimbi più piccoli, quelli della Scuola Calcio, affidata direttamente al tecnico della prima squadra Antonio Caridi e al suo collaboratore Ferruccio Bellino che è stato incaricato di preparare personalmente tutti i portieri del nostro settore giovanile, dai più piccini ai più grandi, oltre ovviamente ai due della prima squadra Roberto Rosano e Damiano Beccacini”.
“È stato anche confermato e ampliato l’accordo con il Torino FC in modo da garantire, come richiesto da tante famiglie, la presenza periodica dei tecnici granata a seguire gli allenamenti del Settore giovanile.
Ricordando poi che la società, venendo incontro anche in questo caso alle richieste di molti genitori, ha deciso di fissare le iscrizioni della Scuola calcio a soli 180 euro per l’intera stagione, confermiamo che per qualsiasi ulteriore informazione ci si può rivolgere direttamente al sig. Antonio Caridi (393-7741025), al Dg. Mauro Maisa (338-4542839) al responsabile di settore Ettore Rossi (339-7667763) e alla segretaria Monica Danova (346-4047914) oppure ancora rivolgersi direttamente per l’iscrizione alla segreteria della società, aperta il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 18,30 alle 19,30 presso il campo sportivo Piercesare Baretti, in zona bocciofila, Oltremaira (te. 0171-918623)”.
La conclusione della chiacchierata con il presidente della Pro Dronero è tutta rivolta ai numerosi tifosi e agli sponsor che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno.
“Cogliamo l’occasione – dice Beccacini – per ringraziare ancora una volta tutti i tifosi che con il loro costante entusiasmo ci stanno spingendo verso traguardi sportivi così importanti, tutti i privati e gli imprenditori che ci sostengono con i loro piccoli e grandi contributi finanziari, tutti estremamente importanti. Grazie anche all’Amministrazione comunale che si sta dimostrando, nei fatti, molto vicina alla Pro Dronero cercando di venire incontro concretamente a tutte le nostre iniziative nella ritrovata consapevolezza che la società, dopo aver superato tante difficoltà, è orgogliosa di essere riconosciuta sempre più come un grande patrimonio non solo della comunità dronerese, ma dell’intera vallata. Un patrimonio da difendere senza esitazioni e da valorizzare sempre più con un grande sforzo comune perchè i nostri figli e i bimbi che verranno, continuino a vivere i sogni che avevamo noi da bambini quando ci siamo innamorati della Pro, vedendo giocar, al Filippo Drago, quei ragazzi dalla maglia rossa e con un grande “drago” sul cuore”.
“Trovo molto bello – conclude Beccacini – che in questa stagione, in più circostanze, lo stadio sia stato pieno di bambini e ragazzi venuti a tifare per la loro squadra del cuore, stringendola in un grande abbraccio. Infine vorrei anche ricordare che, sempre al Filippo Drago, dal 12 al 26 maggio si è tenuto il 1° Trofeo città di Dronero dedicato ai bambini nati dal 2011 al 2006, con la partecipazione di otto società e circa 260 bambini. Molto bella anche la festa del 23 giugno, ancora al Filippo Drago, quando si è disputata l’amichevole tra i giocatori della prima squadra e gli allenatori del Settore giovanile con tanti bambini sugli spalti ad applaudire i loro genitori e preparatori e poi continuare a giocare con loro fino a tarda ora, dopo il rinfresco e la cena conclusiva di una stagione davvero bellissima che ha saputo regalare a tutti, grandi e piccoli, delle bellissime emozioni”.
L’appuntamento è quindi il 26 agosto prossimo alla prima di Coppa per poter riabbracciare i nostri ragazzi e gridare ancora una volta, tutti assieme: “Forza Draghi!”.
A cura di S.T.

Acceglio ricorda Matteo Olivero

Maira-NoLimits Acceglio ricorderà Matteo Olivero, il “suo” pittore nei giorni di Ferragosto, su iniziativa della PROLOCO O’BACCO di Frere, con la collaborazione della Comunità Montana, del Comune di Acceglio e di Maira spa

In particolare, lunedì 13, con inizio alle ore 17, si terrà, nella Sala Polivalente in borgata Frere, una conferenza, a cura del critico d’arte e scrittore Roberto Baravalle,con proiezione di numerose immagini riguardanti la vita e le opere dell’artista.
Saranno anche presentate una serie di riproduzioni dei suoi lavori che saranno collocate, in futuro, in valle (S.Damiano Macra, ecc..) in modo da sottolineare il legame tra lui e l’alta Valle Maira.
La mattina dello stesso giorno verrà scoperta una targa ricordo a Pratorotondo.
Matteo Olivero (Acceglio 1879 – Saluzzo 1932) è, con ogni probabilità, l’artista moderno più importante che la Provincia di Cuneo annoveri. Sicuramente, il maggior pittore “di montagna”, di tutti i tempi, attivo nella Granda, e uno degli esponenti più importanti del Divisionismo italiano, la corrente pittorica alla quale fu sempre indissolubilmente legato.
Altro legame indissolubile fu quello con le montagne tra le quali era nato e alle quali ritornò con regolare frequenza per tutta la vita, tra un soggiorno a Torino e uno a Venezia, tra una mostra a Parigi o a Bruxelles, tra una Biennale e una Quadriennale, alternando Acceglio con le lunghe permanenze a Saluzzo e in Valle Varaita, raccogliendo successi e riconoscimenti e anche amarezze e delusioni.
Amarezze e problemi che si stemperavano però tra le vette e i pascoli dell’Alta Valle Maira, dove ritrovava, almeno transitoriamente, il proprio equilibrio e dove realizzò tanti capolavori, osservando il sole, la luce, la neve, estraendo dalla sua tavolozza i magici blu, i viola, i verdi. In grandi composizioni, preparate per le esposizioni importanti o in piccole tavolette, magistralmente e rapidamente dipinte.
“La maggior parte dei miei quadri di paesaggio li ho eseguiti nell’alta valle Macra; e direttamente dal vero; la natura solo mi è maestra” scriveva Olivero nel 1908, in una sua breve autobiografia.
“In Matteo Olivero l’amore per la montagna è un trasporto viscerale, s’identifica con il culto per le proprie radici” ha scritto nel 1994 Giuseppe Luigi Marini lo studioso che, assieme ad Angelo Dragone e a Miche Berra, è stato colui che più a fondo si è occupato dell’artista, contribuendo – tutti, se pure in modo diverso – alla promozione di Olivero da artista di grande successo “provinciale” alla dimensione nazionale.
Ebbe in vita amicizie importanti, appoggi e riconoscimenti, dai coniugi Galimberti al senatore Burgo, presso la cui casa amica compì il gesto estremo che doveva portarlo alla morte ma negli Anni Trenta, altri erano i gusti e le tendenze in Italia. Persona buona, “alla mano”, sempre disponibile, buon compagno, era però travagliato da ansie profonde. Il rapporto intensissimo con la madre, che tanto lo aveva sostenuto e aiutato, si interruppe alla morte di questa nel 1930 e Olivero si sentì solo. Nella montagna cercò ancora conforto ma il suo destino, evidentemente, lo chiamava. Dopo la sua morte, sul suo cavalletto, fu rinvenuto un quadro che ritraeva un paesaggio alpestre.
Acceglio vuole ricordare questo suo figlio, grande e sfortunato, cultore delle nostre montagne, osservatore, frequentatore della poesia che da esse traspare e che, ancora oggi, molti cercano e, se sanno mettersi nel giusto atteggiamento, trovano.

Ha collaborato all’allestimento della mostra e all’organizzazione della manifestazione: Dario Ghibaudo, estimatore della pittura dell’ 800 / 900.
La parte video-immagine della mostra è stata curata dallo studio San Firmino (Manta) di Ugo Giletta”.

Il libro fa il monaco, i (quasi) 60mila libri di padre Sergio

Maira-NoLimits “I libri sono il sale della vita” proclama parafrasando il famoso slogan del poeta Tonino Guerra, o come diceva don Rossa “attraverso le pagine conosco, imparo, cresco. Chi lavora con le mani, il cervello, il cuore è un artista”. Padre Sergio De Piccoli, ottantenne monaco benedettino di Pavia è uno dei personaggi più caratteristici e famosi della zona.

“I libri sono il sale della vita” proclama parafrasando il famoso slogan del poeta Tonino Guerra, o come diceva don Rossa “attraverso le pagine conosco, imparo, cresco. Chi lavora con le mani, il cervello, il cuore è un artista”. Padre Sergio De Piccoli, ottantenne monaco benedettino di Pavia è uno dei personaggi più caratteristici e famosi della zona. La sua vita è già stata fotografata, intervistata, ripresa quasi come quella di una bestia rara o non endemica, eppure lui non vede nulla di strano nella sua scelta di eremitaggio, non insolita centinaia di anni fa mentre oggi fa parlare. Più di tutto incuriosisce la sua sterminata biblioteca (la più grande privata italiana) anche per la sua posizione in alta montagna. La sua popolarità ha superato i confini locali tanto che un regista varesino, Maurizio Fantoni Minnella l’ha immortalata con «I libri salvati» film-documentario “sull’amicizia, in cui trovo la bellezza, la resistenza dei luoghi che quest’uomo ha stabilito”. Non è stato molto facile da montare per rendere quella che il regista chiama “la coerenza di una scelta iniziale senza pubblicizzarla, ma con ironia”.
Il film si apre – e si chiude – con una scena famosa dal film Fahrenheit 451 (tratto dal celebre romanzo del grande Ray Bradbury, appena scomparso) quella in cui vengono bruciati tutti i libri perché sovversivi a prescindere. Seguono riprese di Marmora in autunno. Silenzio. “Non ci sono musiche né altri rumori, per rendere il silenzio. La musica non ne avrebbe reso il senso, parlano di lui gli oggetti disposti” dice il regista. Un eremita infatti vive nel silenzio per professione, e in val Maira non è difficile… Angoli di case, una sigaretta che sbuffa, passi sul selciato, lo sfogliar di pagine, il bastardino Lupo, chiacchiere di amici, sguardi. “Il montanaro si lamenta sempre: tutti i contadini lo fanno, ma lui poi…” commenta bonariamente padre Sergio.
I libri. Non solo glieli regalano, “ne compro anche. Trentaquattro anni fa, quando sono salito, ne avevo duemila”. Ora sono 58mila, ma come li cataloga? “Guardo… l’estetica nella disposizione, e poi è difficile smembrare le collane. Le case editrici sono in ordine alfabetico ma se hanno più di 10 volumi hanno una collocazione provvisoria: sono i libri che definisco in inferno, purgatorio e paradiso”. Il sacro furore del collezionista. Per aiutarlo gli hanno regalato un computer che risale probabilmente alle guerre puniche.
Fissato lo era già da giovane, leggeva i classici con la sorella. Anche appassionato di silenzi: “sono rimasto a Roma diciassette anni, e lì c’è un raccoglimento… perché la gente ha paura del silenzio. Quanto alla natura gli anziani la amano… se rende!” La saggezza degli anni o dello stile di vita. Dopo il Concilio, il richiamo alla vita semplice, e l’arrivo a Saluzzo con due confratelli originari piemontesi. Subito si è affezionato a questi posti, a quella chiesa, antico tempio pagano, lontana e anche scomoda per i parrocchiani: “Mi è venuto il mal di Marmora!” In canonica non manca mai la moka per gli ospiti, molti anche in passato giovani con problemi o alla ricerca di se stessi. Poi per via di tutti quei libri, la propaganda, la tv, i giornali. Eppure non è molto conosciuto in fondovalle, come sempre si va a cercare altre prospettive lontano dal proprio naso.
Che fare di tutti questi libri una volta che il Nostro, speriamo il più tardi possibile vada a leggere in Paradiso? “Ho paura che si disperdano, allora li ho donati al comune perché costruisse un locale adatto, un capannone ancora in costruzione, non finisce mai, forse mancano i soldi: e i libri non me li ridanno”. La querelle continua, vedremo come finisce.

M.Teresa Emina

http://www.biblioteca-di-marmora.org
http://www.fantoniminnelladoc.org

TECNOGRANDA sull’orlo del precipizio

Tecnogranda Tecnogranda, il polo tecnologico di Dronero, ha presentato all’Assemblea dei soci di metà Giugno il bilancio 2011 con questi risultati : una perdita di esercizio di 1.135.000 euro a cui si aggiunge uno storno dei contributi in conto Capitale per 1.980.000, sommati fanno circa 3.000.000 di euro andati in fumo.

Il Sindaco Acchiardi, interpellato sulla vicenda ha minimizzato, “Si, c’è qualche problema, ma vendendo qualche terreno sistemeremo tutto, confermiamo comunque la nostra fiducia all’Ing. Arese, nostro rappresentante”, così si è espresso il Sig. Sindaco al telefono.

I vertici di Tecnogranda erano stati rinnovati esattamente un anno fa, Emiliano Cardia Presidente in sostituzione di Mauro Chiotasso, Alessandro Ghione Amministratore Delegato in sostituzione di Alessandro Mario Ferrario ( che a quella di Amministratore Delegato sommava anche la carica di Direttore e relativi compensi), Alberto Arese Consigliere indicato dal comune di Dronero in sostituzione di Ezio Scaglione, Vicepresidente.

L’Assemblea annuale per l’approvazione del Bilancio in realtà è stata convocata due volte, cosa inusuale, una prima volta a fine Aprile e successivamente il 15 Giugno. Quindi che qualcosa di importante dovesse succedere era nell’aria. Già nella prima convocazione le comunicazioni del Presidente Cardia, riprese dalla stampa, avevano paventato “una piccola perdita di bilancio … perchè la crisi ha cominciato a far sentire i suoi effetti anche nel nostro settore ”. Parole di circostanza. Sì, perchè Tecnogranda nel 2011 ha praticamente dimezzato, rispetto al 2010, l’attività incrementando però l’esposizione debitoria verso le banche tanto da arrivare a superare tutte quelle soglie critiche che precedono il fallimento. Altro che “piccola perdita”.

La prima cosa che un cittadino comune, in particolare poi un cittadino dronerese, cioè un azionista di Tecnogranda, si chiede è come sia possibile che questa azienda abbia chiuso il bilancio 2010 con un incremento delle attività con un fantasmagorico più 72% e l’anno successivo si ritrovi con un meno 40%. Se si riportano i dati su un grafico sembra il profilo delle montagne russe. Il bilancio 2011 è figlio di due padri, la vecchia gestione Chiotasso-Ferrario per i primi sei mesi e la nuova gestione Cardia-Ghione per i successivi sei. Chi dei due ? Cosa è successo ? Il dubbio che i numeri siano transitati da Disneyland deve essere quanto meno concesso.

Tornando all’attività vera e propria di Tecnogranda si legge che i progetti attualmente attivi sono 12, in diverse interviste il precedente Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario, parlava, per il 2010, di “ben 120 progetti avviati”. Ora, è vero che uno zero davanti non conta, ma dietro è un’altra musica. L’azienda nel 2011 ha avuto un turn-over del 60%, detta come si mangia su 10 dipendenti in un anno se ne sono andati via 6. Se teniamo conto del fatto che l’azienda è sostanzialmente pubblica e di quanto difficile sia di questi tempi trovare lavoro, un altro elemento di sconcerto si aggiunge ai precedenti.

La società ha 10 dipendenti e per gestirla troviamo in organico, con relativo emolumento, un Presidente, un Vicepresidente (nei primi 6 mesi), un Amministratore Delegato (ben 2 nei secondi 6 mesi), un Direttore Generale ed un ViceDirettore. Ai dubbi ed allo sconcerto di prima adesso si aggiunge la presunta consapevolezza che forse il vero obiettivo di questa struttura sia stato proprio l’erogazione di stipendi e compensi ed anche di “peso”.

Se la prima Assemblea di fine Aprile, quella in cui si informavano i Soci della “piccole perdite di bilancio”, era stata un po’ movimentata con frasi del tipo “chi ha sbagliato paghi” o “dobbiamo fare chiarezza sui conti”, la seconda del 15 Giugno, quella in cui si è approvato il bilancio è stata tranquilla, così tranquilla che è anche stato approvato il conferimento all’ex Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario di 60.000 (sessantamila) euro come “corresponsioni competenze ad obiettivi”. E questa è proprio difficile da commentare !

Dopo tutto questo però una cosa ci ha lasciato veramente “di sasso”, una notizia pubblicata circa un mese fa dal quotidiano La Stampa sulle pagine della Valle d’Aosta, relativa al prossimo insediamento nella Valleè, e precisamente a Chatillon, di un nuovo Centro di ricerca e incubatore d’impresa che si propone di ospitare almeno una decina di aziende hi-tech. Gli ambiti sono agro-industriale, chimico, farmaceutico, biotecnologico e biomedicale, energie rinnovabili, meccatronica, microelettronica e nanotecnologie con una prevista ricaduta occupazionale stimata in circa 150-200 persone. Promotori dell’iniziativa un gruppo di imprenditori Cuneesi riuniti in una società, la Valle d’Aosta Tecnology Srl. Tra i proprietari dell’azienda l’ex Amministratore Delegato Ing. Alessandro Mario Ferrario e un dipendente di Tecnogranda. Senza parole.

Gli aumenti di capitale che il Comune ha sottoscritto negli anni passati, evidentemente senza controllare come si conviene quando si amministra patrimonio pubblico, sono in buona parte andati in fumo, con una perdita patrimoniale che è prima di tutto una perdita per ciascun dronerese.
Per questo crediamo che a questo punto i cittadini di Dronero qualche parola la possano e la debbano pretendere, vietato però declinare il verbo “ a mia insaputa”.

La Redazione

/p

Fondazione Allemandi, il futuro

Allemandi Pietro

Intervista Presidente Fondazione ALLEMANDI Sig. Pietro Rubino
Continuiamo la nostra inchiesta sulla Fondazione Allemandi lasciandoci dietro i tempi tragici e tormentati della sua nascita per arrivare ai giorni attuali. Lo statuto prevede che i Consiglieri siano un industriale, un artigiano, un contadino, l’Arciprete ed il Pretore. Oggi il Pretore non c’è più ed al suo posto troviamo il Giudice di Pace. A questi si aggiunge il Segretario, nominato dal Consiglio, carica per tanti anni occupata dal Geom. Giovanni Olivero, ormai scomparso, che vede oggi in carica il Geom. Mauro Arnaudo.

L’attuale Consiglio, nominato nel Settembre 2010 dall’allora Sindaco Dott. Piergiuseppe Reineri, diventa operativo nel Giugno 2011 dopo una sorta di limbo istituzionale di circa 10 mesi, periodo di tempo ragguardevole per un passaggio di poteri da un Consiglio ad un altro. A questa situazione inusuale dobbiamo anche aggiungere, per dovere di cronaca, le segnalazioni, pervenute anche al nostro giornale, in merito a disservizi nella erogazione delle borse di studio negli anni che vanno dal 2006 al 2010, cioè nel periodo antecedente l’attuale presidenza Rubino.

Per cercare di capire qualcosa di più di questa importante istituzione cittadina, patrimonio di tutti i Droneresi, proponiamo una intervista all’attuale Presidente, Pietro Rubino, che, insieme a Giovanni Bianco, Piermario Giorgis, Don Graziano Einaudi, Giovanni Floris, governa pro-tempore la Fondazione.

Io e Luigi incontriamo Il Sig. Rubino insieme al Segretario Geom. Arnaudo. Rimaniamo subito colpiti dalla pacatezza e dalla serenità della persona, sensazioni ampiamente confermate alla fine della piacevole conversazione da cui trae origine questo articolo.

A pochi mesi dal suo insediamento ci può dire come sta la Fondazione, vale al dire lo stato patrimoniale, lo stato degli immobili di proprietà.
L’attuale Consiglio viene nominato dal Sindaco Piergiuseppe Reineri nel Settembre 2010 in sostituzione del precedente : Presidente Enrico Conte, Consiglieri Annalisa Simondi,Sergio Rebuffo, Einaudi Don Graziano, Floris Giovanni, Segretario Geom. Roberto Aimar.
Lo Fondazione ha una consistenza patrimoniale di circa 2.500.000 euro, 2.000.000 in immobili e 500.000 in liquidità, dotazione più che sufficiente per adempiere ai suoi fini statutari : erogare borse di studio per sostenere negli studi tecnici i giovani di Dronero e Valle Maira.
Negli anni sono stati venduti un terreno boschivo in loc. Ricogno, un terreno in Loc. Rella, suddiviso poi in 3 lotti fabbricabili, e un importante alloggio di quasi 200 mq. , in centro di Torino, dove Allemandi aveva il proprio studio.
L’attuale patrimonio immobiliare consiste in un fabbricato agricolo con annesse 5 giornate piemontesi di terreno, in loc. Rella, e un palazzo di 12 alloggi e 2 locali commerciali in Torino, Corso S.Maurizio, zona centrale. Del fabbricato agricolo parlerò dopo, in merito al palazzo di Torino posso affermare che oggi è finalmente in buone condizioni dopo una serie di lavori, di non grande entità, ma urgenti, che abbiamo realizzato in questo primo anno di mandato per un importo complessivo di spesa di circa 20.000 euro, così come abbiamo provveduto a regolarizzare la riscossione degli affitti.

Lei è stato nominato dalla precedente amministrazione, quali i rapporti con la nuova
La Fondazione ha la sua autonomia, ma è anche una emanazione della storia della città di Dronero che ne è proprietaria, per questo motivo il rapporto con l’amministrazione in carica non può che essere cordiale e costruttivo.

In passato il nostro giornale ha raccolto lettere di protesta relative a mancate erogazioni delle Borse di studio. Cosa ci può dire a proposito
Io non c’ero e quindi non posso giudicare, ma dagli atti, mi risulta, che questi ritardi ci sono stati.
Tra i primi atti del Consiglio che presiedo, insediato nel Giugno 2011, ci fu la liquidazione di quanto dovuto relativamente agli anni 2009/2010 e 2010/2011.

Il tema della trasparenza è argomento su cui il nostro giornale è particolarmente impegnato. La Fondazione in questi anni è rimasta un po’ nell’ombra. Come intende muoversi in futuro per renderla più trasparente e più conosciuta.
Tutti gli atti della Fondazione sono pubblicati sul sito del Comune di Dronero, dove rimangono visibili per soli 15 giorni.
Quest’anno abbiamo intenzione di render pubblica la cerimonia della consegna delle Borse di Studio, primo perchè ci piace l’idea di poter vedere in prima persona i giovani cui consegniamo gli assegni e poi perchè in questo modo diamo visibilità alla Fondazione e alle sue finalità.
Approfitto di questo spazio per ricordare che il bando per le borse di studio 2011/2012 è in corso di pubblicazione e le domande dovranno essere presentate entro il 31 Agosto 2012.

Quali i vostri progetti
Per prima cosa abbiamo intenzione di aumentare il budget annuale delle borse portandolo da 8.000 a 10.000 euro. In serbo però abbiamo un progetto più ambizioso, acquistare a Torino un alloggio di grandi dimensioni da adattare a residenza multipla, cioè 5-6 stanze autonome da uno-due letti, da destinare a residenza per studenti universitari di Dronero e Valle Maira. Questi studenti pagherebbero un affitto decisamente inferiore ai valori di mercato, soldi che ci permetterebbero di coprire le spese di manutenzione, e avrebbero così un servizio importante a costi molto contenuti.
Per finanziare questa iniziativa abbiamo deciso di mettere in vendita il fabbricato agricolo con le relative 5 giornate di terreno. Necessitava di un radicale intervento di manutenzione che ci sarebbe costato parecchio, con la prospettiva di poter ricavare un affitto mensile che abbiamo stimato poco remunerativo rispetto al capitale investito. Abbiamo ritenuto più conveniente utilizzare la cifra della vendita per portare avanti il progetto Residenza Universitaria, anche se la vendita non è vincolante per l’avvio del progetto stesso. Cercheremo insomma di vendere al meglio, ma non a tutti i costi, lo stato patrimoniale della fondazione ci consente di avviare il progetto anche con i mezzi finanziari attualmente disponibili e attendere per la vendita tempi migliori.

La chiaccherata è finita , ringraziamo per la disponibilità e lo spirito collaborativo dimostrato e salutiamo il Sig. Rubino augurandogli un sincero … buon lavoro.

Luigi Abello – Massimo Monetti