Quando l’informazione veniva trasmessa solamente attraverso la carta stampata, si suggeriva ai giornalisti di non prendersi troppo sul serio, di non esagerare con le lodi nei confronti dei propri articoli: il giorno successivo alla pubblicazione, il giornale
su cui avevano scritto sarebbe stato utilizzato dal fruttivendolo per impacchettare le uova.
Quello, in fondo, era il destino del loro duro lavoro. I tempi cambiano, e con essi le tecnologie e i modi di vivere, eppure il fulcro dell’aneddoto appena proposto rimane invariato: l’informazione ha vita breve, scivola inesorabilmente dalle mani, per un istante viene portata al centro dell’attenzione e dello sguardo di molti, per essere cestinata
e messa da parte l’attimo successivo. Risulta difficile, per queste ragioni, quantificare
l’informazione, dare un peso materiale all’operato di un giornale e al lavoro di tutte le persone che ruotano attorno a una redazione. Perché le notizie scorrono, così come i minuti e i giorni.
La mostra “Un giornale, un paese” nasce con l’obiettivo di rendere tangibile il ruolo e il compito di un mensile come Il Drago, nato nel 1969 dalla passione e dall’impegno politico di un gruppo di giovani; desidera mettere in evidenza ciò che notoriamente rimane nascosto, sottotraccia, a volte tra le mura di una redazione. Attraverso le sale del Museo Mallé il visitatore avrà esperienza, visiva e uditiva, dell’impegno costante di un giornale nel raccontare un paese, Dronero, e la sua valle; potrà ripercorrere le tappe fondamentali degli ultimi cinquant’anni della storia d’Italia da un punto di vista differente, provinciale, leggendo e ascoltando le voci dei testimoni diretti. Al titolo della mostra l’arduo compito di riassumere: esiste una comunità là dove presente un mezzo di informazione in grado di unire, di collegare, di obbligare al confronto.
AM