A che punto siamo con l’acqua pubblica ?

2016 Dopo 5 anni dalla decisione referendaria dei cittadini di difendere la gestione pubblica dell’acqua stiamo ancora percorrendo una faticosa strada piena di ostacoli. La situazione è complessa, come dire molto “in corso d’opera” e soprattutto trattata marginalmente, a livello di informazione se ne sente parlare poco.

Questo silenzio istituzionale e il tempo che passa dovrebbero preoccuparci. Eppure il 12 e 13 giugno 2011 oltre 26 milioni di persone si recarono alle urne per bloccare il progetto di privatizzazione dell’acqua e lo stesso Matteo Renzi, allora Sindaco di Firenze, prima della scadenza referendaria pubblicava sul suo profilo facebook il post “Referendum. Vado a votare Sì all’acqua pubblica”. Per tornare all’oggi siamo alle prese sul piano nazionale con i decreti attuativi della Legge Madia, che riapre alle privatizzazioni dei sevizi pubblici e tra i cui obiettivi citati esplicitamente nella relazione di accompagnamento vi sono “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” ed il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”. Ma a suo tempo la Corte Costituzionale sintetizzava la decisione referendaria col “rendere estranei alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua”, come ricorda nel 5° compleanno il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Bene Comune. A fronte di questo braccio di ferro a livello centrale, sul piano locale i lavori dell’Ente di Gestione ATO4 provinciale sono fermi alla definizione della tariffe, argomento difficile da affrontare al momento del passaggio alla società unica di gestione. Per quanto attiene gli altri specifici punti del crono programma dei lavori si registra un ritardo sicuramente imputabile alla complessità delle scelte da operare, prima fra tutte quella della forma societaria nonostante le indicazioni propendano per quella pubblica. Nel nostro territorio la novità più importante è la decisione del Comune di Cartignano che a fine aprile ha deliberato il passaggio in ACDA, società interamente pubblica cui aderiscono una gran parte dei comuni cuneesi compresi Dronero, Villar, Roccabruna e Acceglio. Tra l’altro Acda in questi mesi si sta organizzando con altri acquedotti pubblici regionali per costituire una rete di gestori pubblici dei sistemi idrici, con termine inglese la Water Alliance Acque Piemonte. Gli altri comuni di Valle proseguono con la gestione Comuni Riuniti – Cogesi. La ormai prossima scadenza del 2017, a meno di proroghe difficilmente ipotizzabili, imporrà delle decisioni che non possono ignorare quanto espresso dai referendum del 2011. In questi prossimi mesi sarebbe auspicabile da parte di tutti, Cittadini e Amministratori, una maggiore “vicinanza” nell’interesse del bene comune acqua.

Mario Piasco