Non lontano da Torino si trovano Lombriasco e Casalgrasso: alla loro periferia, tra cascine contadine e campi accuratamente coltivati, scorre l’ultimo tratto del torrente Maira proveniente dalle Alpi Cozie, che qui confluisce nel Po, il fiume che con i 652 km di lunghezza è il più lungo d’Italia. Nelle belle giornate in lontananza si vede il Monviso, la vetta che con i suoi 3841 m è la più alta delle Alpi Cozie. Ma la novità, che voglio qui raccontare agli amici della Val Maira, riguarda la questione delle sorgenti geografiche. |
Che il Po nasce oltre i 2000 del Pian del Re lo sanno tutti e che il Maira nasce sopra Acceglio anche. Per entrare subito nell’argomento è meglio conoscere due cifre che riguardano la lunghezza di questi due corsi d’acqua. Prima della confluenza, il Po dalle sue sorgenti percorre 73 km, mentre da misure recenti risulta che il Maira, dalle sue vere sorgenti localizzate sul Colle Maurin, percorre 104 km.
Bastano queste due cifre per confermare che le sorgenti del torrente Maurin, situate a 2633 m sullo spartiacque delle Alpi Francesi, distano 31 km più lontane rispetto a quelle del Pian del Re. Queste mie ricerche geografiche sono anche state confermate da recenti studi idrografici effettuati dal Politecnico di Torino. Nel novembre scorso, in un convegno moderato dall’ex sindaco Giorgio Ferraris a Ormea, ho parlato delle mie esplorazioni geografiche nei grandi spazi della Terra e l’attività di reporter televisivo internazionale.
Al convegno oltre che a storici,personale del Parco del Marguareis e speleologi, erano presenti anche il Presidente della Società Geografica Italiana, prof. Sergio Conti, alcuni ricercatori del Politecnico di Torino coordinati dal docente prof. Bartolomeo Vigna, relazionando su progetti di comunicazione e nuovi studi relativi allo scenario idrografico alpino di alcuni reticoli sorgentiferi di affluenti di sinistra del Po che fanno parte del sistema idrografico Adriatico.
Il prof.Vigna, nella sua relazione corredata di disegni, foto e dati scientifici, si è soffermato in particolare sulla storia geologica del Marguareis, la montagna che dà origine al sistema idrografico del fiume Tanaro. Vigna ha poi raccontato la cronologia degli studi ed esplorazioni effettuati dal Politecnico di Torino, con la collaborazione di speleologi piemontesi e francesi, sulle sorgenti geografiche più lunghe del sistema del fiume Tanaro. Dagli ultimi studi risulta anche che il torrente Tanarello è di poco più corto di quello detto “delle Capre”, torrente che scende dal gruppo del Marguareis.
In passato, la lunghezza del fiume Tanaro fino alla confluenza con il Po presso Bassignana vicino ad Alessandria, veniva misurata senza contare i circa 30 km del reticolo sotterraneo carsico all’interno del quale scorre il Rio delle Capre prima di raggiungere il torrente Negrone nella zona delle cascate delle Fascette presso Ormea. Queste ricerche realizzate con gli speleologi e nuove tecnologie di rilevamento topografico hanno confermato che questa sorgente dista dalla confluenza con il Po a Bassignana 266 km, una distanza maggiore di 30 km circa rispetto alla sorgente del Po a Pian del Re sotto il Monviso.
La lunghezza del sistema idrografico Rio delle Capre- Negrone-Tanaro-Po risulta essere di 683 km circa.La lunghezza del sistema Maira-Po dalle sorgenti del Maurin è invece di 691km, la maggiore di tutto il sistema idrografico.
Detto questo, voglio parlarvi brevemente della mia esperienza e legame affettivo che ho con le Alpi Piemontesi , in particolare la Val Pellice, Susa fino alle Alpi Marittime. Anche la Val Maira mi è rimasta nel cuore, la considero un’importante palestra di vita e formazione di cultura ecologica tra le genti di origine occitana. Già dagli anni ‘60 mi muovevo tra Dronero e oltre Acceglio, come tecnico in telecomunicazioni montavo i ripetitori per ponti radio che garantivano i collegamenti tra le dighe, centrali e le sale operative a valle. Le giornate trascorrevano tra genti semplici e operose, in particolare conservo i racconti e i consigli degli anziani, musei viventi testimoni di tradizione secolari. Anche con questi bagagli culturali ho poi viaggiato per il mondo intero, viaggi scientifici e culturali che mi hanno consentito di realizzare importanti esplorazioni geografiche in contatto con le Nazioni Unite, un attività che gradualmente si è trasformata nel giornalismo televisivo internazionale.
Da ragazzo ricordo con affetto Dronero, ci arrivavo in corriera da Cuneo, viaggiando con gli studenti, loro andavano a scuola io a lavorare. Quando nevicava si scatenavano le lunghe battaglie a palle di neve, in quel tempo non c’erano molte comodità, ci si arrangiava con poco: ricordo le piole (così qui si chiamano le piccole trattorie) dove si mangiava bene spendendo poco. Ricordo la Fiat 600 multipla con la quale arrancavamo con le catene sulla pericolosa strada di Elva.Le strade sembravano piste di bob, la sera ci si fermava nelle locande senza riscaldamento di Chiappera e Acceglio mangiando “quello che c’era”, non mancavano mai le tume, le trote e il pane fatto in casa. Intanto passavamo interi inverni a Saretto, accompagnati giorno e notte dal rumore dell’acqua del Maira che scendeva lenta tra gli abeti e le grotte di travertino, un rumore che si udiva anche nella chiesetta durante la Messa.
Quando possibile si andava su verso il colle Maurin e lo spartiacque con la Francia, incontravo i margari che mi insegnavano a fare le tome e il burro. Ricordo che nell’inverno 1969-70 venne tanta neve, le catene montate alle ruote della macchina tenute per quasi tre mesi, fino alla fine di marzo, quando dovetti rientrare di corsa a Torino per assistere alla nascita di mia figlia Greta. Fu proprio in quel periodo che ebbi l’occasione di seguire il torrente Maurin un paio di volte partendo dal sentiero di Chiappera. Mai avrei pensato che un giorno ci sarei ritornato confermando che quella è la vera sorgente geografica del sistema Maurin-Maira-Po, il corso oggi più lungo di Italia, 691,461km fino al Mar Adriatico. Ho quindi assegnato il nome Greta al luogo della sorgente del Maurin, come spesso fanno gli esploratori in tutto il mondo, in ricordo di un momento importante.
Dal Colle Maurin alto 2633 m, sul versante francese nasce il torrente che alimenta il sistema del fiume Saint-Paul-sur-Ubaye, mentre sul versante italiano nasce il torrente sorgentifero del sistema idrografico Maurin-Maira-PO. Il Maurin scende a valle per una lunghezza di 8,373 km prima di immettersi nel lago del Saretto; di questo percorso prima non si teneva conto, ma le convezioni internazionali comprendono il calcolo anche del percorso a monte delle note Sorgenti del Maira a Saretto di Acceglio. Come sanno i valligiani e l’amico geologo Enrico Collo, profondo conoscitore della Valle Maira e prezioso collaboratore per questa scoperta, il Maurin prima di raggiungere la borgata Chiappera contribuisce ad alimentare una centralina idroelettrica di recente costruzione, per poi alimentare il bacino di presa dell’ENEL; il Maira confluisce nel Maurin solo a valle del lago artificiale di Saretto, scendendo oggi come piccolo ruscello tra boschi di pino uncinato e rocce di travertino, peculiarità naturalistiche che fanno rientrare l’area nei Siti di Interesse Comunitario (SIC) dell’Unione Europea; ma non è sempre stato così!
Fino a 100 anni fa, esattamente prima del 1913, qui c’erano grandi cascate che scendevano dalle Sorgenti del Maira, acqua da quell’anno captata da canalizzazioni per farla confluire nel bacino di Saretto; attualmente le Sorgenti riforniscono anche l’acquedotto di Acceglio e un’altra centralina idroelettrica. Il risultato è che le antiche cascate, quelle che per la spettacolarità avevano portato a stabilire qui l’origine del fiume Maira, sono oggi prosciugate.
La lunghezza di un fiume non sempre è facile da calcolare, poiché è necessario identificare in maniera esatta la posizione della sorgente e della foce e poi misurare in modo preciso la distanza tra queste due località.La geografia ha molte discipline, alcune vissute altre burocratiche e sedentarie, posso aggiungere che da sempre nascono polemiche di valutazioni, polemiche in cui non voglio e non sono mai entrato, posso solo dire che le esplorazioni geografiche vissute sono distanti anni luce dalla geografia parlata o studiata nelle scuole, università o nel turismo. Di avventure ne ho fatte molte senza cercarle, di soldi non ne ho fatti, ma non cambierei la mia ricchezza culturale e la modestia con nessuno.
Le scienze geografiche spesso si confrontano con queste tematiche e variazioni, nel corso della mia esperienza di esploratore lungo i grandi fiumi della Terra ho avuto modo di approfondire le ricerche sulle sorgenti più lunghe e quindi apportare qualche modifica.In alcuni casi la misura di alcuni fiumi risulta solo approssimativa. In particolare, fin dall’800 c’è sempre stata una disputa su quale sia il fiume più lungo al mondo: il Nilo o il Rio delle Amazzoni, a seconda della diversa sorgente presa in considerazione. Attualmente i fiumi più lunghi del mondo sono considerati il Rio delle Amazzoni, Il Nilo Bianco e il Mississippi. Rimane la grande soddisfazione personale nel caso del Rio delle Amazzoni, quando ho avuto il riconoscimento internazionale della prima esatta localizzazione delle sue sorgenti geografiche a 5.600 metri del vulcano Mismi, nelle Ande Peruviane.
Un caro saluto a tutti gli amici della Val Maira da cui ho imparato molte cose della vita, consigli preziosi che ho sempre portato con me in giro per il mondo.