Da giorni sono in circolazione diverse e-mail che sollecitano la sottoscrizione della petizione “Salviamo 59.000 volumi dalla burocrazia e dal disinteresse”, creata il 28 Ottobre da “Biblioteca di Marmora”. I promotori della petizione, il cui nome non compare, così descrivono la vicenda nel loro sito http://www.biblioteca-di-marmora.org/news.php: |
“Nella magnifica Valle Maira, in provincia di Cuneo, c’è la biblioteca più alta d’Europa, a 1580 metri di quota. L’ha creata Padre Sergio De Piccoli, un monaco benedettino ed eremita che vive lì da trent’anni e che ha raccolto e conservato nelle cantine della canonica di Marmora, oltre 59.000 volumi.
Ma c’è un ma. Nel 2007 Padre Sergio ha donato tutti i libri al Comune di Marmora (Cn), in cambio della promessa dell’ampliamento della biblioteca, che è zeppa e quindi ha bisogno di spazio.
Il Sindaco si è impegnato in prima persona per la realizzazione della struttura, ma a tutt’oggi l’ampliamento promesso non c’è: troppa burocrazia e nessun soldo per la realizzazione e la querelle va avanti da anni. A fronte di una promessa non mantenuta, Padre Sergio rivuole i suoi libri. In tanti che conoscono Padre Sergio sarebbero disponibili ad aiutarlo privatamente per realizzare una biblioteca aperta al pubblico, purché i libri però tornino formalmente di sua proprietà (mentre ora, per effetto della donazione, sono formalmente di proprietà del Comune).
Chiunque abbia a cuore i libri e la cultura non puo’ che aderire alla nostra petizione: o il Comune si impegna a costruire la Biblioteca entro giugno 2013 o dia la possibilità alla comunità di avere comunque la sua Biblioteca.”
Non c’è dubbio che la loro campana suona forte e difficilmente lascia indifferenti.
Si capisce come alcuni di coloro che già hanno sottoscritto la petizione abbiano anche espresso forte indignazione verso gli amministratori di Marmora.
Ci è parso doveroso però sentire anche l’altra campana, quella del sindaco di Marmora.
La versione che ne da è ovviamente discordante. Cercheremo qui di riassumerla, in attesa che la confermi direttamente, magari a mezzo stampa.
Padre Sergio donò di sua volontà con atto notarile i suoi libri al Comune di Marmora, con la clausola che dovessero essere messi a disposizione della Valle, poiché l’edificio in cui si trovavano, e ancora si trovano, per motivi normativi, non può essere adibito a biblioteca aperta al pubblico.
D’altro canto il Comune, per poter ricercare i fondi necessari alla costruzione della biblioteca, deve risultare titolare dell’opera.
A quel punto, grazie anche all’intervento della Curia, si è proceduto all’acquisto del terreno necessario (circa 1500 mq.) e alla redazione di un progetto preliminare sulla base del quale si prevede un costo finale di circa 700.000 (settecentomila) euro.
La ricerca di finanziamenti presso la Regione Piemonte ed entità bancarie nei diversi anni ha ottenuto risposte negative con varie giustificazioni. Solo la partecipazione ad un progetto europeo (Alcotra) ha portato finora un finanziamento di circa 50.000 euro.
Il sindaco ammette che l’amministrazione è al momento ferma, non sapendo dove andare a bussare.
Se ci sono dei possibili finanziatori privati, ben vengano, afferma. D’altronde l’ipotesi avanzata da qualcuno che, se i libri ritornassero di proprietà di padre Sergio, alcuni mecenati sarebbero pronti a fornire il denaro necessario trova un ostacolo nel fatto che padre Sergio, in quanto benedettino, avendo fatto voto di povertà, non può ricevere quel denaro, ma il tutto dovrebbe essere messo in capo a qualcun altro.
Si consideri poi, fa notare il sindaco, che il solo valore venale dei libri, anche se venduti alle bancarelle dei mercatini, è di diverse decine di migliaia di euro. Una cifra che già da sola può far gola a qualcuno.
“Se ci sono dei finanziatori si facciano avanti, garantiremo loro tutto l’anonimato o la pubblicità che desiderano. Siamo i primi a voler realizzare il progetto.”
“No, fin che potrò lotterò perché quei libri siano in mano ad un ente pubblico, e proprio per rispetto verso padre Sergio.”
A voi la scelta se firmare o no. Ma non dite nulla a padre Sergio, a lui che si è ritirato in un eremo per non essere coinvolto nelle venali beghe del viver mondano. Fate che la sua anima non si macchi per rancori generati da qualche pagina di carta ingiallita, né che le nostre voci sovrastino il sommesso bisbiglio dei suoi libri.
D.C.