Ambiente e riciclo

covid19 La notizia che il piccolo comune di Celle Macra sia stato il primo ente locale a firmare un’intesa a supporto dell’Associazione Plastic free, è senz’altro un fatto importante che sottolinea l’attenzione all’ambiente della Valle Maira. Attenzione ribadita anche dalla presentazione del progetto Floema presso l’AFP di Dronero. Inziative, entrambe, di cui diamo conto all’interno del giornale.


La pandemia da Covid ha avuto, ed ha ancora, un risvolto decisamente negativo anche sul fronte ambientale. Il consumo enorme di mascherine di protezione ad esempio oppure l’utilizzo di confezioni monodosi alimentari nelle mense, se da un lato garantisce la sicurezza personale, dall’altro aggrava il problema dello smaltimento della quantità di rifiuti prodotti e del loro possibile recupero. Per altro, l’Italia con il suo Pnrr (Piano nazionale di ripresa), all’interno del piano europeo Next Generation EU, assegna complessivamente risorse per poco meno di 70 miliardi di euro a “Rivoluzione verde e transizione ecologica” proprio in un’ottica di miglioramento ambientale e di sostenibilità. Questo mese, in queste poche righe, vorremmo porre l’attenzione su questo problema mondiale e su due soluzioni che arrivano proprio dal cuneese. Nei primi giorni di giugno è stata avviata una sperimentazione presso la sede di Mondovì del Politecnico per il recupero delle mascherine. “La parte principale delle mascherine, quella di colore azzurro per capirci, che rappresenta circa il 70% di una mascherina chirurgica, è realizzata con materiali che possono essere lavorati e trasformati per diventare plastica per ricavarne mobili o arredi. Si tratta di un processo tecnicamente fattibile, e neppure troppo complesso» dice il responsabile del progetto dott. Daniele Battegazzore. Da un lato la fattibilità tecnica, dall’altro resta da valutare la sostenibilità economica, tuttavia un passo avanti è già stato compiuto. L’altro progetto, a livello industriale, avviato anche questo ad inizio giugno dall’azienda Dentis Recycling di Sant’Albano Stura, da circa 30 anni impegnata nel recupero di plastiche e con una capacità annua di trattamento di 40mila tonnellate di materiale. Si tratta di un nuovo investimento da 35 milioni di euro – possibile grazie ad un finanziamento ottenuto da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Deutsche Bank e garantito dall’Agenzia nazionale SACE– che servirà per avviare una nuova linea, a fianco di quella già esistente, per il recupero delle bottiglie di PET, finalizzata però al riutilizzo della plastica per realizzare nuove bottiglie. Un’idea “semplice” per un grande problema la prima e una soluzione tecnologica avanzata ed importante la seconda. Entrambe maturate in Granda!

Sergio Tolosano