Il nuovo libro di Alain Deneault

Pro “La mediocrazia”: un nuovo termine provocatorio per descrivere la politica dell’oggi

“La mediocrazia” è il titolo del nuovo libro di Alain Deneault, edito da Neri Pozza e uscito nella sua versione italiana lo scorso gennaio. Libro quest’ultimo che può risultare molto attuale e “pungente” soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche.
L’autore canadese nella sua opera vuole porre l’accento su un fenomeno emergente, che si innesta innanzi tutto nella politica ma altresì nell’economia e nella vita di tutti i giorni: la vittoria della mediocrità. Vittoria questa, che viene sottolineata sin dalle prime battute del libro: “Non c’è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all’incendio del Reichstag, e l’incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l’assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere”.
Così il romanzo, dal tono intelligentemente provocatorio, vuole evidenziare come l’uomo mediocre senza grandi conoscenze né capacità, sia riuscito poco a poco a insediarsi ai vertici sociali. L’avvento della mediocrazia, afferma il professore, è dovuto principalmente all’industrializzazione del lavoro sia manuale che intellettuale: tale industrializzazione, con le sue operazioni meccaniche e con l’esecuzione materiale che prende il posto della competenza soggettiva, unifica ogni ambito del sapere e appiattisce l’innovazione.

La vera innovazione invece, si trova eccome nell’opera di Deneault: essa apre al singolo uno sguardo critico nei confronti della società contemporanea ai cui vertici si sono posizionati per l’appunto questi “uomini mediocri”. Non si tratta però di una critica fine a sé stessa poiché le colpe di questo nuovo sistema di potere sono rivolte alla società in persona e in particolare ai cittadini, i quali hanno permesso che tale scalata al successo avvenisse.
Il docente di Scienze Politiche dell’Università di Montréal infatti, afferma come la colpa di questa “vittoria del mediocre” sia nostra. Non mettendoci in gioco nel dibattito culturale e politico per timore di non essere all’altezza o di non poter apportare qualcosa di buono all’ ordine sociale, abbiamo fatto sì che lo standard richiesto risultasse sempre più basso sino a giungere alla totale mediocrità. È così che questa nuova categoria di incompetenti, i quali appaiono però affidabili e rassicuranti, è riuscita a farsi strada.

La soluzione a questo “male moderno”, secondo l’autore, si può trovare attraverso una presa di coscienza soggettiva: vi è infatti un modo per opporsi alla mediocrità della società di oggi ed esso consiste nel dire di no ai compromessi e ai patti di convenienza. Questa riflessione etica, se così si può chiamare, è sicuramente una boccata d’aria fresca ed è portatrice di un messaggio di speranza. Questa speranza è rappresentata dalla fiducia nell’ intelletto umano, che l’autore si augura sia capace di non abbassarsi alla mediocrità quando quest’ultima appare la scelta più rassicurante. Intelletto che, nonostante gli standard imposti dall’ alto, deve essere in grado di superare i propri limiti e agire con coscienza, per elevarsi a fini nobili senza mai cedere alla comoda mediocrità.

Giulia Beltritti