Falci, tra passato e futuro

falci Dicono di noi … Un’articolo sul settimanale di Repubblica


Capita ti tanto in tanto che quotidiani o riviste nazionali ed internazionali si occupino del nostro territorio e delle sue peculiarità. Il settimanale “il venerdì di repubblica” nel numero del 15 agosto ha dedicato la rubrica “Antichi mestieri” alle Falci di Dronero. Un articolo a due pagine di Maria Pace Ottieri che traccia una breve storia di quella che, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, fu una delle più grandi aziende droneresi arrivando ad impiegare negli anni ’80 oltre 350 persone, per poi ripiegare decisamente tra crisi locali ed internazionali e concorrenza estera fino alle dimensioni attuali.

Rilevata dalla brianzola Calvi Holding SpA, l’azienda dronerese continua tuttora la produzione di falci, circa 300 modelli diversi a seconda degli usi cui sono destinate, commercializzate soprattutto su mercati agricoli esteri. Accanto alla produzione tradizionale, la giornalista, pone l’accento su nuovi progetti posti in essere dalla proprietà. In particolare, tra questi, ha evidenziato “Prometheus” l’idea di insegnare lo sfalcio a mano in determinati settori agricoli come esperienza si sostenibilità ambientale: silenzio, manualità e un raccolto più sano.

Il progetto – cui collaborano anche Slow Food e l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo – è diventato un marchio di qualità ed è inserito, ad esempio, sull’etichetta di un vino di pregio come il Barolo. Un’esperienza di re-introduzione è la vigna Cannubi di Barolo, dove la Cantina Borgogno del sig. Andrea Farinetti, sta praticando lo sfalcio dal 2017 e vedrà l’uscita del primo barolo son logo “sfalciato a mano Falci” nel 2021. Una sperimentazione che ha dimostrato l’utilità del taglio manuale per migliorare pacciamatura, umidità e salubrità della vigna ed è quindi diventata una pratica.

RD