Acqua, avanti a tappe

acqua La cronaca del percorso che l’ATO4 Cuneese sta percorrendo verso la decisione del tipo di gestione del Sistema Idrico registra un’altra importante tappa con la Conferenza svoltasi il 16 novembre in Provincia. Dopo la controversa Assemblea dei Sindaci del 2 luglio con la vittoria del compromesso Borgna (“gestione pubblica partecipata”) che aveva salvato gli equilibri politici anche per la provincia, i lavori del Tavolo tecnico dell’Esecutivo ATO in Regione avevano prodotto il Documento Programmatorio del 24 settembre (“società interamente pubblica di tipo consortile”), ampiamente commentato nel nostro n. 9 anche forse con troppo ottimismo. L’appuntamento per la Conferenza che di fatto doveva ratificare questa decisione e stabilire il percorso per la costituzione della società di gestione fissato per il 20 ottobre è slittato al 16 novembre, quasi a segnalare che c’era ancora bisogno di tempo per consolidare l’accordo.

Ed eccoci al pomeriggio di lunedì 16, quando i 20 membri della Conferenza (rappresentanti di provincia, dei comuni principali “le 7 sorelle” e delle unioni montane e di langa) si sono trovati a confronto su una nuova delibera posta in discussione dalla Presidente Bruna Sibille, presenti tra il pubblico in sala una trentina di cittadini dei Comitati Acqua Bene Comune. La delibera in 9 pagine contiene tutto il lavoro svolto dopo il 2 luglio e converge su una conclusione i cui punti principali prevedono: 1-ricognizione dell’esistente, piano economico finanziario, modalità di trasferimento beni e personale, rimodulazione delle tariffe, implicazioni per i comuni delle varie aree; 2-rielaborazione del nuovo Piano d’Ambito a 30 anni; 3- la definitiva individuazione del Modello gestionale, deliberato dall’ATO dopo consultazione con l’Assemblea Generale, che preferirà “in via prioritaria sotto il profilo politico, a parità di condizioni derivanti dall’analisi, la costituzione di una nuova società provinciale In House”; 4- cronoprogramma degli adempimenti entro il 31 dicembre; 5- subentro del nuovo gestore alle scadenze delle gestioni esistenti. La delibera dopo una lunga discussione ha raccolto pareri favorevoli pur con motivazioni differenti da tutti i rappresentanti, tranne il delegato del Monregalese Rossi che si è espresso ed ha votato contro. Fin qui la cronaca ma capire a che punto siamo di questo scivoloso percorso non è facile. Da una parte si conferma la scelta di principio della gestione pubblica, in coerenza col referendum 2011: con la Società “in house” (dall’inglese “in casa”) le aziende pubbliche affidano ad una società a capitale pubblico alcune attività o servizi, in questo caso specifico la gestione del Sistema Idrico Integrato. Dall’altra però si frappongono termini quali “in via prioritaria e a parità di condizioni” e si subordina il tutto ad un percorso di analisi e valutazioni e soprattutto ad un nuovo Piano d’Ambito.

Il fronte del “pubblico” (Cuneo e Valli) sembra piano piano allargarsi, dopo il 2 luglio si sono aggiunti prima Alba e Bra e ultimamente coi distinguo anche altri Sindaci; la smarcatura nella votazione del Monregalese ha motivazioni anche partitiche oltrechè un giudizio legittimo di valutazione negativa perché evidenzia un passo indietro del documento rispetto a quello del 24 settembre, ma per sua affermazione questa posizione è recuperabile se si proseguirà nella direzione giusta. Molta attenzione si è prestata in un momento così delicato alla garanzia della salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti delle società di gestione attuali che saranno interamente assorbiti dal nuovo gestore. Da annotare anche nell’intervento di Federico Borgna, qui in veste di rappresentante della provincia, l’accenno all’aiuto che potrebbe arrivare dalle Fondazioni Bancarie …
In alcuni interventi e nella sintesi finale si è messo in evidenza come con questa delibera molti hanno dovuto fare un passo indietro rispetto alle proprie posizioni, per fare tutti insieme un grande passo avanti in nome dell’unità e della responsabilità amministrativa nella costruzione su basi solide della nuova società di gestione. E’ ancora difficile a questo punto individuare cosa cambierà per gli acquedotti dei comuni della Valle Maira attualmente in parte a gestione ACDA ed in parte a Comuni Riuniti, già entrambi società interamente pubbliche. Insomma sembra proprio che con le conseguenze del decreto “Sblocca Italia” la strada sia diventata lunga e costellata di curve, quando invece la decisione dei cittadini nel referendum del 2011 è stata quanto mai chiara e lineare.

Mario Piasco