“La sede dell’Unione dei Comuni della Val Maira deve essere a Dronero”, “Dronero non può contare come Macra”, dichiarazioni rilasciate durante il consiglio comunale di Dronero da un rappresentante della minoranza e riportate sull’ultimo Dragone sulle quali vale la pena fare una riflessione. |
In secoli bui del Medioevo la valle era divisa in due, da Lottulo in su dodici Comuni si governarono per più di cinque secoli secondo regole virtuose, in cima alla catena di comando un Consiglio di Valle, la “Congrega”, composta da rappresentanti di ogni comune, la sede delle riunioni era a Stroppo, baricentro geografico.
I singoli comuni si occupavano dell’ordinaria manutenzione del territorio e di questioni locali, di tutto il resto se ne occupava la “Congrega”.
A Dronero c’era il Podestà che, per l’alta valle, si occupava solo di manutenzioni stradali e amministrava la giustizia di secondo grado.
Secoli dopo, nel 1971, le Comunità Montane sono state pensate con una rappresentanza anche qui uguale per ogni comune e la sede aveva una collocazione abbastanza baricentrica.
Il problema non mi pare ora quello di pesare col bilancino quanto Dronero debba prevalere nell’Unione, ma quello di capire se questo nuovo tassello organizzativo possa essere funzionale all’avvenire possibile per la valle, perché torte da dividere non ce ne sono più, c’è solo più da rimboccarsi le maniche.
A costo di ripetermi, torno a dire che le Comunità Montane chiuse ora dalla Giunta Cota, non erano parenti con quelle nate nel 1971, in tempi non sospetti le avevo definite un “mostriciattolo organizzativo” che non aveva possibilità di sopravvivere e questo mostriciattolo lo aveva voluto la Giunta Bresso.
Azioni bipartisan!! Diversi schieramenti, diversi i colori, una comune lontananza dai problemi della montagna, accompagnata però da una costante latitanza progettuale delle nostre istituzioni locali.
Finita la storia, terminati i giochetti, ora bisogna tirare fuori la farina del nostro sacco, non aspettiamoci nulla dall’esterno e dalla nuova Unione di Valle mi aspetto escano idee, proposte, progetti espressi da una classe dirigente in grado di cogliere le reali necessità del territorio lasciando da parte inutili virtuosismi polemici e bizantinismi levantini sul piano organizzativo.
Dronero è sempre stata parte della valle Maira, ma guardate che ora ne è l’anello debole, quello più fragile.
Non è né zuppa ne pesce, sarà magari il più grande Comune della valle, ma se questo è il metro di misura
Dronero da sola è insignificante nel contesto regionale. Altro è se si presenta con alle spalle la valle Maira.
Se si comincia col discutere su chi pesa di più o dove mettere la sede, abbiate pazienza, ma si parte male e si finisce peggio.
Non è questa la strada credetemi, in questo momento di grave crisi mi preoccuperei prima di tutto di definire una strategia condivisa col resto della valle su:
supporto alle attività produttive: gli insediamenti produttivi del dronerese sono patrimonio di tutta la valle e tutta la valle deve difenderli con i denti e i modi ci sono;
sostegno al primario: qui si gioca l’avvenire della media e alta valle, senza primario si chiude bottega e poi neppure il turismo avrà gambe per camminare;
sviluppo turistico: colleghiamo il turismo in quota con il fondovalle a apriamoci con le valli vicine e alle altre realtà del cuneese senza sciocchi approcci autarchici;
erogazione dei servizi;
gestione del territorio: utilizzo dell’immenso patrimonio boschivo della valle come volano di sviluppo, gestione dei pascoli in quota, manutenzione delle strade e della rete dei sentieri;
ecc …..
Prima di tutto però focalizziamo l’attenzione sui giovani, sulle loro attese, questa è la prima cosa da fare.
Nessun comune può pensare ad una via autonoma su questi temi e non li si possono lasciare a qualche alzata d’ingegno.
Nessuno si salva da solo e l’obiettivo dell’Unione dei Comuni deve essere una strategia di sviluppo di valle, poi si potrà passare alla fase progettuale, ma non si parte da zero, abbiamo strumenti che possono essere utilizzati al meglio.
Penso, ad esempio, ad una “cabina di regia” di valle per individuare i possibili finanziamenti cominciando da quelli europei e a una conseguente “politica estera” che permetta di far camminare le nostre proposte.
Penso a un utilizzo conseguente della “Maira spa” che, pensata come “motore” per dare energia alla valle tutta, deve essere utilizzata come sostegno alle attività produttive in basso ed alla vita sui monti in alto, creando al più presto un consorzio di autoconsumo elettrico che comprenda anche le aree artigianali di fondovalle.
Penso a una “Comuni Riuniti” che, in sinergia con la “Maira spa”, può occuparsi anche di altro, oltre che di acquedotti e fognature.
Perché non costituire poi un tavolo di consultazione permanente con una rappresentanza delle attività produttive ed altri tasselli organizzativi di valle…
Se tutto questo ha un senso, allora cominciamo a individuare una strategia operativa e non dal numero di rappresentanti, dalla collocazione di sedi, da bizantinismo statutari, tutte questioni che fanno parte di un fardello di giochetti antichi che non servono più a nulla.
Dronero e la valle tutta devono recuperare un’anima antica, pensare un progetto moderno e dando priorità alle idee, all’etica e allo spirito di servizio.
Mariano Allocco