Intervista a Roberto Colombero

colombero Con Roberto Colombero, 39 anni medico veterinario, Presidente dell’Unione Montana Valle Maira abbiamo affrontato alcuni temi di attualità per il nostro territorio e cercato di capire come si collocano gli Amministratori locali in rapporto alle scelte politiche regionali e nazionali

Nella sua qualità di Presidente dell’Unione Montana, rispetto alla precedente Comunità Montana, quali sono le principali e più urgenti problematiche che si trova a gestire ?
Il sottoscritto, la giunta dell’Unione e tutti i sindaci, sopratutto quelli dei comuni più piccoli, siamo impegnati a costruire la struttura dell’unione per poter garantire le funzioni fondamentali dei comuni. Un lavoro davvero complesso e impegnativo viste le tante norme , a volte incongruenti, che ci stanno creando non poche difficoltà per raggiungere l’obiettivo. Ma ce la faremo.

L’Unione così come è nata può essere uno strumento valido per realizzare un’ autentica “politica di Valle” nell’interesse di chi vive il territorio da Dronero ad Acceglio e quale assetto si sta costituendo ?
Deve essere strumento di politica di comunità valliva se vogliamo aver voce in capitolo nelle grandi questioni dei nostri tempi, se vogliamo essere protagonisti nelle dinamiche socioeconomiche, se vogliamo sederci ai tavoli che contano in una posizione paritaria rispetto alle città. Dobbiamo essere strumento per intercettare finanziamenti  europei e solo un ente sovracomunale vallivo può fare questo. Stiamo cercando di strutturare gli uffici per essere davvero operativi il prima possibile.

Come vede in generale la situazione della nostra Valle, luci ed ombre e soprattutto quali prospettive future ?
In sintesi: grandi difficoltà e grandi opportunità. Le difficoltà sono quelle dei numeri esigui, dei servizi ridotti, di paesi che vivono a periodi…ma sopratutto l’ombra più scura che vedo è l’atteggiamento di rassegnazione di qualcuno, le battaglie di retroguardia di chi preferisce le vie brevi e le risposte “di pancia” al confronto serio di un mondo che cambia e che si proietta nel futuro.
Le luci sono il territorio fantastico in cui viviamo, i tanti giovani che lavorano e quelli che sono interessati a venirci a lavorare. Luce è la convinzione di tanti di appartenere ad un mondo, quello della valle Maira , che è autentico, che è unico e che, declinato nei valori di un futuro prossimo basato su agricoltura  sostenibile, turismo di qualità e  valorizzazione delle energie rinnovabili della green Economy, si trova improvvisamente al centro e non più alla periferia dell’impero. Quindi, prospettive formidabili che superano di gran lunga le difficoltà.

Ad inizio estate Lei ha convocato una serie di incontri a Espaci Occitan per discutere proposte per il Progetto Nazionale Strategia Aree Interne valli Maira e Grana e poi non se n’è saputo più nulla, ci può dire a che punto siamo e cosa dobbiamo aspettarci ?
Si sta lavorando col comitato nazionale e quello regionale alla predisposizione di una strategia. Abbiamo raccolto tutte le proposte nei vari incontri e sopratutto quelle pervenute nei mesi successivi. È un’esperienza di programmazione nuova, per tutti. Ma credo sarà sicuramente un’esperienza avvincente ed una grande opportunità di crescita culturale ed economica per le valli Maira e Grana. Da una parte interverremo per migliorare i servizi con un contributo di 3,75 milioni di € ; dall’altra costruiremo di concerto con Torino e Roma un percorso di sviluppo che attraverso la valorizzazione delle nostre risorse ci possa permettere di mantenere i maggiori servizi nel tempo e far partire settori che sono quiescenti ma che hanno grandi potenziali. Il tutto all’interno di una cornice che veda al centro il nostro territorio e il suo mantenimento secondo criteri di sostenibilità , la nostra cultura , la formazione, l’accessibilità  attraverso le strade fisiche e telematiche.

Lei è Sindaco di Canosio, i Comuni sono l’ultimo presidio di democrazia, il più vicino alla gente, ma sembrano ormai esautorati da decisioni politiche che arrivano da lontano; quale è oggi il ruolo dei sindaci dei piccoli comuni ?
I sindaci hanno tanto più peso nella misura in cui condividono una logica e una politica di valle. I sindaci che pensano che il mondo comincia e finisce al confine del proprio comune non fanno gli interessi dei loro cittadini. Fortunatamente in valle siamo tutti consapevoli di questa visione e c’è grande compattezza . E credo che la compattezza di un territorio e la credibilità dei propri rappresentanti possano fare tanto per incidere anche sulle decisioni politiche che arrivano dai centri del potere.

Alle ultime elezioni regionali nelle valli si è presentata la lista Alpes , quali sono i rapporti con la Regione e quale politica per la montagna sta portando avanti la Giunta Chiamparino ?
I rapporti con la Regione sono quelli che ci devono essere tra istituzioni che si rispettano e che hanno chiaro quale deve essere il ruolo reciproco. La giunta regionale, sulla montagna, ha ereditato una situazione che a definire “drammatica” è dire poco. Non era semplice ricomporre ciò che la giunta precedente ha smontato con leggi folli, e con tanta incompetenza e demagogia. L’ass. Valmaggia sta dimostrando sicuramente attenzione e buon senso, ma non avevo dubbi in merito.

Come Consigliere Provinciale e Vicepresidente dell’Autorità d’Ambito Cuneese 4 alla luce delle recenti decisioni in materia di Sistema Idrico Integrato qual è la sua posizione sulla gestione degli acquedotti e a quale realtà pensa andremo incontro ?
La mia posizione è quella del territorio che rappresento: vogliamo una gestione pubblica del sistema idrico integrato . La realtà cuneese è molto eterogenea: società pubbliche, miste pubblico-private e totalmente private. Le concessioni scadranno nel 2017. La legge prevede che ci sia una società unica per ogni ambito. Il nostro è un ambito di dimensione provinciale, quindi ci dovrà essere una sola società a gestire il servizio idrico. Nel comitato tecnico abbiamo lavorato in questi mesi per fare sintesi di tutte le esperienze e abbiamo delineato la società unica pubblica come obiettivo. Pare, però, che ad una fetta importante di sindaci della provincia questa soluzione non piaccia… L’unica cosa certa è che il fronte del ” pubblico ” dovrà presentarsi il più compatto possibile. Poi vedremo.

La valle Maira e Maira s.p.a in che rapporto sono ?
La Maira ha fatto tanto e ha dato tanto. Dopo l’attuale fase di commissariamento della comunità montana (socio di maggioranza pubblico) e quando le quote passeranno all’Unione, dovremo ripartire a costruire progetti e idee, insieme.

Si parla spesso di distanza della politica e degli amministratori pubblici dai cittadini e di delega in bianco col voto, è un problema che riguarda anche le piccole comunità locali?
Non credo….abbiamo comunità talmente piccole nelle quali tutti ( quasi sempre gli stessi) fanno tutto. La distanza non c’è quando vivi le stesse difficoltà di chi amministri.

Le sue cariche istituzionali ed i suoi impegni su più fronti richiedono quella che una volta si chiamava passione politica, come concilia questi aspetti e come si definirebbe oggi ?
Bella domanda: potrei definirla “lucida pazzia”. Bisogna essere pazzi per impegnarsi in questo periodo storico nella gestione della cosa pubblica. Pazzi per il tempo che bisogna mettere, pazzi perché da noi si è lontani sempre da tutto, pazzi per la difficoltà delle sfide. Pazzi perché è un costo. Ma bisogna essere lucidi per capire la portata della missione, lucidi per guardare avanti senza lamentarsi di continuo, lucidi per immaginare dei percorsi innovativi, e lucidi per capire che sarebbe folle non mettere, se uno può, passione e impegno per il territorio che uno ama e nel quale crede. Ma credo che la stessa motivazione valga per tutti i colleghi amministratori in valle.

R.D.