Proviamo a pensare in grande!

colombero Scrivere “io lo avevo detto” non è che aiuti a risolvere i problemi, ma dopo il fallimento delle Comunità Montane del Piemonte, che chiudono a fine anno, mi son riletto quanto nel novembre 2010 avevo pubblicato a proposito del loro nuovo assetto, a dir poco fantasioso, deciso in allora.

“… se le nuove Agenzie di Sviluppo (nuova definizione delle Comunità Montane) non funzionano non è per colpa delle persone che ora ne sono al comando, è semplicemente impossibile che un’organizzazione di questo tipo possa funzionare.
Il problema sta nel manico, hanno confini improbabili e non hanno una struttura operativa adeguata agli obiettivi dichiarati ….. sono convinto che occorra al più presto pensare di porre delle pezze, non possiamo permetterci il lusso di aspettare che il “mostriciattolo organizzativo” collassi per pensare a cosa metterci al posto.”
Il “mostriciattolo organizzativo” ora è inesorabilmente collassato e occorre pensare al più presto a cosa metterci al posto, provo a fare una riflessione partendo da lontano, dallo statuto catalano che nel preambolo recita “I poteri pubblici sono al servizio dell’interesse generale e dei diritti della cittadinanza, col rispetto al principio della sussidiarietà” ed è proprio la sussidiarietà la grande assente nel governo delle Alte Terre regionali.
C’è chi di sussidiarietà si è riempito la bocca, ma poi nulla è stato calato su un piano operativo per ricollocare al centro del sistema di governo montano il Comune ( non si può che ripartire da li!!) e da tempo vado affermandolo, convinto che la sussidiarietà sia la carta vincente.
Ripartire dal Comune vuol dire dare alla periferia piena facoltà decisionale di delega a livello superiore, questo è il solo modo per coinvolgere nuovamente le energie e le intelligenze locali, un percorso virtuoso perché un accorpamento fallimentare pensato e calato dall’alto non ha funzionato.
Una organizzazione è efficace se raggiunge obiettivi dati adottando strategie condivise, in tempi certi e con risorse note, sapendo che la strategia è arte di ordinare, sviluppare e impiegare le forze per conseguire la massima probabilità di raggiungere obiettivi realisticamente perseguibili.
Il nuovo modello organizzativo deve rispondere a obiettivi che vanno oltre alla sola amministrazione locale, bisogna porre le basi per dare rappresentatività ai territori montani nelle sedi legiferanti (regione e stato ), avere una dimensione territoriale che permetta una progettualità efficace, fornire alle nuove generazioni il bagaglio di saperi necessari….. In sintesi gli abitanti del monte devono tornare a decidere a casa loro sulle questioni che li riguardano, un obiettivo che si può raggiungere con aggregazioni che abbiano la potenza necessaria.
Intanto due anni sono stati persi nella pia illusione che reggessero le nuove Comunità Montane, sedicenti Agenzie di Sviluppo, e ora la “politica” è chiamata a trovare soluzioni in tempi brevissimi, ma è meglio che sia la “politica” locale a fare una proposta, quella centrale ha già dato il meglio di se al riguardo!!
Le strade possono essere due, una, forse la più semplice, è quella di creare aggregazioni di valle, puntare alle “piccole patrie” per mantenere in vita micro aggregazioni che rispondono in qualche modo a interessi di corto raggio, altro è guardare oltre all’oggi, pensare più in grande e proporre soluzioni che abbiano una prospettiva generazionale.
Penso a dimensioni che permettano la gestione del territorio con la “potenza” progettuale necessaria in un contesto che sarà sempre più competitivo.
Penso a soluzioni che abbiano confini che delimitino una comunità coesa, stessi interessi economici e sociali, connotazioni geografiche e storiche simili.
Penso a una aggregazione che abbia una potenza endogena sufficiente a far valere le proprie ragioni recuperando anche valori culturali e rapporti internazionali antichi.
Questo momento di crisi istituzionale può essere giocato in positivo e può diventare una occasione per pensare in grande a qualcosa che vada oltre asfittici orizzonti locali.
Per questo condivido e sostengo la proposta avanzata dal presidente della Comunità Montana Valle Maira Roberto Colombero di una Unione di Comuni che vada dalla valle Stura alla Valle Po’ e auspico che i sindaci coinvolti la facciano loro, è una sfida che vale la pena cogliere. Bene Roberto, vai avanti!!
Mariano Allocco, ottobre 2012. ; mariano.allocco@tiscali.it ; tel 335 7472434