Commissari…

covid19 Il nostro sta diventando un Paese di commissari.


Dalle cosiddette task-force a livello nazionale e regionale ai vari commissari, a fianco del Governo del Paese o delle grandi amministrazioni locali, è tutto un fiorire di sostanziale “delega” ad altri di decisioni che la Politica dovrebbe assumersi.

Da ultimo – e parliamo del livello nazionale – Domenico Arcuri (ex dirigente d’azienda, dal 2007 amministratore delegato di Invitalia) dopo l’incarico di commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere necessarie a far fronte all’emergenza Covid, ha pure assunto il ruolo di commissario speciale per la ripartenza in sicurezza della Scuola a settembre. Anche in questo caso, un’evidente ammissione di incapacità o impossibilità ad agire del Ministero dell’Istruzione. Peraltro, proprio su questo fronte, si registrano ovunque le grandi preoccupazioni dei dirigenti scolastici cui è stato demandato buona parte del lavoro organizzativo, con risorse umane ed economiche decisamente scarse.

Se da un lato è evidente che la scelta del commissario è necessaria per avere decisioni rapide, dall’altro è opportuno chiederci perché chi, in ultimo, le decisioni le deve prendere non è così sollecito come il caso richiederebbe. Una prima facile risposta potrebbe essere quella dei “veti incrociati”, il mantenimento di delicati equilibri politico-amministrativi, giocati spesso sul filo di pochi voti dove il “ricatto” di questa o quella forza partitica diventa determinante. Ricatto sovente dettato più da motivi di tornaconto elettorale che da argomenti veri, anche se tutti si trincerano dietro la frase “… per il bene del Paese”.

A nulla sono valse tutte le riforme elettorali – e l’Italia repubblicana è certo una della nazioni che non si sono fatte mancare queste riforme – tant’è che è nuovamente all’ordine del giorno la discussione sulla modalità di elezione dei nostri rappresentanti. Inutile dilungarci oltre su questo tema, poiché è probabile che anche questa volta, se la discussione andrà in porto, il giorno dopo nasceranno nuovi problemi di governabilità. Veniamo alla nostra Valle. Ad Elva torna il Commissario. Non poteva essere altrimenti, essendo decaduto l’intero Consiglio comunale eletto appena due anni fa, dopo un anno di commissariamento. Litigiosità eccessiva, protagonismo? Chissà?

Resta il fatto che già diversi comuni della Valle sono stati affidati, in tempi recenti, ad un periodo commissariale e non è un buon segnale. Per le Alte Terre si sono aperte delle opportunità nuove di sviluppo: ad esempio il Progetto Aree Interne – un piano che coinvolge più di 4000 comuni italiani (oltre la metà del totale) – destinato ai territori periferici e marginalizzati. Non sappiamo se se queste opportunità saranno concrete, ma per coglierle pienamente occorrono in primo luogo coesione e visione comune dei progetti. Due fattori che sembrano mancare!

Sergio Tolosano