WIR SIND ALLE EUROPÄER – SIAMO TUTTI EUROPEI

covid19 WIR SIND ALLE EUROPÄER – SIAMO TUTTI EUROPEI


Wir sind alle Europaer
Che il fascino della Valle Maira sia diventato famoso ben oltre i confini del proprio Paese, lo sanno ormai in tanti nella Provincia di Cuneo. Il numero dei tedeschi che negli anni sono venuti in valle è in costante crescita; parecchi vengono in estate, ma molti, dopo avervi passato le vacanze, poi rimangono. Con grande piacere è stata accolta la proposta del Dragone per questa iniziativa. Ma cosa vuol dire essere straniero in Italia, in Valle Maira? Una persona nuova in un posto nuovo non è sempre un po’ straniera? Ci siamo sentiti tutti stranieri nella nostra vita. E di cosa abbiamo bisogno per sentirci un po’ più a casa? Di essere ascoltati, ma anche di ascoltare. Che non sia sempre facile, quando si parla una lingua diversa, quando si proviene da un’altra cultura, lo sappiamo tutti. Per fare la differenza ci vogliono la volontà, l´impegno e una buona dose di pazienza. Si creeranno delle incomprensioni, l´importante è non arrendersi. Perché, alla fine, siamo stati tutti in queste situazioni. Al giorno d´oggi, abbiamo la fortuna di vivere in un’Europa unita, dove possiamo circolare liberamente, e vedere posti e culture nuovi e diversi.

I nostri nonni e bisnonni hanno dovuto combattere, i nostri genitori sono cresciuti in una Germania ancora divisa da un muro. Oggi i muri non ci sono più e i confini sono aperti. In fin dei conti, siamo tutti un po’ stranieri ovunque. Anche se siamo cresciuti parlando lingue diverse, in culture diverse, quando la gente in Valle Maira si unisce intorno ad un tavolo con canti e balli non contano più la provenienza e l’accento.Vogliamo cogliere quest´occasione proprio per questo, per parlarci, per rendervi partecipi così come voi avete reso possibile la nostra integrazione nel territorio, uniti dall’amore per questa bellissima valle. Possiamo sempre imparare l´uno dall´altro, possiamo scambiarci le nostre esperienze ed è questo ciò che questa iniziativa vuole promuovere e rendere possibile. Indubbiamente, le nostre culture hanno delle differenze, e qui non parliamo del cappuccino all´ora di cena, per il quale siamo famosi in Italia… I tedeschi ammirano la cosiddetta „dolce vita“, la cercano e spesso la trovano in Valle Maira, con il turismo lento, che permette di staccare per un poco dalla vita frenetica, organizzata e scandita dagli impegni. Fuggire in mezzo alla natura spesso immacolata non ha prezzo.

Il turista, non solo tedesco, cerca questo, e lo trova facilmente proprio qui, da Dronero salendo lungo la Valle Maira. Qui trova la gente che ci vive e che ne condivide volentieri la bellezza. In questo annus horribilis, creare uno spazio di scambio, di comprensione e di spiegazione è la miglior via che potessimo scegliere. Ascoltandoci, possiamo imparare tanto, l’uno dall’altro, possiamo trovare l’occasione per chiarire alcuni pregiudizi sui tedeschi, trovarne conferma o disaccordo tra gli italiani, sempre col sorriso e con leggerezza, o per renderci conto che, alla fine, le cose in comune contano più delle differenze. Perché, alla fine, siamo tutti europei.

Sven Heinitz



Una pagina nuova
Si chiude un annus horribilis, il Dragone vuole dare un suo contributo, sul piano culturale, per ricominciare con i migliori propositi. A partire dal primo numero del 2021 i nostri lettori troveranno una pagina dedicata alla comunità di lingua tedesca della Valle Maira, che il giornale mette a loro disposizione, gli articoli saranno bilingue e avranno come obiettivo quello di avvicinare due culture per molti versi distanti, insomma favorire “la comprensione reciproca” illustrando il diverso approccio al vivere quotidiano che “l’altro” può avere.

L’idea nasce da una chiaccherata con il Presidente del Centro Giolitti, Paolo Bersani, nella quale emerge la necessità di coinvolgere maggiormente la comunità di lingua tedesca presente in Valle, una risorsa importante per tutti. L’istanza viene portata in redazione e qui l’idea prende corpo. Poi una bella cena da Maria Schneider, la capostipite della comunità di lingua tedesca, in quel di Borgata San Martino, durante la quale viene illustrato il progetto a cui, dopo una attenta riflessione, aderisce di buon grado. Troppo spesso culture diverse si arroccano, si arruffano e magari arrivano a combattersi, per reciproca ignoranza, ovvero non conocenza di modi diversi di interpretare il grande libro della vita. La cultura nordica e quella mediterranea presentano molti punti di vista diversi, secoli di incomprensioni, di guerre, non possono scomparire in un attimo. Il modo migliore per esorcizzare questo passato, spesso difficile e drammatico, è quello di “parlarsi” senza la presupponenza dei nazionalismi, con la semplicità della vita quotidiana.

Questo è lo spirito che sottende questa avventura, perchè tale la consideriamo. Sarà una bella esperienza raccogliere le voci, e speriamo anche gli scritti, dei nostri lettori, spesso non giovanissimi, quando si troveranno un pagina del giornale scritta in tedesco. A molti di loro, i più anziani, ricorderà la fanciullezza e per molti non saranno bei ricordi, ma è proprio per mettersi alle spalle un momento triste e difficile del nostro passato ancora prossimo, relegandolo finalmente alla storia, che questa iniziativa è nata.

Per una sorta di nemesi, la stessa cultura che ha messo a ferro e fuoco la nostra valle, ha saputo, tanti decenni dopo, farla rinascere. La rinascita culturale della valle è figlia del contributo degli Schneider e del movimento che hanno saputo generare. Prima di loro si aspirava ad avere condomini, impianti sciistici, funivie e sklift, dopo di loro si è scoperto il fascino della cultura occitana, la difesa delle tradizioni, delle architetture, la politica del tempo ha saputo cogliere il momento e sono nate locande, sentieri, ovvero un turismo alternativo, attento alla natura e alla cultura. Vogliamo dare una mano affinchè tutto questo continui anche oltre le singole persone e, se son rose, fioriranno (Wenn es Rosen sind, so werden sie blühen!).

Massimo Monetti

L’affare ENEL

ENEL Con questo mese iniziamo una serie di articoli, o almeno queste le nostre intenzioni, per trattare un argomento che riveste una particolare importanza per la città di Dronero.
Ci riferiamo alla trattativa in corso con ENEL per la risoluzione della controversia relativa alla Convenzione stipulata dal Comune di Dronero a seguito della cessione, da parte del Comune stesso, della Azienda Elettrica Municipale alla società ENEL, allora non ancora Società per Azioni, ma ente statale.

Quest’ultima precisazione è importante per capire meglio l’evoluzione della storia. Ma per procedere con ordine incominciamo col definire per sommi capi la vicenda. Nel 1995 l’allora Sindaco Franco Reineri e la sua Giunta gestirono la vendita all’ENEL dell’AEM, l’azienda che gestiva la distribuzione dell’energia elettrica nel Comune di Dronero, energia che otteneva dall’ENEL stessa ad un prezzo di favore a fronte di accordi economici legati alla autorizzazione concessa nel lontano 1928 dal Comune per la costruzione della centrale idroelettrica, dell’allora CELI, a Ponte Olivengo. Chi ha qualche anno di più, o di troppo, non può non ricordarsi la matematica certezza con cui s’interrompeva l’erogazione dell’energia elettrica al secondo, massimo terzo fulmine che si scaricava su Dronero durante i temporali primaverili. Interruzione che normalmente non durava tantissimo, ma quanto bastava per perdersi l’azione del gol della importante partita di turno trasmessa alla televisione, che proprio sul più bello si spegneva. Tanto che nel caso delle partite della Nazionale era abitudine diffusa andare a caccia dell’amico che aveva la casa allacciata all’ENEL per non rischiare il black-out.

Per tornare alle nostre questioni la cessione passò attraverso la stipula di questa Convenzione che prevedeva la fornitura, da parte dell’ENEL, per 75 anni, di un massimo di 1.500.000 Kwh/anno al Comune di Dronero a titolo gratuito, fornitura finalizzata al funzionamento dell’ente Comunale, cioè Uffici Pubblici, Impianti Sportivi, Scuole, Manifestazioni di interesse Comunale ed Illuminazione Pubblica. La decorrenza era il 1 Febbraio 1987, quindi si arrivava fino al 2062. Potrete trovarne la copia sul nostro sito internet (www.dragonedronero.it) alla voce Documenti .

Abbiamo interpellato l’ex Sindaco Franco Reineri che così ricostruisce i termini della Convenzione stipulata con l’ENEL “L’Ufficio Tecnico Erariale stimò in 2,8 miliardi di lire il valore dell’AEM, e questa fu la cifra che l’ENEL pagò, a questa cifra si aggiunse la fornitura gratuita per 75 anni di 1.500.000 Kwh/anno, oggetto del contendere. 800 milioni, dei 2,8 miliardi incassati, furono utilizzati per il ripristino del canale che va dalla vecchia presa della Marchisa alla centrale ENEL, mentre l’80% dei 2 miliardi rimanenti vennero utilizzati per realizzare la centralina Comunale di Monastero, opera che incontrò la tenace opposizione dell’Ing.Carlo Simondi intenzionato a realizzare in prima persona l’opera. Ne nacque un contenzioso che durò anni, il Comune di Dronero venne trascinato attraverso diversi gradi di giudizio, fino alla Cassazione, ne uscì sempre vincitore, anche se fu costretto a sostenere una spesa di circa 130.000 euro in spese legali. Soldi comunque ben spesi, sia perchè si riuscirono a salvaguardare diritti sui canali irrigui che la comunità dronerese vanta dai tempi del Marchesato di Saluzzo, sia perchè la successiva realizzazione della centrale di Monastero garantisce ancora oggi, alle casse del Comune, una rendita annua di circa 400.000 euro”.

Si chiude un millennio e nei primi anni del 2000 partono le privatizzazioni, tra queste anche quella dell’ENEL. Nasce l’Autorità per l’Energia ed il Gas e le utenze agevolate, quale era quella a cui era soggetto il Comune di Dronero, vengono regolamentate da questo Ente. Arriviamo così al 1^ Gennaio 2010, data a partire della quale, a seguito della Delibera del 20 Novembre 2009 n. ARG/elt 180/09, cessa il rimborso di quanto a suo tempo pattuito con l’ENEL.

Quindi dal 1^ Gennaio 2010 il Comune di Dronero riprende a pagare l’energia elettrica a prezzo di mercato. Sempre in quell’anno il Comune richiede un parere legale all’Avv. Scaparone di Torino che risponde nell’agosto di quell’anno con un articolato documento che si conclude con queste frasi :
“Pertanto, è da ritenere che la previsioni dell’Art.7 della Convenzione sia tuttora valida ed efficace e l’ENEL spa abbia l’obbligo di darvi esecuzione. In conclusione, si può concludere che, essendo l’ENEL spa ancora vincolata al rispetto dell’obbligazione convenzionale, il Comune di Dronero deve rivolgersi ad essa per il relativo adempimento”.

Passano due anni, in cui il Comune continua a pagare l’elettricità a prezzi di mercato, e arriva una lettera dell’ENEL che ufficializza la posizione richiamandosi sempre alla Delibera del 20 Novembre 2009 n. ARG/elt 180/09, già precedentemente citata, dell’Autorità per l’Energia ed il Gas, la lettera conclude con queste parole che hanno come soggetto la citazione della famosa Delibera, “ dispone la cessazione delle condizioni tariffarie previsti per i regimi normati dal D.L. 14 marzo 2005 n.35 … non possiamo [l’ENEL, ndr] che escludere l’esistenza, a carico di Enel Spa e/o società appartenenti al Gruppo Enel degli obblighi da Voi richiamati”

Questo quanto siamo riusciti a documentare tra non poche difficoltà, vista la cortina di silenzio che circonda la questione. Ovviamente cercheremo di approfondire per informarvi meglio, ma chiudiamo con due riflessioni.

La prima ci porta a fare alcune considerazioni, da non addetti ai lavori, sulla vicenda legale per tentare di capire e di far capire i nostri lettori. L’ENEL contrasse con il Comune di Dronero un impegno di fornitura come contropartita per l’acquisto della AEM. Nel tempo l’ENEL venne privatizzata e le “tariffe speciali” vennero cedute dall’ENEL alla neonata Autorità per l’Energia ed il Gas, che utilizza la bolletta per finanziare questi regimi tariffari speciali. Difficile infatti, per una Società per Azioni quotata in Borsa, portarsi nei bilanci le “tariffe speciali”. Il caso di Dronero-AEM può contare su precedenti illustri, le Ferrovie dello Stato, ad esempio, che nel 1962, anno della nazionalizzazione, cedettero all’ENEL la propria rete di produzione e ne ricevettero in cambio una “tariffa agevolata” di fornitura che nel 2012, ad esempio, è costata ben 354 milioni di euro agli italiani, soldi che vengono recuperati in bolletta e quindi vengono pagati da tutti. Evidentemente, nel tentativo di diminuire i costi dell’energia e chiudere con un passato di agevolazioni per gli uni, che diventano balzelli per gli altri, lo Stato ha cominciato con i più piccoli ed il Comune di Dronero si è trovato in prima fila. L’impressione è che alla fine, dopo aver contribuito a rendere felice l’Ordine Forense, si andrà ad una transazione.

La seconda riguarda la partita in gioco, in termini economici ovviamente, una fornitura di 1.500.000 Kwh/anno vale circa 216.000 euro/anno (calcolato al costo medio, per utenze industriali, di 0,144 euro/Kwh, fonte Eurostat-2012), gli anni in gioco sono il periodo 2010-2062, cioè 52 anni, quindi, mal contato, il debito dell’ENEL verso il Comune ammonta ad 11 milioni di euro. I calcoli sono teorici e molto approssimativi, ma servono a mettere in evidenza che la cifra in gioco è dell’ordine degli svariati milioni di euro, soldi che, in anni di magra, per una comunità quale quella dronerese, potrebbero veramente fare la differenza. Ma potrebbero anche rappresentare “la differenza” per la campagna elettorale del Sindaco Acchiardi. E’ vero che mancano ancora due anni, ma si sa : i tempi della Giustizia, in Italia, sono lunghi.

Massimo Monetti