Intervista ad Antonio Garino, Sindaco di Celle Macra

garino Continua la nostra serie di interviste ai Sindaci della Valle, questa è la volta di Celle Macra e di Antonio Garino, Ingegnere, eletto Sindaco a Giugno del 2014.

Come è nata l’idea di candidarsi

Sono stato eletto a Giugno 2014, concluse le pratiche burocratiche siamo entrati nei pieni poteri ad Agosto 2014. Non è la mia prima esperienza da Sindaco, a Celle, con l’avvicinarsi delle ultime elezioni si è costituito un bel gruppo di volenterosi, persone stabilmente legate al territorio, residenti a Celle o nei comuni vicini. Queste persone hanno voluto costruire insieme a me un gruppo soprattutto di giovani appassionati a fornire il loro impegno per il paese e la sua popolazione, apportando ognuno la propria esperienza di vita e di lavoro. L’obiettivo, oltre a quello di amministrare il Comune e le sue risorse, è stato anche quello di formare una nuova generazione di giovani amministratori, perché loro sono la speranza ed il futuro.

Lei è Sindaco da poco tempo, non possiamo quindi chiedere conto di bilanci, quali i progetti.

Il comune, per certi versi, può essere assimilato ad una azienda multiservizi, un’azienda particolare che deve erogare quei servizi che consentano ai cittadini di viverci, nel caso di un comune montano come il nostro, di riuscire a continuare a viverci.
In questi anni i tagli nei trasferimenti hanno colpito anche noi e continueranno ancora per molto tempo, non vogliamo però rifugiarci dietro le solite lamentele, preferiamo rimboccarci le maniche e trovare risorse per proseguire, incominciando con il valorizzare le risorse del nostro comune in modo da creare possibilità di lavoro per chi desidera ancora vivere in montagna.

Una prima possibilità arriva da un migliore utilizzo di due risorse di cui il comune di Celle Macra è ricco, i boschi ed i pascoli. Lo stato di utilizzo e di sfruttamento è decisamente arretrato, le cause diverse, a cominciare dalla mancanza di strade per accedere ai boschi. Il Comune ha una consistente proprietà, di cui neanche la metà è servito da strade o piste di accesso. Vogliamo pensare ad un utilizzo più profittevole delle risorse che sia anche migliorativo della risorsa stessa. Non solo semplici affitti o vendite di lotti di boschi, ma la ricerca di rapporti di lungo periodo con aziende che coltivino i boschi ed i pascoli traendone il giusto profitto, ma che investano anche sulla risorsa e sul futuro della stessa.
Il bosco non deve essere visto come un “museo”, ma come una risorsa che deve essere coltivata con periodici abbattimenti e reimpianti, cosi come si è sempre fatto nei secoli. Il bosco ha un ciclo di vita di 60-80 anni, dopo di che, se non coltivato diventa un problema, nella sua fase terminale, in cui muore, restituisce all’ambiente tutta l’anidride carbonica che accumulato nella sua vita e può diventare un grosso rischio per gli incendi ed il dissesto idrogeologico.
Quindi ecco la necessità di pensare alla foresta come una risorsa da coltivare facendola anche divenire una operazione economica qualificando i suoi prodotti. Sulle attività per la coltivazione del bosco si possono impiantare attività artigianali (risorsa umana pregiatissima in cui personalmente credo molto) .

Una seconda opportunità è invece più collegata al turismo ed alle persone, parlo della Locanda, posto tappa GTA, di proprietà comunale ed attualmente inutilizzata.
Nel corso degli anni si era provveduto alla costruzione di questa Locanda ed al recupero della chiesa di San Rocco adibita poi a sede del Museo per l’antico e famoso mestiere di molti cellesi, quello di “ acciugai”. Il tutto rientrava in una iniziativa portata avanti da Michelangelo Ghio, Sindaco negli anni 1995 – 2000, partita dal comune di Celle, che vedeva coinvolti anche i comuni di Elva, Marmora, Macra e Prazzo. L’idea, ancora estremamente valida oggi ed anticipatrice di quella spinta di aggregazione tra Comuni diventata così attuale, era quella di andare oltre la creazione di un singolo museo di mestieri antichi, ma di ragionare sulla storia di una vocazione territoriale che, se opportunamente promossa e gestita in rete sul territorio, permettesse di attrarre visitatori interessati al territorio nel suo insieme, con conseguenti vantaggi per attività quali l’agricoltura e l’artigianato. Proprio da questa scelta di lavorare in rete nasce la necessità di recuperare i sentieri per i collegamenti con i comuni vicini.

Ci rendiamo conto che la gestione del sistema locanda è complesso, perché intorno ad essa devono essere organizzate tutta una serie di iniziative che attraggano i visitatori verso Celle. Chiederemo al gestore la capacità di contribuire in prima persona alla riuscita di questo sistema, sia nel suo diretto interesse, quanto in quello della per la comunità proprietaria della struttura.
Per esperienza di lavoro nella costruzione di grandi impianti industriali come projet engineer e manager, sono convinto che sovente lo sviluppo delle attività non sono date dalle cose, ma dalle persone che le promuovono e che le gestiscono.

Per rimanere in questo ambito ho notato con piacere che gli amici della Pro Loco, anche essi rinnovati nel Consiglio di Amministrazione nell’estate passata, si sono attivati in modo molto fattivo nonostante l’oggettiva difficoltà ad organizzare eventi da parte di un consiglio insediato quasi a stagione estiva già avviata. Ci sono giovani che credono nella possibilità di rimanere a lavorare a Celle, noi, come amministratori, dobbiamo gestire al meglio le opportunità che il territorio offre per rendere questo possibile aiutandoli anche facilitare la creazione di rapporti con l’esterno e a fare strategia per lavorare e vivere in montagna.
Ci sono persone che hanno una conoscenza approfondita del paese e della sua popolazione, delle sue tradizioni antiche, delle piante del bosco, delle erbe di ogni tipo. Esiste un archivio storico nel Comune che ha bisogno di essere rivalutato.
Serate conviviali promosse intorno a tutti questi argomenti, da persone esperte ed appassionate, possono essere occasioni di incontri per tramandare la cultura della montagna facendo tesoro delle conoscenze delle persone.

Questi in sintesi alcuni progetti che cercheremo di avviare unitamente alla popolazione attiva, purtroppo le difficoltà saranno tante, a cominciare dai tempi della burocrazia che ha percorsi autorizzativi che durano anni, probabilmente non basteranno i cinque anni di mandato, ma vogliamo comunque tracciare la strada ed avviare le iniziative.

Questo è il messaggio di speranza che l’amministrazione vuole dare agli abitanti di Celle ed è il messaggio che ha iniziato ad essere trasmesso soprattutto ai giovani ed ha lasciato speranzosi considerata la loro partecipazione.

Da poco è nata l’Unione Montana, quali le sue prime impressioni

La considero una buona iniziativa e devo dire che l’inizio è stato positivo, diciamo che siamo partiti bene e ci sono i migliori presupposti.
Come amministratori del comune di Celle concepiamo questa nuova Unione come una possibilità di mettere in comune risorse sempre più scarse in particolare i servizi. Chiaramente l’Unione dovrà essere considerata una associazione per favorire la gestione di risorse e non una eliminazione dei comuni. Vorrei ricordare, che i Comuni della Valle Maira esistevano prima dello Stato Italiano, delle Province e delle Regioni, sarebbe una grave responsabilità farli scomparire relegandoli a semplici borgate di un Comune di superficie più vasta e non vedo oggi chi vorrà prendersi questo impegno.
Certo che quando si dovranno distribuire le risorse, purtroppo sempre più scarse, potranno esserci dei problemi, ma sono fiducioso che con il buon senso si riuscirà a trovare una buona convivenza.

In questi mesi è apparso sulla scena un progetto di finanziamento pubblico , denominato “Aree marginali”, che cosa ci può dire.
Ritengo che il progetto sia una opportunità interessante anche se bisogna ricordare che non si rivolge solo al nostro territorio, ritengo però che le valli Maira e Grana si siano presentate bene e ci siano tutti i presupposti per avere delle possibilità di riconoscimento del nostro grave stato di disagio.
Il progetto ha la finalità di finanziare servizi condivisi che possano ridurre i fattori penalizzanti del vivere in aree montane, penalizzanti per le attività produttive e per la qualità della vita, quindi di assistenza indiretta alle famiglie che debbano frequentare una scuola in pianura, oppure seguire un malato in un ospedale ad esempio creando strutture di residenza temporanea. Parliamo di comunicazioni, sia quella tradizionale e quindi di trasporti, sia quella nuova quindi di reti di connessione alla rete informatica. A Celle Macra come in altri comuni questa mancanza di servizio ha impedito al medico di mantenere aperto l’ambulatorio in quanto impossibilitato di trasmettere via telematica la documentazione.

A conclusione di questa lunga e piacevole chiaccherata non possono mancare le considerazioni di rito. Colpisce, come già era capitato per l’intervista al Sindaco di Acceglio, l’inaspettata vitalità degli argomenti e dei progetti. Emerge via via ,sempre più evidente, che un certo diffuso luogo comune che descriveva la Valle come un territorio amorfo e senza futuro, non abbia più ragione di esistere. La vitalità, la voglia di fare, i progetti, la concretezza con cui vengono disegnati è un dato di fatto, e se è vero che tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, è però anche un dato di fatto che queste energie e questo approccio pragmatico esistono. E questo è un dato indubbiamente positivo. Un po’ meno innovativo, invece, è l’approccio verso la nuova Unione Montana, al di là delle belle parole di rito, ogni comune sembra molto arroccato a difesa dello status quo e vede nell’Unione Montana una sorta di riedizione della vecchia Comunità Montana. La realtà però dovrebbe essere un’altra perchè amministrazioni autonome dove le elezioni finiscono 39 a 31 ( totale 70 elettori ) non hanno più senso di esistere nella stessa forma giuridica di quando gli elettori erano 1.000 o più. Si salvino pure i gonfaloni e gli stemmi, ma la macchina amministrativa deve essere unica per diminuirne i costi e soprattutto renderla più efficiente.

Massimo Monetti