Sicurezza sempre

covid19 La vita della nostra comunità è stata funestata da un terribile incidente, un sedicenne ha perso la vita e altri due giovanissimi si trovano in grave stato di salute. Famiglie distrutte, e non solo quella delle vittime.


Alla base di questa tragedia comportamenti sbagliati, ma senz’altro non occasionali. Proprio da questo ultimo passaggio partono le nostre considerazioni. Queste tragedie non accadono per caso, per fatalità, perchè sono la semplice conseguenza statistica di comportamenti tollerati da un certa propensione all’indulgenza, nella certezza che questo dimenticare tornerà comodo quando saremo noi stessi a peccare.

Esistono forze di polizia che dovrebbero prevenire comportamenti potenzialmente rischiosi, basterebbe stazionare davanti a qualche locale il sabato sera, e non solo, per rilevare stili di guida che un giorno magari genereranno tragedie. Esistono sistemi di telerilevamento e di controllo che, o non ci sono proprio, leggi telecamere, o se ci sono, leggi autovelox, vengono lasciati spenti come inutili totem.

Nell’aula consigliare la parola sicurezza stradale e più in generale, controllo e sicurezza del territorio, sembrano non avere ospitalità. Forse perchè l’argomento non è considerato politicamente corretto ? Dronero continua ad essere intasata di TIR, costretti spesso a manovre impossibili per evitare di portarsi dietro qualche balcone che prima poi cadrà sulla testa di qualcuno. Il covid ci ha temporaneamente liberato dalle sgommate dei bolidi del rally, sponsorizzati anche dal Comune, che ogni anno, da tanti anni, scorrazzano senza limiti sulle strade comunali, ottimo esempio per futuri emuli del sabato sera, ma ritorneranno. Tutto questo nella più totale indifferenza della politica, pronta poi a versare copiose lacrime al prossimo evento funesto, quando, puntualmente, dal nulla, si materializzeranno i controlli, gli autovelox, le multe, che nel nulla puntualmente torneranno, dopo qualche settimana, per lasciar posto al solito laissez faire. A chi conclude questa lettura pensando “ma non ci sono i soldi”, suggeriamo, come esercizio, di ripetere il pensiero, ad alta voce, alle famiglie travolte dalla tragedia.

Massimo Monetti