Quello che inizia sarà un anno particolare per il nostro giornale e per la comunità dei nostri lettori. |
Il 24 Dicembre 1969 vedeva la luce il primo numero del Drago, periodico di Dronero e della Valle Maira, a firma Gianni Romeo. Sono passati 50 anni e dopo quasi 3 generazioni siamo ancora qui. Siamo stati costretti, da una triste quanto stupida vicenda, a presentarci con un nome diverso, ma visto che la redazione e soprattutto i lettori, il vero patrimonio di un giornale, sono rimasti sostanzialmente gli stessi ci arroghiamo il diritto, de facto, di considerarci gli eredi del Drago. Con questo spirito ci siamo posti l’obiettivo di celebrare come si deve un evento non così usuale nel panorama della stampa locale, ma d’altronde, un po’ fuori dall’ordinario, noi credimo di esserlo. Dove riuscite a trovare un giornale locale che possa vantare tra i suoi Direttori due firme prestigiose del giornalismo italiano, e non, quali Gianni Romeo ed Ezio Mauro ?
Abbiamo in cantiere iniziative diverse. Un libro per raccontare questa bellissima avventura e la riedizione di un libro che speriamo di riportare all’attenzione che merita. La riproposizione di una manifestazione sportiva da troppo tempo caduta nel dimenticatoio. Alcuni momenti di dibattito con i nostri concittadini per i quali contiamo di avere, come ospiti, qualche firma illustre del giornalismo italiano. Come avrete notato ci siamo tenuti nel vago, la fase organizzativa è appena iniziata e le incognite sono ancora tante, la tradizionale sabauda riservatezza riteniamo sia un obbligo. Però su una, quella che chiuderà l’anno delle celebrazioni, vogliamo essere più espliciti. A Gennaio 2020, salvo imprevisti, verranno posate a Dronero le pietre d’inciampo, quelle originali, davanti alle abitazioni degli internati droneresi : Coalova, Lantermino, Allemandi, Lugliengo e Marchiò. Verrà a posarle l’artista Gunter Denming che terrà anche una conferenza presso il Centro Giolitti. Ci sembrava giusto chiudere le manifestazioni dei nostri primi 50 anni, ricordando un passaggio doloroso della nostra comunità, ma soprattutto cementandone il ricordo nelle strade della nostra Dronero come una sorta di passaggio di testimone alle nuove generazioni che questo spirito libero e orgoglioso dovranno portare avanti.
RD