Salviamo le edicole

ragazzi L’editoria è in difficoltà ormai da tempo, è noto. È forse meno nota la grave crisi del sistema edicole. Due nel centro storico di Dronero hanno chiuso in pochi anni, l’ultima a fine Dicembre.

Se però alziamo lo sguardo oltre la nostra città, vediamo che il problema è davvero pesante e generalizzato. Anche la RAI, lo scorso 5 novembre con la trasmissione Report – in un servizio intitolato “Edicole SOS”- ha dato evidenza ad un disagio di proporzioni enormi. Le edicole stanno scomparendo e il fenomeno è evidente perchè nelle nostre città, paesi e quartieri, quasi ogni giorno si nota una saracinesca abbassata con un cartello “vendesi” in bella mostra. Da tempo le edicole denunciano anche l’effetto devastante dell’ultima deregulation voluta dal governo Monti con il decreto legge 179/2012, che di fatto, ha tolto ogni paletto alle nuove aperture di reparti ad hoc nella grande distribuzione. Il reportage condotto da Bernardo Iovene su Rai3 (con i dati aggiornati al 2018) ci informava che sono rimaste circa 26 mila edicole contro le 40 mila degli scorsi anni, mentre i guadagni degli edicolanti si sono ulteriormente ridotti a meno del 20% (ciò significa che incassano assai meno di 30 centesimi ogni quotidiano venduto) e molti hanno dovuto proporre servizi e prodotti diversi da quelli classici da edicola (ricariche di cellulari, fotocopie, ricezione pacchi, servizio di pagamento multe, etc). I quotidiani (sorretti in buona misura da finanziamenti pubblici che si vorrebbero abolire e da pubblicità in calo costante) sono acquistati ormai solo da “lettori vecchio stampo” (per lo più over 50) riducendo significativamente la tiratura, mentre sul fronte dei libri è un dato statistico che il 60% della popolazione non ne ha letto nemmeno uno negli ultimi 365 giorni. I rapporti della FIEG (Federazione italiana Editori Giornali) sull’industria dei quotidiani parlano di un fatturato di oltre 41 miliardi di euro nel 2007, sceso a circa 30 mld a soli 8 anni di distanza (con un calo del 26%). Nell’ambito dei soli quotidiani, il fatturato è passato da 4 mld a 2 scarsi e la diffusione che nel 2007 era di 5,4 milioni di copie (+4 milioni di copie gratuite), nel 2015 è scesa a 2,9 milioni di copie (compresi i giornali gratuiti). E non ha risolto il problema neanche la vendita di copie digitali (il rapporto è 1 copia digitale in più, 10 copie cartacee in meno). Evidenziare il problema non significa certo risolverlo, né saremmo in grado di farlo. Tuttavia qua e là fioriscono nuove iniziative dalle semplici raccolte di firme avviate ad Alessandria per focalizzare l’attenzione sul problema a quella promossa dal comune di Torino e che verrà avviata già a partire da metà marzo. Assegnare alle edicole la possibilità di emettere certificati anagrafici per i residenti: Stato di famiglia, certificato di residenza e nascita grazie al portale TorinoFacile. Per il rilascio e la stampa dei certificati il richiedente pagherà all’edicolante, per ogni documento, 2 euro 50 centesimi, a cui eventualmente si aggiungerà il costo della marca da 16 euro per i documenti richiesti in carta bollata. Certo nei piccoli paesi le soluzioni sono ben più difficili.

ST