Intervista a Sindaco Dronero

ce valle Stiamo vivendo momenti molto particolari che ai più anziani ricordano un po’ gli anni dell’ultima guerra, anche se questa volta il nemico non si vede e non si sente. Abbiamo chiesto al Sindaco di darci il polso della situazione, queste le sue parole, intervistato al telefono.


“Abbiamo riorganizzato gli uffici, in particolare Anagrafe e Protocollo, potenziato il servizio di Polizia Locale che vigila sulla prevenzione e sul controllo degli esercizi commerciali. La sede del Comune rimane chiusa, ma risponde alle chiamate telefoniche, i dipendenti, che nei limiti del possibile sono stati messi in ferie, hanno comunque dato disponibilità per la reperibilità, mentre per tutti è stato avviato il telelavoro. Il mercato del Lunedì rimane, ma limitato ai soli generi alimentari e i banchi sono stati maggiormente distanziati. Devo ringraziare il Presidente della Delegazione locale della Croce Rossa per l’organizzazione di un servizio di consegna farmaci e generi di prima necessità per over 65, che funziona con il coinvolgimento di circa 10 volontari e 2 auto.

In questi momenti è necessario coniugare calma ed efficacia nel mettere in campo misure che stravolgono la vita quotidiana e limitano pesantemente le libertà personali. La situazione sanitaria vede nel comune di Dronero, a Giovedì 24 Marzo, 14 persone in isolamento fiduciario, sottoposti a controlli periodici. Le forze di Polizia Locale ed i Carabinieri sono in costante coordinamento per il controllo del territorio. Nella giornata di Domenica 15 hanno organizzato un controllo a tappeto su tutte le auto circolanti nelle ore centrali della giornata, chi non è autorizzato allo spostamento corre il rischio di infrangere l’articolo 650 del Codice Penale. Periodicamente viene fatta circolare un’auto di servizio che informa i cittadini sulle ordinanze in corso, purtroppo riscontriamo una certa difficoltà con la popolazione anziana che continua a girare per le strade di Dronero, incurante dei continui appelli vista la grave incidenza del virus su queste persone.

Nonostante tutto devo però registrare un buon livello di senso di responsabilità da parte della cittadinanza dronerese che ha capito la situazione eccezionale che stiamo vivendo e si è rapidamente adeguata alle stringenti normative entrate in vigore. In fondo ne usciremo tanto prima quanto più ognuno di noi farà il proprio dovere.”

MM

Intervista al Sindaco Acchiardi

ragazzi Apriamo l’anno con un’intervista al Sindaco Acchiardi che con la sua solita cortese disponibilità ci riceve nel suo ufficio nel Palazzo Comunale, in mezzo a mobili e cimeli carichi di storia e di ricordi.

Signor Sindaco non possiamo che cominciare con la sentenza ENEL, bel risultato!
“Si è chiusa una vicenda dopo ben quattro gradi di giudizio con la vittoria del Comune di Dronero ed il riconoscimento di 10 mila euro di risarcimento per le spese legali. Siamo molto soddisfatti, ma il Comune ha investito per le spese legali oltre 100 mila euro. Pensi che per la sola redazione del decreto ingiuntivo abbiamo speso 8 mila euro. La linea di difesa di ENEL è stata ondivaga, era abbastanza evidente che si stava un po’ arrampicando sugli specchi. Portato a casa il miglior risultato possibile rimangono comunque alcuni punti aperti. Il primo riguarda l’efficientamento dei consumi energetici del Comune, settore su cui stiamo investendo molto. Questo ovviamente si traduce in un risparmio, ma se il Comune ha diritto a usufruire gratuitamente di 1,5 milioni di Kw/h fino al 2062, come posso far monetizzare dall’ENEL il minor consumo?
Vorrei anche far passare il messaggio che il Comune, dopo questa sentenza, non naviga nell’oro, abbiamo una minore spesa all’anno di circa 250 mila euro, quindi risorse che si liberano, ma non si tratta certo di una cifra che può cambiare i destini del Comune”.

Ex Stazione e supermercato: finalmente il cantiere è stato avviato, come procede ?
“Il manufatto, molto simile ad un vecchio deposito locomotive, non è male, così abbiamo evitato il classico cubo di cemento, si tratta di un manufatto realizzato ad hoc. Fino ad oggi, dai vari controlli che facciamo regolarmente, non possiamo che affermare che l’azienda lavora bene.
In merito invece al deposito ferroviario, quello vero, l’attuale nel progetto ne prevedeva il transennamento visto lo stato di degrado del manufatto. Contrattualmente il restauro conservativo era limitato al solo locale della ex-stazione: tetto e serramenti. Ho proposto che il restauro venga limitato al tetto e che i soldi destinati al restauro conservativo dei serramenti venissero utilizzati per mettere in sicurezza il tetto del deposito ferroviario in via Blanchi di Roascio. Gli importi purtroppo sono diversi, per i serramenti erano destinati 15 mila euro, mentre la messa in sicurezza del tetto del deposito ferroviario richiede 50 mila euro, anche se tutta l’area, a fine lavori, farebbe tutta un’altra figura. Non è bello avere una zona transennata e in vistosa decadenza. L’azienda sta riflettendo su questi aspetti, sono abbastanza fiducioso. In merito alle altre “antichità” verranno mantenute la cisterna dell’acqua, il braccio di alimentazione della caldaia e la gru, così come rimarranno alcuni binari, anche se non sarà semplice tenere sotto controllo la crescita della vegetazione sotto gli stessi. Al momento, rispetto al cronoprogramma concordato, i lavori sono in ritardo di circa 30 giorni. L’apertura è prevista per Luglio 2019.
Alla fine sarà una bella riqualificazione a costo zero per le casse del Comune e darà un impulso economico al quartiere OltreMaira, sono sicuro che nasceranno nuova iniziative attorno a questo intervento.

Il centro di Dronero, stretto e tortuoso, è spesso attraversato da TIR di notevoli dimensioni, non ha pensato di impedirne il transito obbligandoli a passare da Busca, la differenza di percorrenza per chi arriva dalle Autostrade è irrilevante.
La proposta è interessante e occorre approfondirla.

Se dovesse riassumere le attività della sua Amministrazione per l’anno che si è appena concluso, quale il bilancio?
Un bilancio decisamente positivo, l’ottimo risultato raggiunto dal Comune nel Premio “Cuneo Provincia Smart” dà la misura degli sforzi della mia Amministrazione in questi anni. Il Premio prevedeva la misurazione di 60 parametri ritenuti significativi come indice della qualità di vita in un Comune, una giuria esterna ha assegnato al Comune di Dronero il primo posto per i comuni nella fascia di abitanti da 4.500 a 15.000.
Il Bocciodromo sarà concluso entro l’anno con la sistemazione della parte esterna, nella zona è stato avviato un mini impianto di teleriscaldamento che interesserà il bocciodromo, la palestra e gli spogliatoi Baretti. Ci sarà anche un Bar Ristorante.
Piazza XX Settembre, la riqualificazione sarà cantierata a breve, oltre alla piazza saranno oggetto dell’intervento anche la piazzetta Scaglione e via Brofferio. Nella parte iniziale di via Brofferio verrà creata una piccola piazzetta con panchine. Piazza XX Settembre continuerà ad essere parcheggio, ma verrà riqualificata. Il peso è stato chiuso, non potremo invece chiudere il distributore di carburante, i titolari hanno in essere un contratto con scadenza 2021 e non hanno accettato la proposta di spostarsi nell’Area Industriale. Per la piazza stiamo valutando di utilizzare autobloccanti da 8 cm, di colore scuro, in alternativa all’asfaltatura, i costi ovviamente sono diversi, ma questa è pur sempre la porta d’ingresso a Dronero, quella con maggior traffico. Ci piacerebbe anche affrontare la risistemazione di piazza Aldo Beltricco, sarebbe il completamento naturale per avere una zona interamente riqualificata, vedremo se sarà economicamente possibile.
PraBunet, è in via di ultimazione il nuovo parcheggio, miglioreremo il sentiero per arrivare in piazza Martiri, in futuro ci piacerebbe poter installare un ascensore per facilitare l’accesso a piazza Martiri ad anziani e disabili. Questo parcheggio ci permetterà di ingrandire area pedonale.
Illuminazione, verrà rifatta l’illuminazione di piazza Marconi e dei viali, con l’obiettivo di migliorare estetica ed efficienza energetica.
Rifugio Margherita, è in programma la riqualificazione del rifugio che diventerà Posto Tappa dei Percorsi Occitani.
Pedancola sul Maira, ad Aprile-Maggio sarà pronta, si trova all’altezza di Monastero dove è presente un Ostello nel chiostro dell’ex monastero. Nasce così un interessante circuito culturale tra ex-Monastero, Ciciu del Villar, Abbazia di San Costanzo e Critpa San Giorgio sempre al Villar.
Fusioni di Comuni, nulla all’orizzonte. Si è persa un’occasione, ovvero il progetto di fusione Dronero-Villar San Costanzo- Roccabruna, sarebbe nato un nuovo comune con all’incirca 10.000 abitanti e conseguentemente una capacità contrattuale impensabile oggi per il Comune di Dronero, ma soprattutto per Villar e Roccabruna. Si trattava di una gestione sovracomunale che non cancellava le singole comunità. Evidentemente ci sono persone che amano sentirsi chiamare signor Sindaco, a mio avviso un amministratore dovrebbe prima di tutto pensare al bene del territorio che amministra. Altri comuni hanno percorso questa strada , Busca e Valmala, Saluzzo e Castellar, evidentemente eravamo sulla strada giusta.

Un’anno fa il Comune ha dovuto affrontare l’emergenza dei Richiedenti Asilo, come è evoluta la questione. Hanno visto riconosciuto lo status di rifugiati?
I richiedenti asilo presenti a Dronero sono attualmente 40, ospiti da oltre un anno, mi risulta che abbiamo lavorato nella raccolta della frutta. Al momento non ho idea di quale sarà il loro futuro, mi riferisco all’esito del loro riconoscimento di rifugiati. Non ho nessuna informazione particolare dalla Prefettura.

Il Sindaco è alla metà del suo secondo mandato, fare un bilancio è più che doveroso. L’avvio della risistemazione dell’area ex-ferrovia è senz’altro un importante punto a suo favore, rimarrà un elemento distintivo della sua amministrazione e molto probabilmente ha ragione quando afferma che Oltremaira ne avrà un beneficio, dopo tanti passi indietro: la Stazione chiusa, la crisi Falci ed il suo ridimensionamento, il trasferimento dell’Eledro.
Sull’argomento TIR il Sindaco ha risposto in modo tanto cortese quanto sibillino. Un TIR che transita nelle vie del centro storico di Dronero è un pericolo pubblico, per lunghi tratti i marciapiedi sono inesistenti e pesanti modioni in pietra incombono dall’alto. Non si contano quelli abbattuti e rimessi su, se e quando rovineranno sulla testa di qualche pedone, allora chi oggi non si muove forse vorrà essersi mosso prima. Il traffico di TIR provenienti dall’area Dronero-Cuneo è irrilevante, i trasporti di quelle dimensioni arrivano dalle autostrade e le direttrici sono Torino, Asti, Savona, quindi un passaggio obbligatorio da Busca molto spesso non comporterebbe neanche una maggiore percorrenza.

Sulla vicenda ENEL si è detto di tutto e di più, giusto il ridimensionamento degli ardori iniziali, 250 mila euro all’anno di risparmi per le forniture elettriche sono una gran bella dote, ma non sono l’anticamera dell’Eldorado. Curiosa la questione sollevata in merito ai risparmi energetici su cui il comune ha tanto investito creando una struttura tecnica affidata all’ing. Ribero e alla sua società. Se il Comune consuma meno, rispetto al 1,5 mln di kw/h forniti gratis, come potrà monetizzare i kw/h risparmiati? Il rischio che passino in cavalleria è molto più che un’ipotesi con il risultato di mortificare gli sforzi del Comune sulla strada del risparmio energetico.
Anche se la causa con ENEL è stata vinta il Comune non naviga nell’oro, questo il messaggio che il Sindaco si sforza di far passare, ma i titoloni che paventavano cifre milionarie li abbiamo letti tutti e non sarà facile farli dimenticare.

Massimo Monetti

Ponte della discordia

Pro Si riaccende il dibattito sulle vicissitudini del Ponte Nuovo

LA VICENDA – In seguito ai lavori di impermeabilizzazione e risistemazione del manto stradale del settembre 2016, emersero fin da subito preoccupazioni sulla bontà dell’operato; come testimonia Simone Demaria, residente in Borgo Sottano: “sotto le arcate scendeva acqua, a dirotto; preoccupato, chiamai immediatamente il vicesindaco Alessandro Agnese”. Mentre le segnalazioni dei cittadini andavano moltiplicandosi, il Comune convocò nell’ottobre del medesimo anno un paio di tecnici della Provincia per appurare l’entità del danno causato dalle infiltrazioni di acqua piovana ed elaborare un piano di messa in sicurezza dell’infrastruttura.

L’11 aprile 2017, sei mesi dopo circa, venticinque residenti in Piazza S. Rocco e vie attigue inviarono una lettera di appello al Prefetto di Cuneo, lamentando la durezza d’orecchi dell’amministrazione locale alle numerose segnalazioni verbali e l’inutilità dell’opera di pulizia delle caditorie portata a termine dagli addetti provinciali nei mesi addietro. Non tardò la risposta del primo cittadino Livio Acchiardi, che in un’intervista a Targatocn del 14 aprile tentò di tranquillizzare i residenti di Borgo Sottano, notificando la richiesta di intervento inviata alla Provincia (entità governativa competente della manutenzione del Ponte Nuovo), per la cui attuazione sarebbero state necessarie temperature tardo-primaverili. Nell’estate del 2017, la Sisap S.a.s. di Savigliano si aggiudicò l’appalto, ed una squadra di tecnici ripulì il marciapiede e ne completò l’impermeabilizzazione.

Nonostante le operazioni di controllo dell’infrastruttura siano giunte ad un termine, pare che sia cosa ancora non semplice trovare una soluzione di equilibrio tra gli abitanti di Borgo Sottano ed il Comune. “Dopo i lavori del 2017, il fenomeno di infiltrazione è stato notevolmente ridimensionato; ciononostante, anche in quell’estate il ponte trasudava acqua” afferma Simone Demaria. “La situazione attuale non è confortante: i mattoni, per buona parte, sono soggetti a sfaldatura. Noi residenti, tutte le mattine, quando recuperiamo le nostre automobili parcheggiate sotto le arcate del ponte, troviamo piccoli frammenti di mattone e calcinacci; essendo stati per parecchi mesi in balìa delle piogge, e per anni in un ambiente completamente asciutto, adesso, si stanno sfaldando. Inoltre, sono apparse ampie macchie biancastre sui piloni e all’intradosso della volta, prima non così evidenti; non sentendoci tranquilli, abbiamo segnalato il Ponte Nuovo sul sito del Codacons, associazione senza scopo di lucro in difesa dei diritti di utenti e consumatori”.

Il portavoce dei residenti di Borgo Sottano certo non nasconde la sua insoddisfazione: “ad oggi, nessun rappresentante delle istituzioni è mai sceso a Borgo Sottano per chiarire lo stato di avanzamento dei lavori. Inoltre, dopo la prima impermeabilizzazione, abbiamo trascorso mesi in attesa di un interessamento delle autorità competenti: il problema è stato sminuito dalla Giunta comunale, e portato in Consiglio dall’opposizione solamente su appello dei residenti, dopo lunghe lamentele inascoltate. Anche la Provincia, a distanza di tempo, si è resa conto che l’intervento non era stato eseguito a regola d’arte: la successiva posa dei sigillanti sui marciapiedi si è manifestata per quello che era realmente, una malcelata ammissione di colpa”. Molte sono ancora le domande sospese: “siamo certi che questi due interventi possano considerarsi risolutivi? Quando e da chi sono state controllate le arcate centrali sul fiume Maira? Perché l’amministrazione locale si dimostra così inerte, perché non è riuscita a farsi seriamente carico della questione presso gli uffici provinciali? Il Ponte Nuovo è un punto nevralgico per la viabilità della Valle Maira, risalente al 1914: eppure, non ci risulta che le condizioni di ammaloramento dell’infrastruttura siano sotto monitoraggio, né si siano informati i residenti. Noi cittadini, come possiamo fidarci se è questo l’impegno profuso nella manutenzione delle opere pubbliche?”

“Parto da un’utile premessa: oggi il Ponte non perde più acqua, nonostante abbia subìto la violenza dei temporali estivi” ribatte il vicesindaco Alessandro Agnese. “Ringrazio Simone per le segnalazioni fatte, ma era abbastanza evidente a tutti che qualcosa era andato storto nell’autunno 2016. La Giunta si è schierata in prima linea perché la Provincia intervenisse nell’opera di asfaltatura del manto stradale; in un primo momento, fino a prova contraria, non nutrivamo dubbi sulla qualità del lavoro svolto. Personalmente, non credo che la lettera al Prefetto abbia sortito l’effetto sperato; attribuisco piuttosto il merito del secondo intervento all’intermediazione del sindaco Acchiardi ed ai buoni rapporto di cui gode quest’ultimo presso gli uffici provinciali; se le richieste di un piccolo Comune avessero seguito il loro corso, molto probabilmente sarebbe andata peggio: i tempi di attesa della farraginosa macchina statale solitamente sono molto più dilatati, complice anche la scarsità di fondi da investire.

Non possiamo certo dettare noi l’agenda dei lavori all’ente locale a cui facciamo capo; piuttosto, dovremmo compiacerci del “pronto” intervento di quest’ultimo. Ero anch’io titubante” continua Agnese, “ma dobbiamo riconoscere tutti l’ottima riuscita dell’impermeabilizzazione. Talvolta qualche calcinaccio precipita: è la naturale conseguenza delle prime infiltrazioni, non vi è nulla di anomalo”. Nel tafferuglio che aveva fatto seguito il crollo del ponte di Genova del 14 agosto, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva chiesto alle Province di svolgere un ruolo di coordinamento dei Comuni affinché venissero raccolte le informazioni tecniche per i manufatti di loro competenza, ma c’erano state proteste per il poco tempo a disposizione. “Dopo la tragedia del Morandi, avevamo fornito i dati richiesti nelle scadenze previste, sebbene non fosse di nostra stretta competenza. L’Ufficio provinciale responsabile della viabilità ci ha garantito il buono “stato di salute” del ponte, sebbene si tratti di una conferma informale; piuttosto, abbiamo deciso di concentrare le nostre energie sul ponte di Tetti, dove è già stato fatto un primo sopralluogo: è in programma un piano di riprese con droni. Ad ogni modo, siamo tranquilli, il Ponte Nuovo viene costantemente monitorato dalla Provincia”.

Nell’auspicio che possa aver luogo un confronto diretto tra le parti, che si sciolgano i nodi di questo trafelato botta e risposta, la cittadina di Dronero può farsi vanto di un Ponte impermeabile all’acqua e madido di proteste.

a cura di Edoardo Riba

Rassegna nazionale del cavallo Merens

Pro Torna la mostra annuale giunta alla 14ª edizione

Dal 14 al 16 settembre si terrà a Dronero l’annuale Mostra Nazionale del cavallo di Merens, organizzata dall’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte e dall’Associazione Italiana dell’omonima razza con il patrocinio del comune di Dronero.
La razza equina originaria dell’Ariege, dipartimento dei Pirenei francesi, da quasi quarant’anni è allevata in Italia; nel decennio scorso ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero dell’Agricoltura che ha istituito un apposito registro di razza.
Questo cavallo morello è diventato un simbolo dell’allevamento nelle vallate alpine cuneesi dove lo si vede pascolare liberamente in piccoli branchi dalla primavera all’autunno inoltrato. Nel lontano 1984 a Rore di Sampejre si è tenuta la prima mostra; da allora tutti gli anni, la terza domenica di settembre, la manifestazione, denominata “ giornata del cavallo di Merens, organizzata dagli allevatori italiani, ha avuto carattere itinerante, di vallata in vallata con l’obiettivo di far conoscere la razza ed apprezzare le qualità del nostro cavallo da montagna. All’inizio del terzo millennio l’APA di Cuneo, siglando una specifica convenzione con il Ministero dell’Agricoltura francese, è diventato l’ente deputato alla gestione tecnico-selettiva del Merens per tutto il territorio italiano; pertanto la stessa iniziò nel 2005 ad allestire una specifica rassegna nazionale di razza, quest’anno giunta alla 14ª edizione. Potendosi considerare conclusa la funzione promozionale della manifestazione, gli organizzatori stanno cercando in questi ultimi anni di individuare una località idonea ove gestire l’evento in modo continuativo.
Dronero, ospitando la manifestazione per il sesto anno consecutivo, sta dimostrando nei fatti di soddisfare ampiamente le aspettative degli enti organizzatori e può candidarsi a pieno titolo quale sede permanente della rassegna.
La “tre giorni” prevede momenti di esame sia morfologico che attitudinale dove i soggetti partecipanti verranno esaminati per sesso e per fasce di età. La giuria internazionale, con i propri responsi, oltre ad individuare i soggetti più meritevoli e più rappresentativi, prenderà atto dell’evoluzione della razza indicandone gli indirizzi selettivi.
La giornata di venerdì è dedicata all’arrivo degli animali ed al loro alloggiamento;. Anche quest’anno la partecipazione di circa 120 soggetti ribadisce l’importanza della manifestazione che ormai da tempo è salita al vertice delle rassegne equine regionali. I soggetti provengono oltre che dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Liguria e dal Trentino Alto Adige.
La mostra con il tempo ha suscitato interesse sovranazionale e di conseguenza da alcuni anni è diventata “open”, quindi aperta alla partecipazione di soggetti provenienti dall’estero. A questo proposito merita una citazione la performance dello stallone Spartacus, proveniente dalla regione francese Rhones-Alpes, che nell’edizione 2017 è stato proclamato campione di razza. Il soggetto, apprezzato da molti allevatori italiani, non è tornato oltralpe, ma è stato prontamente noleggiato ed ha effettuato nella scorsa primavera una brillante stagione riproduttiva presso la stazione di monta pubblica equina di Roberto Arnaudo, sita in borgata Bonetto a Roccabruna ,
In sintesi il programma:
– venerdì 14 verso la fine del pomeriggio è previsto l’arrivo della transumanza dalla Valle Varaita. Gli animali, scesi dagli alpeggi ,raggruppati a Sampejre, saliranno in mattinata al Colle Birrone, poi attraverso la strada dei Cannoni scenderanno sui sentieri di Roccabruna, annunciando festosi il loro passaggio con la sinfonia dei campanacci . Come da tradizione, alle ore 20 è previsto un momento conviviale con la cena degli allevatori, occasione per reincontrarsi e prendere gli ultimi accordi per le impegnative giornate che gli attendono.
– sabato 15 è il giorno dedicato al concorso di morfologia; tutti i soggetti sfileranno singolarmente sul ring, verranno emessi i primi verdetti e premiati i 3 migliori soggetti delle singole categorie. Senza dubbio i momenti più spettacolari e più seguiti dal pubblico sono, a partire dalle ore 21 la suggestiva sfilata di una cinquantina di cavalli utilizzati sia a sella che all’attacco per le vie di Dronero con l’attraversamento del ponte medioevale. Appena tornati sul ring di Pra Bunet si darà inizio alle dimostrazioni di utilizzo, nelle quali i cavalli di Merens daranno prova della loro proverbiale affidabilità unita a doti innate di polivalenza.
– domenica16 prevede alle 9 del mattino una prova a sella dove i cavalieri si cimenteranno in un breve percorso di dressage. Al pomeriggio il gran finale inizierà alle ore 14 con una gimkana in carrozze trainate da uno o più animali. Al binomio cavallo-cavaliere che riporterà i migliori risultati nelle prove di sella e attacco verrà assegnato il trofeo “Gran Prix Merens” , il premio più prestigioso della manifestazione. Si proseguirà con alcune dimostrazioni di utilizzo e con le finali del concorso di razza da cui scaturiranno i 4 soggetti più rappresentativi: il miglior stallone, la migliore fattrice ed i due giovani puledri più promettenti, un maschio ed una femmina. Alle 18 la manifestazione si concluderà con il sorteggio della ricca lotteria che assegna al fortunato vincitore del 1° premio un puledro di razza merens.

Associazione italiana allevatori cavalli di merens

Sapa rileva le attività Selmat

Pro Sapa rileva le attività Selmat. Un gruppo da 300 milioni di euro di fatturato e oltre 1.700 addetti

L’azienda campana SAPA ha acquisito le attività del gruppo piemontese Selmat dando vita ad una società specializzata nella componentistica in plastica stampata ad iniezione per auto e veicoli industriali con dieci stabilimenti, 1.700 addetti e un giro d’affari di quasi 300 milioni di euro.
Con questa acquisizione SAPA si consolida nel segmento luxury cars – con i marchi Rolls Royce e Aston Martin che si aggiungono a Ferrari, già nel portafoglio clienti, e come fornitore diretto del Gruppo BMW – e affianca al settore auto anche quello dei veicoli industriali.
Il Gruppo Selmat, infatti, è specializzato nella produzione di componentistica per interni ed esterni di veicoli commerciali e industriali, automobili e macchine agricole. Possiede quattro siti produttivi in Piemonte (Sant’Antonino di Susa, San Martino Alfieri, Dronero e Rosta) dove lavorano 550 addetti per un giro d’affari stimato quest’anno in oltre 107 milioni di euro, per oltre il 50% legato all’export.
L’operazione è stata completata attraverso la costituzione di una newco in cui sono stati conferiti i quattro rami d’azienda operativi nel settore automotive del Gruppo Selmat; le quote della newco sono stati quindi rilevate da SAPA, in parte con risorse proprie e in parte con un mix di debito bancario ed emissione di obbligazioni.
Fondata nel 1974 da Angelo Affinita, SAPA dispone di sei stabilimenti in Italia e all’estero, con oltre un migliaio di addetti e un fatturato intorno a 180 milioni di euro. Tra i clienti, spiccano le grandi case automobilistiche quali il gruppo FCA (Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Ferrari, Maserati), CNH, Volkswagen, Porsche, SEAT, Skoda e Audi.

RD

Scuola e politica

Pro L’esperienza di Giulia Pirrotta. Primo sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi

Sono Giulia Pirrotta, Sindaco uscente del primo consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze.
Questi tre mesi di mandato sono stati per me molto costruttivi, grazie alle molte iniziative proposte e, per la maggior parte, realizzate. Porterò sempre con me i ricordi di alcuni momenti molto significativi: la fascia tricolore e la Costituzione, consegnatemi al momento della mia proclamazione a Sindaco. Esse hanno sottolineato l’importanza dei valori e il rispetto di principi e doveri dell’essere cittadino italiano e Primo Cittadino.

La festa di Sant’Eligio a inizio dicembre, giunta alla 369ª edizione, con la processione per le gelide vie cittadine, è stata la mia prima occasione di esprimere il mio pensiero sui valori che stanno alla base di questo incarico: il senso di responsabilità nei confronti della comunità che rappresento; l’impegno personale al servizio del bene comune; l’onestà e la coerenza nel parlare e nell’agire.
Questa esperienza mi ha permesso di comprendere il peso dell’impegno “politico” (inteso come attività fatta per rispettare la mia propaganda elettorale), l’importanza della collaborazione per raggiungere gli obiettivi prefissati e la coerenza espressa nel mantenimento della parola data ai miei elettori.

R.D.

AFP Dronero, una storia legata al territorio

Pro Da oltre cinquant’anni … ma al passo coi tempi

L’A.F.P. è stata fondata nel 1954 a Stroppo, nell’alta Valle Maira. Allora si chiamava “Centro di Addestramento e Lavoro” e venivano insegnati tutti i mestieri legati alla lavorazione del legno: falegname, scultore ed intarsiatore. Nel 1960 la scuola si trasferisce a Dronero, nei locali della Caserma Aldo Beltricco. Con il trasferimento la proposta formativa viene ampliata, aggiungendo l’insegnamento dei mestieri di tornitore, saldatore e termoidraulico. In quegli anni il direttore è Don Rossa che, con molta passione, introduce tanti giovani al mondo del lavoro, insegnando loro un mestiere. La scuola negli anni cresce sempre più e, nel 1975, l’Amministrazione comunale di Dronero decide di realizzare i nuovi locali in Via Meucci. La nuova struttura possiede ampi laboratori, che permettono di introdurre la formazione del settore elettrotecnico.
Nel 1997, il Comune di Dronero decide di raddoppiare l’investimento immobiliare, realizzando un secondo edificio destinato ad accogliere nuovi laboratori. L’anno seguente la scuola assume la denominazione di Azienda per la Formazione Professionale, nota come A.F.P.
Arriviamo dunque ai giorni nostri. Attualmente l’A.F.P. propone 6 corsi per la scuola dell’obbligo nelle tre sedi di Dronero, Cuneo e Verzuolo. Al contempo offre molti corsi di specializzazione nei vari settori del mondo del lavoro.
Per conoscere meglio questa bella realtà scolastica abbiamo intervistato il Direttore Generale dell’A.F.P. Ingrid Brizio.

Sig.ra Brizio, inizio chiedendole qualche numero: all’incirca quanti sono gli iscritti alla scuola? I numeri di iscritti aumenta o rimane costante negli anni?
Quest’anno i numeri sono stati costanti. Negli scorsi anni abbiamo avuto qualche iscritto in meno, in gran parte a causa del calo demografico. Per questo stesso motivo i numeri non sono più quelli di 7-8 anni fa. Nei sei corsi che offriamo al momento il totale degli allievi delle classi prime sono 120.
Qual è il corso (dell’obbligo), tra quelli che la scuola propone, scelto maggiormente dai ragazzi?
Il più richiesto è “ Acconciatore – Operatore benessere” a Cuneo. Seguono l’ “Operatore meccanico” a Dronero e il corso di “ Saldo carpenteria” a Verzuolo.
Quanti degli studenti che terminano il percorso di studi trovano lavoro nel breve-medio periodo?
Ogni anno facciamo un’indagine, tecnicamente chiamata follow up occupazionale, con l’intento di osservare quanti ragazzi, a sei mesi dal conseguimento della qualifica, trovano lavoro nel settore professionale coerente. Questi i dati dell’ultima indagine. L’87% dei ragazzi con qualifica da “Operatore meccanico” in sei mesi trova lavoro nel campo della propria qualifica. Per quanto riguarda la “Saldatura carpenteria” sono circa l’ 80%. Per i due percorsi di “Operatore benessere”, “ Acconciatore” ed “Estetista”, si parla addirittura del 100%. Infatti, le ragazze e i ragazzi durante il corso devono fare uno stage in un salone di bellezza e, al conseguimento della qualifica, quello stesso salone propone loro un’offerta di lavoro. Infine, per il corso “Meccanico d’auto- automotiv” di Verzuolo sono il 75%.
Sono ottimi numeri.
Certo. Dopo l’affermazione del presidente di Confindustria di Cuneo, nel dibattito attuale si parla molto dell’iscrizione per i ragazzi ad una scuola “ tecnica”. Nelle persone è ancora presente una mentalità,che ritiene meno qualificante questo tipo di formazione rispetto ad un’altra che ti prepari per l’università. La realtà però sta cambiando. Noi offriamo anche due diplomi professionali, che corrispondono al 4° anno di superiori: uno a Dronero e uno a Verzuolo. Inoltre, proponiamo dei percorsi passerella per conseguire il diploma presso istituti tecnici statali.
Quello che conta è insegnare l’attitudine ad imparare, avere la mente aperta e le scuole vincenti sono quelle che insegnano queste cose. Nel mondo tecnico non bisogna solo fermarsi alla competenza, che sicuramente è fondamentale, ma è importante acquisire una disponibilità ad imparare durante tutto l’arco della vita. Noi puntiamo a questo, all’atteggiamento positivo dei ragazzi rispetto al lavoro.
In Consiglio Comunale è stato proposto l’acquisto dei locali Tecnogranda, nella zona industriale, per darli in concessione all’AFP. Saprebbe dirci a che punto è il progetto?
L’autunno scorso l’A.F.P. ha firmato un accordo con il BIM. L’accordo prevede il pagamento da parte dell’A.F.P. di un affitto ventennale, con la possibilità di riscattare l’immobile al termine di questo periodo. Il progetto fa parte di un piano di sviluppo territoriale che vede l’A.F.P. protagonista.
Stiamo aspettando la formalizzazione dell’acquisto dei locali da parte del BIM, dovrebbe arrivare a breve. Noi contiamo di trasferirci dall’inizio dei corsi del prossimo anno, a settembre 2018. Si sposteranno gli uffici della sede: l’amministrazione, la progettazione, il sistema di gestione aziendale, l’ufficio personale, il sistema informativo e la direzione generale.
Oltre a questo, l’AFP ha altri progetti per il futuro?
A.F.P. sta investendo in progetti di internazionalizzazione, assieme ad altre scuole superiori del territorio ed altre agenzie formative. Vogliamo dare ai nostri ragazzi la possibilità di lavorare e formarsi in una prospettiva Europea e internazionale.
Stiamo lavorando anche ad un piano formativo dedicato agli operatori turistici del nostro territorio.
L’ultima sfida che proveremo a mettere sul campo è quella di coinvolgere aziende-madrine disponibili a progettare insieme a noi i contenuti dei percorsi formativi. L’intento è quello di ridurre il divario tra la preparazione teorica degli studenti e quello che le aziende richiedono al momento dell’ inserimento lavorativo.

Alessandro Monetti

Elda Gottero, dall’Osteria Oriente a Marmora Superiore

Pro «Avevano niente e mi davano tutto». Il senso civico e la partecipazione nel primo dopoguerra

I campanili della parrocchiale e quelli della Confraternita, la chiesa di Santa Brigida e quella dei Cappuccini. Più lontano nella valle, a ovest i monti Chersogno, Pelvo, Marchisa. Girando lo sguardo si riconoscono San Bernardo, Santa Maria, Montemale. Sono all’ultimo piano dell’alloggio di Elda Gottero, ormai un’istituzione per Dronero: insegnante prima alle elementari e poi di Lettere alle medie, sempre locali. Consigliere comunale di minoranza per 9 anni, poi 5 con il sindaco Donadio, con la delega alla Cultura. Fondatrice e colonna, nel 2001, dell’associazione Voci del Mondo, nata per favorire l’integrazione dei nuovi cittadini stranieri.
«Vero, ci sono un po’ di scalini, ma di qui si gode di un panorama eccezionale, dai monti della valle ai tetti del centro storico», ammette sorridente. «Sono proprio di Dronero, sono nata qui, in centro, nell’Osteria Oriente in via Roma, gestita dai miei genitori. Ho avuto e cerco di avere ancora adesso una vita sociale attiva. Come quasi tutti i miei coetanei, nati poco prima della guerra. Siamo stati e siamo ancora tutti impegnati».
Elementari e medie a Dronero, magistrali a Cuneo, in via Barbaroux. Vince il concorso da maestra ed entra in ruolo nell’anno 60/61. Inizia a insegnare a Montemale e poi in alta valle: a San Michele di Prazzo, a Marmora Superiore e a San Mauro di Busca per un anno, poi tre a Canosio. «Intanto studiavo. Mi sono laureata tardi e ho avuto il passaggio nelle medie nel 1969; nel 1996 sono andata in pensione», ricorda. «A Marmora Superiore non c’era niente, nemmeno la strada: solo un sentiero e nessun negozio. Mi portavo il cibo e rimanevo lassù tutta la settimana, fino al sabato, quando tornavo a casa, a Dronero. Allora il giovedì era vacanza. Tre ore di lezione al mattino, dalle 8,30 alle 11,30, e due al pomeriggio, dalle 14 alle 16. Iniziavo a comprendere i problemi di chi viveva in alta valle; era triste pensare a quelli che se ne andavano, in cerca di un lavoro con meno difficoltà, nelle fabbriche, alla Michelin. Ma li capivo».

La giovane maestrina partecipa alle veglie nelle stalle, fa lunghe passeggiate in montagna. «Era una vita difficile lassù: bastava un’annata andata male per rovinare una famiglia. Prima non mi rendevo conto dell’isolamento della gente del posto, della durezza della loro vita. Eppure, erano di una grande generosità e disponibilità: avevano niente e mi davano tutto, mi venivano incontro quando salivo e mi accompagnavano, spalando la neve d’inverno. Anche per me c’erano difficoltà alle quali non ero abituata. Nella stanzetta adiacente all’auletta dove facevo lezione niente servizi, una stufa a legna, niente acqua corrente: andavo a prenderla alla fontana nel centro della borgata. Quando adesso salgo a Marmora mi fa impressione pensare che stavo lì: isolata, con scarse possibilità di contatto. Solo qualche raro incontro con i miei colleghi di Ponte Marmora, Canosio e Preit».
Subito la maestrina dimostra carattere: la scuola di Marmora Superiore non era classificata come scuola di montagna. Quella vicina e più in basso, a Vernetti, lo era. Una differenza pesante in termine di punteggio per salire in classifica e ottenere il trasferimento. «Sono andata a protestare in Provveditorato. Per principio. L’anno dopo, 63/64, anche la “mia” scuola ottenne il riconoscimento di scuola di montagna».
Carattere che si era formato in famiglia, studiando molto, riconoscendo e apprezzando i sacrifici dei genitori. In contatto con tutti quelli che frequentavano l’Oriente. Persone di tutte le estrazioni sociali che, come i partigiani, dimostravano un grande senso civico: «Allora era normale sentirsi responsabili, partecipare dando ognuno il proprio contributo, come e quando si poteva. L’Oriente “da Praveia” era una famiglia allargata, un punto di incontro, senza dover chiedere permessi per ritrovarsi nelle sale. Anche quando era chiuso, aprivo la porta dal retro.

Nel 1969 era nato “Il Drago” (ora Dragone ndr). È stata una grande soddisfazione pur con tanti impegni, andati via via aumentando. Eravamo un bel gruppo motivato di collaboratori ed era piacevole e stimolante incontrarsi almeno una sera alla settimana per discutere e programmare. Il lavoro era tanto: registrare gli abbonamenti, trascrivere a macchina i testi per la tipografia, preparare i menabò per l’impaginazione, correggere le bozze, stampare e attaccare le etichette con gli indirizzi per la spedizione. Dopo 21 anni mi sono ritirata dal giornale». Non solo Il Drago era nato all’Oriente, ma anche altri gruppi, come il Circolo giovanile, l’Associazione dei pescatori, il Centro sociale d’incontro.
Nella media di Dronero la prof si trova subito bene: «Avevo un buon rapporto con i ragazzi e con le loro famiglie. Cercavo di conoscere i loro problemi, li capivo, anche se non potevo né risolverli, né modificare certe situazioni. La scuola allora era ancora apprezzata e gli insegnanti rispettati da tutti. Anche mia madre ci teneva molto, riconoscendo che era un mezzo per migliorare la propria condizione sociale», spiega Elda.
E ora? «Ci sono stati troppi cambiamenti, si sono modificati i rapporti con le famiglie. Sento che non sarei più adatta a questa scuola. La troppa burocrazia distoglie dal rapporto con i ragazzi». L’intervista è interrotta da tante telefonate alle quali Elda risponde subito. Sono volontari, allievi dell’associazione Voci del Mondo che si rivolgono per informazioni, coordinamenti, consigli. Una vita piena anche dopo gli anni nella scuola, con l’impegno per la rinascita della Biblioteca, la delega alla cultura, i tanti progetti attuati. Ma questa è un’altra storia. Per un’altra volta.

Daniela Bruno di Clarafond

Cittadinanza Onoraria a Padre Federico Lombardi

Intervista a Padre federico Lombardi in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria da parte del Comune di Dronero

“Padre Lombardi, dopo che la Francia le ha concesso la Legion d’Onore, il Comune di Dronero non poteva essere da meno!”. Con questa battuta inizia la nostra piacevole chiacchierata ferragostana con Padre Federico Lombardi che il 25 Agosto avrebbe poi ricevuto la Cittadinanza Onoraria da parte del Comune di Dronero.
Intensa la sua vita, costellata di tanti incarichi importanti e di grande responsabilità, dopo la laurea in matematica compie gli studi teologici in Germania e viene ordinato sacerdote nel 1972. Nel 1984 viene nominato provinciale dei gesuiti in Italia, nel 1990 diventa direttore dei programmi della Radio Vaticana e successivamente direttore generale fino al 2016. L’11 luglio 2006 papa Benedetto XVI lo nomina direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in sostituzione di Joaquín Navarro-Valls, incarico che mantiene fino al 2016.

Riprende Padre Lombardi, “Quella onorificenza (ndr, la Legion d’Onore) è legata ai tanti anni di lavoro in Radio Vaticana, lavoro di divulgazione della realtà internazionale per meglio comprendere il messaggio della Chiesa. Ho dedicato l’onorificenza a tutto il mio staff. Durante la cerimonia ho ricordato più volte le mie origini, il fatto di essere cresciuto a Dronero, in una Valle al confine con la Francia, è stato di grande utilità per meglio comprendere e meglio comunicare.”

Padre, si aspettava questa iniziativa da parte del Comune di Dronero.
“Ho avuto le prime notizie dell’iniziativa da Don Pierino Conte, dronerese con cui abitualmente sono in contatto. Come dissi a lui, io non chiedevo nulla alla comunità dronerese, ma non avevo nulla in contrario ad accettare la cittadinanza onoraria con il consenso del Consiglio Comunale. Considero le mie radici droneresi molto profonde, mi fa molto piacere questo riconoscimento, mi presento nel mondo sempre come dronerese. Sono nato nel 1942, anni di guerra, mia mamma viveva un po’ a Dronero, dai miei nonni paterni, ed un po’ a Saluzzo, da quelli materni. Così è capitato che venissi al mondo in quel di Saluzzo.”

Padre, lei ha vissuto a lungo a Dronero, sopratutto in età giovanile. Quali sono i ricordi che più le sono rimasti vivi.
“I ricordi più antichi sono legati al periodo della guerra, mi ricordo in particolare un episodio, ero in braccio ad una mia sorella, presso la chiesa di Foglienzane, quando sopraggiunsero degli aerei in azione di mitragliamento. Mia sorella mi prese in braccio e ci nascondemmo in un rifugio di fortuna, in mezzo ai campi. Poi la Liberazione, il 25 Aprile, gli spari di festeggiamento, verso le montagne, dei partigiani felici per la fine della guerra. Questi i ricordi più antichi, allora avevo solo 3 anni. Nell’adolescenza mi ricordo l’amicizia di Aldo Marino, i bellissimi momenti di vita contadina che ho condiviso con lui. Più avanti, da ragazzo ormai cresciuto, mi ricordo le tante salite sulle montagne della Valle Maira, in compagnia dei cugini e dell’Ing. Massimo. Considero la Valle Maira uno dei posti più belli al mondo.
Queste esperienze furono molto importanti per la mia formazione, amore per la natura e contemplazione della bellezza del creato. Tutto questo fino a 18 anni, poi con l’inizio del noviziato la mia vita prese un altro corso. Le estati a Dronero ebbero anche una dimensione importante come inserimento nella tradizione cristiana della Valle, grazie anche ai sacerdoti che ebbi modo di frequentare, Don Raviolo, Don Colombatto, Don Rossa, tutte persone che ebbero un ruolo importante nel farmi apprezzare la vita della chiesa cristiana. Conservo bellissimi ricordi delle cerimonie liturgiche di Foglienzane e Ripoli.
Più recentemente, con Don Oreste Arciprete, ho iniziato a seguire la causa di beatificazione di Don Mattio. Questo, ancora ad oggi, è il motivo che mi tiene in contatto, con una certa continuità, con la comunità dronerese. Come Postulatore Romano, cioè colui che segue la causa di Beatificazione, ho una funzione continua, di contatto, tra la comunità parrocchiale dronerese e la Congregazione delle Cause dei Santi. In particolare il mio rapporto più stretto è con Don Pierino Conte, curatore della biografia di Don Mattio ed estensore materiale di tutta la documentazione necessaria per l’istruzione della causa di beatificazione. Causa che ha concluso la prima fase, quella del riconoscimento dell’eroicità delle virtù di Don Mattio, figura centrale nella storia dronerese a cavallo tra ‘800 e ‘900.”

Conclusa la sua lunga esperienza come portavoce degli ultimi due Papi ( così è normalmente riconosciuto dalle persone comuni ) cosa progetta per il suo futuro.
“Mi sono sempre messo a disposizione dell’istituzione religiosa e ho sempre considerato i vari incarichi ricoperti, in tutti questi anni della mia vita, alla stregua di “compiti” che la Chiesa mi chiedeva di affrontare. Adesso sono Presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. Si tratta di una piccola istituzione, siamo in tre, finanziata con una parte dei proventi ricavati dai diritti d’autore delle opere teologiche scritte da Joseph Ratzinger prima che diventasse Papa. Il denaro viene utilizzato per finanziare studi teologici, borse di studio per Dottorandi specializzati in teologia, studi biblici. Stiamo redigendo l’opera omnia relativa agli scritti, agli articoli di Joseph Ratzinger prima della sua elezione a Papa. Organizziamo convegni di studi con diverse Facoltà di Teologia, nel prossimo autunno saremo in Costarica per un convegno sulla enciclica “Laudato Sii ” dove verrà affrontata la problematica ambiente e sviluppo sostenibile. Con una Università Cattolica di Madrid abbiamo istituito il premio Ragione Aperta per promuovere il dialogo Scienza-Fede, una giuria internazionale seleziona quattro lavori, due relativi nell’ambito della ricerca e due dell’insegnamento, che promuovano il dialogo tra le scienze naturali e umane ed il mondo della fede”.
“Prima frequentavo il mondo del giornalismo per rispondere alle loro domande, adesso mi occupo soprattutto di cultura”, con queste parole si chiude l’intervista che gentilmente Padre Lombardi ci ha concesso.

Molte le qualità che evoca la persona, ma una in particolare colpisce, la garbata semplicità. Ha diretto per decenni la comunicazione di una istituzione planetaria come la Chiesa Cattolica, eppure si presenta con la cordialità e la spontaneità del vicino di casa incontrato al mercato del Lunedì. L’idea che abbia ricordato all’Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, durante la cerimonia di conferimento della Legion d’Onore, le sue origini droneresi ci rende molto orgogliosi. Grazie Padre Federico.
Massimo Monetti

Centro Giolitti: cambio al vertice

nizza Avvicendamento al Centro Europeo Giovanni Giolitti per lo Studio dello Stato

Da poche settimane un’importante istituzione dronerese, il Centro Europeo “Giovanni Giolitti per lo Studio dello Stato”, ha vissuto un importante avvicendamento della sua presidenza: Alberto Bersani, che lo ha guidato dalla sua fondazione, ha dovuto fare il classico “passo indietro” e il Consiglio Direttivo ha accolto la proposta del Comune di Dronero di affidarne la guida a Paolo Bersani.
Ospitiamo con piacere le parole di commiato con cui il Dott. Alberto Bersani saluta i droneresi e tutti coloro che hanno seguito e sostenuto il Centro Giolitti.
“È passato quasi un ventennio da quando assunsi la Presidenza del Centro Europeo per lo Studio dello Stato, nato nel 1998 per iniziativa di un Comitato promotore fondato da Comune di Dronero, Comunità montana Valle Maira, cui aderì la famiglia Giolitti e successivamente ampliatosi a nuovi soci. Suo scopo: la gestione del Fondo archivistico “Giolitti, Chiaraviglio, Revelli” cui si aggiunsero altre fonti per un totale di circa 3000 documenti.
Il mio attuale ritiro dalla carica è la naturale conseguenza degli anni e delle esigenze di rinnovamento, circostanze tutte che oggi mi consentono di navigare in “acque più tranquille”. È un atteggiamento che non annulla la memoria positiva delle tante iniziative realizzate. Una breve menzione delle più significative mi porta a citare innanzitutto la mostra “Giovanni Giolitti nella satira politica”, inaugurata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a Cuneo il 3 settembre 2003 e presentata successivamente a Dronero così come in molte altre città italiane.
Molteplici i momenti di collaborazione con gli Istituti Culturali italiani e stranieri, in primo luogo con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli così come con le Forze Armate. Significativo l’accordo con la Fondazione Cavour di Santena e la Fondazione Einaudi di Roma.
La vita del Centro si è accompagnata alla pubblicazione di innumerevoli volumi, divenuti punto fermo per qualsiasi approfondimento dell’opera e della personalità giolittiana. Spiccano le voluminose raccolte degli atti dei cinque governi giolittiani, opera di permanente validità documentaria. Né sono mancate intese “strategiche” quale quella intercorsa nel nome de “il Piemonte per l’Italia”, con le già citate Fondazioni Cavour ed Einaudi.
In materia è riuscita importante l’opera del professor Aldo Mola, accurato ricercatore e autore di un vero e proprio corredo scientifico espresso in scritti e interventi verbali quali conferenze e congressi. Ultimamente si è aggiunto un DVD sulla vita di Giolitti, già presentato al Cinema Iris ai primi di giugno, naturale sostegno di quello che dovrà essere un momento espositivo di permanente funzionalità nella Sede del Centro e di accompagnamento a manifestazioni esterne.
A questo effetto non mancano le prospettive di collaborazione con realtà già funzionanti in Dronero. Si va dall’Istituto Musicale sito nella stessa Casa Savio ospitante il Centro Giolitti, al Museo Mallé e ad altre realtà così da realizzare una rete collaborativa in grado di estendersi dal territorio valligiano a quello provinciale e regionale.
Qui sovviene una preziosa testimonianza che recuperiamo pari pari dalla storia minore quale registrata dalla torinese Gazzetta del Popolo, il quotidiano che per molti anni si offrì al lettore torinese quale concorrente de La Stampa. Ecco cosa pubblica il 24 novembre 1950 a firma del noto giornalista Ernesto Caballo.
DRONERO È GIOLITTIANA COME CINQUANT’ANNI FA

Dronero è giolittiana come 50 anni or sono nello spirito, nell’intima tradizione. Mi parlava dello statista al Caffè del Teatro un suo vecchio amico, il Cav. Nebbiolo; si affacciava alla finestra accennando col braccio al fondo della piazza dov’è l’albergo “del Gallo”, e raccontava:
“una volta Sua Eccellenza era partita di nascosto da Cuneo, dopo aver presieduto il consiglio provinciale; lo attendevano ad un banchetto alla “Barra di Ferro”, c’erano tanti pezzi grossi, deputati, il prefetto. Lui invece montò sul tranvai e scappò a Dronero; scese come al solito all’albergo del Gallo. Al pomeriggio noi ci andammo secondo l’abitudine a fare la partita. Giolitti era seduto sulla panca in giardino fra l’oleandro e i gerani, aiutava la signora Costanza, la padrona, a sgusciare i fagioli e parlavano della Val Maira.
Arrivò poi il brigadiere dei carabinieri, stentò a riconoscere in quell’uomo che sgranava i baccelli il Presidente del Consiglio; infine gli disse che il prefetto di Cuneo, preoccupato, aveva chiesto sue notizie. Cordialmente Giolitti lo pregò di lasciarlo tranquillo osservando che stava benissimo fra amici. Vicino a lui i giocatori contavano forte i punti del tresette.” – Ernesto Caballo

Chiuso questo breve intervento evocativo, non resta che accompagnargli la doverosa citazione di chi tanto ha lavorato per il funzionamento del Centro: la segreteria innanzitutto, le cui mansioni hanno largamente superato gli obblighi istituzionali. Due i nomi degni di citazione. Quello della prof.ssa Giovanna Frosini, impegnata per diversi anni nella selezione e riordino del materiale in funzione anche di un primo progetto di mostra; Demetrio Zema, intervenuto fin dal principio per conservare vivo e vitale il Centro anche nei suoi aspetti operativi e relazionali.
E il futuro? Le premesse esistono perché le attività del Centro abbiano opportuno sviluppo. Da ex presidente non posso essere che ottimista, sorretto dal positivo passato e dall’impegno che, sono sicuro, il nuovo Presidente porrà nel proporre al Centro nuovi indirizzi di attività.

Alberto Bersani