Le voci nascoste dei Bilanci Comunali

carnevale2015 In un recente articolo apparso sul Corriere della Sera e firmato Stella e Rizzo, gli autori del famoso libro “La Casta”, i due giornalisti tornano su un tema che anche noi, piccolo giornale di provincia, abbiamo trattato, i bilanci dei Comuni.

La galassia pubblica, che assorbe oltre il 50% del Pil, anche quando mantiene una facciata formalmente linda e pulita, in realtà riesce a volte a nascondere dietro a tecnicismi e furberie, spesso ignote ai più, una vera e propria terra di nessuno in cui l’amministratore si muove con notevole disinvoltura. Gli autori hanno utilizzato i dati dei bilanci dei Comuni che, grazie alla solita legge a cui più volte abbiamo fatto riferimento nella nostra campagna a favore della trasparenza, sono disponibili al pubblico, classificati secondo criteri standard imposti dal ministero dell’Economia e quindi leggibili, ma soprattutto interpretabili da tutti.    http://soldipubblici.gov.it/it/home

L’esercizio che hanno fatto è stato quello di andare a leggere le varie voci di spesa, in gergo i capitoli, per scoprire gustose curiosità su come vengono spesi i soldi dei contribuenti dai sindaci che li amministrano. In particolare, e qui arriviamo al dunque, denunciano una pratica diffusa, quella di spendere senza giustificazione. In gergo si traduce nell’utilizzare il capitolo di spesa “Rimborsi anticipazioni di cassa”. Per chi non ha dimestichezza con i bilanci una breve spiegazione. Le buone pratiche, sia nel pubblico che nel privato, impongono, e nel pubblico esiste un obbligo di legge, che all’inizio dell’anno con la stesura del bilancio preventivo si organizzino le uscite, o spese, in voci e a queste si assegni un certo importo di denaro. Quando si deve sostenere una spesa e si chiedono alla amministrazione interna i soldi, chi ha il potere di decidere la spesa deve anche indicare a fronte di quale voce viene fatta questa spesa. Per la scuola, per l’asfaltatura, per pagare la bolletta del gas, etc. Esiste però una voce particolare, “Rimborsi Anticipazioni di cassa” e questa prevede che si possa chiedere alla amministrazione i soldi e poi, solo in un secondo tempo, si provvederà a giustificare a quale capitolo questa spesa faceva riferimento. I nostri due giornalisti si scagliano contro questa pratica perchè la definiscono ” Una follia: la trasparenza esclude zone grigie “.
Incuriositi siamo andati a dare un’occhiata a questo sito ed abbiamo fatto un giro, cosi’ si dice in gergo internet, nei capitoli di spesa di alcuni comuni della provincia, quelli piu’ vicini a noi.
Busca, Caraglio, Centallo, Boves, Villafalletto, non hanno un euro su questo capitolo, Acceglio 2.330 euro e Sampeyre 134.700 euro circa, tanto per fare qualche esempio.
La sorpresa è venuta da Dronero dove il capitolo “Rimborsi anticipazioni di cassa” è la prima voce di spesa pari a 1.132.000 euro nel 2014 ed a ben 1.972.000 euro nel 2013. Superiore a quello che normalmente è il primo capitolo di spesa dei Comuni, cioè quello relativo al personale, che nel comune di Dronero, distribuito su diversi capitoli, ammonta per il 2014 a 1.116.000 euro circa, a cui si aggiungono 22.300 euro di buoni pasto e mensa.
I motivi per cui sia necessario fare uso di questo capitolo di spesa possono essere diversi e non vogliamo istruire processi sommari, però un dato è incontrovertibile, l’uso della pratica dell’Anticipazione di Cassa è sintomo di uno stato di salute del bilancio non certo roseo.
Ancora una volta sarebbe interessante poter sapere per poter capire.
RD

Abbonamenti 2016

abbonamenti2016 A partire dal mese di novembre è possibile abbonarsi al mensile Dragone per l’anno 2016

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5. Foto Vineis – P.zza Martiri
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7. Macelleria Cucchietti – P.zza Martiri
8. Tabaccheria Galliano – Viale Stazione
9. Bar Jack – P.zza XX Settembre
10. Farmacia Gallinotti – Roccabruna
11. La Gabelo di Baralis – Prazzo Inf.
12. Alimentari Baralis – Acceglio

Orario di apertura della redazione: lunedì dalle ore 9,30 alle 11 e venerdì dalle 18 alle 19.

ll Clandestino sfrattato

clandestino Le motivazioni per vivere in un paese piccolo sono tante: dalla qualità della vita, al paesaggio, al senso di sicurezza che deriva dal conoscere bene il proprio territorio. Pensiamo di poter percepire ogni minimo movimento intorno a noi, invece, anche in un piccolo paese come il nostro, ci sono sempre delle nuove scoperte, tra queste, il Circolo Culturale Clandestino.

Questo circolo, con alle spalle 22 anni di attività, propone svariati eventi culturali: prove aperte di gruppi dell’underground musicale cuneese, laboratori di teatro contemporaneo, djset di musica elettronica, convegni, mostre e readings. Ogni socio è il vero protagonista con le sue iniziative.
In data 11 novembre giunge al presidente del Circolo Culturale Clandestino una lettera inviata dal comune di Dronero nella quale si richiede di liberare i locali utilizzati dal circolo nella frazione di Tetti. Il Comune, nella lettera, fa riferimento alla necessità di lasciare a disposizione gli spazi condivisi con il circolo, al Consorzio Irriguo e all’Acli-Pro Loco: l’amministrazione desidera collocarli nella frazione di Tetti visto l’aumento della popolazione residente.

Il direttivo del Clandestino, sempre disposto ad arrivare a compromessi ed alla pacifica convivenza, ha quindi richiesto un incontro con il Sindaco per maggiori chiarimenti , proponendo di limitarsi al solo utilizzo di una stanza, al momento inutilizzata .Come quanto scritto nel comunicato del circolo, durante il colloquio con il sindaco e il vicesindaco è emerso che: “Lo spazio in più richiesto dalle associazioni della frazione Tetti sarà adibito ad archivio”. Inoltre “la sede costa troppo, il riscaldamento in particolare, è un costo che il Comune non vuole più sobbarcarsi, specie dopo aver ristrutturato dei locali in Dronero destinati ad accogliere le attività delle molteplici realtà associative presenti sul territorio dronerese.”
Il circolo quindi ritornerà, secondo la decisione del vicesindaco, nei locali del Teatro Iris: sede storica del circolo Clandestino dal 1992 al 2004. Il Clandestino si è dato disponibile ad eventuali miglioramenti dei locali con la raccolta fondi attraverso il tesseramento, l’organizzazione di un’asta e altre iniziative. Per maggiori informazioni consultare il sito

Nel passato il circolo Clandestino è stato meta rinomata per i giovani amanti della cultura e delle novità artistiche. Con il passare degli anni numerose amministrazioni comunali non hanno ritenuto il Circolo un valido interlocutore per le loro politiche culturali, da qui lo scarso interesse a promuovere le iniziative del Clandestino.
Speriamo che l’adeguata collocazione del circolo ,venga presa come buon proposito per il prossimo anno da parte dell’amministrazione . Buon proposito speriamo anche da parte dei cittadini che avranno la possibilità di partecipare a numerosi eventi, semplicemente contattando il Circolo Culturale Clandestino.

Alessandro Monetti

Il “porta a porta” a Dronero

porta-a-porta Dal 3 novembre “porta a porta” a Dronero per i rifiuti. Non mancano dubbi e polemiche sul nuovo sistema.

Nella seconda metà di settembre, in città è stata effettuata la distribuzione dei nuovi contenitori per la raccolta differenziata e gli incontri pubblici per presentare il nuovo servizio e le disposizioni comunali in merito si stanno concludendo in questi giorni.
In precedenza, i cittadini droneresi e tutte le attività commerciali, artigianali e imprenditoriali hanno ricevuto una lettera contenente l’informativa relativa al nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, con brevi e sommarie istruzioni.
Dal prossimo 3 novembre, infatti, il collaudato metodo di raccolta sin qui utilizzato, con cassonetti stradali, sarà sostituito da un nuovo sistema di raccolta differenziata “porta a porta”. L’obiettivo è ambizioso: ridurre la produzione di rifiuti e portare la percentuale della raccolta differenziata oltre il 65% come peraltro “ci chiede l’Unione Europea” per utilizzare una frase ormai più che abusata.
Progressivamente dalle vie del paese verranno eliminati i vecchi cassonetti per la raccolta di indifferenziato, carta, vetro, plastica e ogni famiglia sarà dotata di contenitori specifici e appositi sacchetti personalizzati.
La ditta appaltatrice ha provveduto alla distribuzione dei kit alle famiglie in quattro giornate diverse, presso la Bocciofila in Via Visaisa, suddividendo le utenze per ordine alfabetico. A partire da mercoledì 17 settembre con i cognomi da A a C, giovedì 18 settembre i cognomi da D a L, venerdì 19 settembre i cognomi da M a Z, per concludere sabato 20 settembre sul piazzale della Chiesa Parrocchiale di Pratavecchia per i residenti della frazione, di Monastero e Ricogno.
Per il ritiro dei kit, i cittadini dovevano esibire codice fiscale e copia dell’ultima bolletta della tassa comunale rifiuti o dichiarazione di avvenuta iscrizione presso l’ufficio tributi del comune.
Dalla settima successiva, sono stati calendarizzati incontri informativi con la popolazione.
Il primo venerdì 26 settembre, partendo questa volta proprio da Pratavecchia, presso l’oratorio parrocchiale, con i cittadini residenti nella frazione.
Mentre il giornale va in stampa proseguono lunedì 29 settembre, presso il salone polivalente del teatro, con i residenti del concentrico così suddivisi in due fasce: cognomi con da A fino a GL e, successivamente i cognomi da GM a Z .
Presso il circolo Acli di Monastero, martedì 30 settembre l’incontro con i residenti della frazione, mercoledì 1 ottobre, presso la bocciofila in via Visaisa 36, per i cittadini residenti Oltremaira suddivisi anche qui in due fasce: alle ore 18 per i cognomi con iniziale da A a F, alle 20,30 per i cognomi con iniziale da G a Z.
Infine, giovedì 2 ottobre, alle ore 20.30 per i residenti della frazione Tetti, presso il bar di via Moschieres n. 39.
A gestire il nuovo sistema di raccolta sarà la ditta Idealservice, mentre, per far sì che, conclusa la distribuzione dei kit, la raccolta si svolga nel miglior modo, sarà avviata una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, partendo dai più piccoli, al fine di raggiungere un maggiore rispetto dell’ambiente anche tra i “grandi”.
“Si cercherà di attuare un’efficace opera informativa – spiega l’assessore all’ecologia e decoro della città Gianni Arnaudo – che raggiunga tutta la popolazione dronerese, sia mediante opuscoli scritti in più lingue, sia puntando sul ruolo di mediatori culturali, grazie all’associazione “Voci del mondo”. Inoltre le utenze non domestiche saranno contattate dalla ditta erogatrice per eventuali esigenze particolari”.
Data la portata del cambiamento cercheremo di dare un approfondimento nel prossimo mese e di fare, per quanto nelle nostre capacità, ricognizioni periodiche in futuro sul funzionamento della nuova raccolta.

Non possiamo però non segnalare già i primi dubbi e timori che serpeggiano tra la popolazione. È nota la polemica scoppiata a luglio (e che prosegue tuttora) a Cuneo dove questo tipo di raccolta è già stato avviato nel mese di maggio. Innanzi tutto difficoltà di tipo logistico per la sistemazione dei vari contenitori nelle abitazioni del centro storico che, si sa, dispongono di spazi assai limitati ma anche per i palazzi in genere come testimoniato da diversi amministratori che hanno raccolto le perplessità dei condomini, i quali devono tenere in casa o sui piccoli balconi (quando ci sono) i vari rifiuti in attesa di poterli smaltire correttamente nei giorni previsti. In estate, dal Cec (il Consorzio ecologico del cuneese) la responsabile tecnica Simona Testa ha ammesso, per quanto riguarda Cuneo – ma pensiamo si possa generalizzare anche per tutti gli altri comuni dove presto prenderà il via il porta a porta – che “i problemi sono tanti, più del previsto, stante la vastità del territorio ed il gran numero di utenze da gestire. Quelle più problematiche sono le condominiali”. D’altra parte il servizio è stato avviato nel periodo estivo. Come funzionerà in inverno con la neve?
E poi, si segnalano anche difficoltà di tipo economico poiché – mentre da un lato si chiede ai cittadini un maggior sacrificio in termini di tempo e di attenzione nel differenziare i rifiuti (cosa che è assolutamente corretta!) e nel depositare in strada i propri contenitori alternativamente e secondo i calendari specifici previsti per la raccolta di ciascun rifiuto – è quasi certo che i costi a carico delle amministrazioni e di riflesso dell’utenza aumenteranno, anche al di là delle sanzioni previste per chi non “ricicla” correttamente.
Questo concetto si sintetizza bene con la polemica scoppiata su Facebook dove nei lettori inizia ad insinuarsi un dubbio: “come mai i rifiuti differenziati, che sul mercato hanno un valore, diventano invece un costo per la collettività? La gente comune è obbligata a fare il lavoro sporco: raccoglierli, differenziarli, stoccarli in appositi contenitori e consegnarli a società che, secondo alcuni, ne ricavano forti guadagni. Al cittadino non rimane che pagare le tasse oltre al fatto che son già stati pagati durante l’acquisto dei beni”.
Non rimane che attendere gli sviluppi della nuova “scelta” sostanzialmente imposta alle amministrazioni per il raggiungimento degli obiettivi europei.

Infatti, attuare la raccolta differenziata è un obbligo e obiettivo di legge, come si legge all’art. 181 del D.lgs.152/2006 e ss.mm.ii., comma 1:
“Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità competenti favoriscono la riduzione dello smaltimento finale degli stessi, attraverso: il riutilizzo, il riciclo o le altre forme di recupero;
l’adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi;
l’utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.”
Dal canto nostro vorremmo però sottolineare che il problema grosso è e rimane sempre quello a monte: riciclare è davvero importante per l’ambiente, ma assai più importante è ridurre i rifiuti all’origine ovvero far sì che se ne producano di meno. L’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), società controllata dalla Regione Piemonte, a seguito di un’indagine compiuta proprio sul tema calcola che “ … solo 23 kg su 100 dei rifiuti dei piemontesi si possono davvero definire immondizia. Tutto il resto è buono. Buono per il riciclo”. Ma se è buono per il riciclo, come dicono, anziché demandare come sempre alla buona volontà dei cittadini (ovvero praticare la soluzione “a valle”) perché non cercare valide soluzioni “a monte”? A cominciare dagli imballaggi, molta strada resta da fare!
S.T.

Intervista a Padre Federico Lombardi

padreLombardi Dronero e la Valle hanno “regalato” alla comunità, nel corso dei decenni, persone che si sono ritagliate un posto di rilievo nella società.

Alcuni sono diventati personaggi pubblici, altri magari sono rimasti ignoti ai più, ma li accomuna un cammino di successo che vogliamo provare a ripercorrere insieme. Incominciamo conPadre Federico Lombardi, gesuita, laureato in matematica ed in teologia, direttore di Radio Vaticana, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, comunemente conosciuto come portavoce di Papa Francesco, così come lo fu di Papa Benedetto XVI che lo nominò l’11 luglio 2006 in sostituzione di Joaquín Navarro-Valls. Padre Federico è nato a Saluzzo, ma la famiglia Lombardi è una istituzione per Dronero, per cui lo consideriamo “dronerese” in pectore.

Incominciamo proprio dalla storia di questa grande famiglia e spostiamoci nel 1854. In quell’anno il Notaio Giuseppe Lombardi, da poco insediatosi in Dronero, acquista una grande casa, nel pieno centro, oggi Via Cavour, già occupata dalla Locanda della Rosa. Si trova a ridosso delle antiche mura sul lato settentrionale dell’abitato, diventerà sede della famiglia e dello studio. Giuseppe Lombardi sposa Domenica Denina e dal matrimonio nascono ben nove figli, due di questi mantengono il legame con Dronero, Felice e Luigi, l’ultimo della nidiata. Felice, geometra eredita la casa di famiglia, conservata dai suoi discendenti fino ai giorni nostri. Luigi si sposa con Emma Vallauri, sorella del famoso scienziato Giancarlo, professore di Elettrotecnica, Accademico d’Italia e fondatore dell’Istituto Nazionale Galileo Ferraris di Torino, e acquista nel 1914 quella che ancora oggi è Villa Emma.

Chi era Luigi? Luigi Lombardi fu allievo di Galileo Ferraris, si laurea in ingegneria nel 1890 presso il Politecnico di Torino e vi ottiene la libera docenza in elettrotecnica, nel 1901 vince il concorso a cattedra di fisica tecnica a Napoli. Nel 1922 passa come docente di elettrotecnica alla R. Scuola di ingegneria di Roma, ove insegna fino al 1938. Il 13 giugno 1939 viene nominato senatore del Regno. Fu presidente della Commissione di elettrotecnica internazionale e del Comitato elettrotecnico italiano.
La moglie, Emma Vallauri si laureò nel 1920 in matematica all’Università di Bologna, maturò nel corso della sua vita un’adesione profonda al cattolicesimo. A Napoli si occupò del recupero morale e materiale dei fanciulli di strada, fondando il movimento “I bimbi di via”, e dell’assistenza alle ragazze madri, creando l’associazione “Apostolato della culla”. Nel 1923 viene nominata a presidente nazionale del movimento delle donne di Azione cattolica.
Dal matrimonio con Luigi nacquero otto figli, Paolo, libero docente di elettrotecnica, tra i suoi figli Padre Federico Lombardi, Edoardo, ingegnere, Pia, parlamentare della Democrazia cristiana (DC) e dirigente del Fronte della famiglia, Renato, dirigente industriale e presidente della Confindustria dal 1970 al 1974, Riccardo, gesuita e grande predicatore, il “microfono di Dio”, Annie, missionaria francescana, Vincenzo (morto nel 1913, subito dopo la nascita), Gabrio, gemello di Vincenzo, professore di diritto romano.

Riccardo-Annie-Paolo-Edoardo-Riccardo-Pia

Il fratello Felice si sposa con Marianin, una discendente della famiglia dronerese degli Allodi (il Comune di Dronero ha sede in Casa Allodi), dal matrimonio nascono 13 figli e figlie, ben cinque intraprendono la carriera militare raggiungendone i vertici. Giuseppe (Pin) in Marina, Giacomo (Cin) negli Alpini, Carlo (Juccio) e Alberto (Berto) in Cavalleria ( Alberto, gran cavaliere, si aggiudicò la medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Parigi nel 1924), Luigi nell’Artiglieria Alpina. Proprio Luigi, diventò, nel 1958, Comandante Generale dei Carabinieri.

Gen.Luigi Lombardi-Comandante Generale Carabinieri

Incontro Padre Federico nella sua casa di Dronero, Villa Emma, in compagnia di suo cugino Alberto Bersani che ha reso possibile questa nostra intervista.

La Famiglia Lombardi a Dronero è un’istituzione, quale il filo che a distanza di così tanto tempo tiene ancor legata la vostra famiglia a questo nostro territorio.
Il merito è tutto dei nostri predecessori, ci hanno lasciato una eredità di valori, di impegno e di amore per questa terra che, con naturalezza, abbiamo vissuto profondamente ed abbiamo conservato. Ai nostri anziani dobbiamo una gratitudine immensa.
Cade proprio quest’anno il centenario della “nascita” di Villa Emma, i nostri nonni Luigi ed Emma avevano una visione patriarcale della famiglia, acquistarono nel 1914 un “ciabot” per la famiglia, che allora era già completa con tutti e sette i figli, l’ultimo, Gabrio, aveva 1 anno. L’acquisto, però, era già pensato anche per “dopo”, affinchè la famiglia avesse un punto di riferimento, un luogo per ritrovarsi nel luogo degli affetti e delle radici.
La casa ha subito tre allargamenti, sempre con la finalità di raccogliere la famiglia che si allargava sempre di più, sia il nonno e poi i figli hanno vissuto questo come un grande valore e così è stato anche per i nipoti, oggi siamo alla 5^ generazione.

In famiglia un altro illustre Gesuita, Padre Riccardo Lombardi, “il microfono di Dio”, quali i ricordi di suo zio
Fu un grande predicatore che iniziò la sua opera alla fine della 2^ guerra mondiale, con una predicazione di respiro europeo da inserire, a pieno titolo, nel clima di ricostruzione di una civiltà distrutta dalla guerra. L’obiettivo, che incontrava attese profonde nel dopoguerra, era di ricostruire una società utilizzando la parola del Vangelo come chiave di convivenza tra la gente. Padre Riccardo Lombardi recitò un ruolo importante, di riferimento, per l’elettorato cristiano e cattolico in alternativa al comunismo che stava mettendo a rischio la società europea.
Fu un argine nel ’48, di fronte all’ondata comunista dilagante, ma questo fu solo il suo appassionato contributo ad una situazione contingente, fervido divulgatore del Vangelo, predicò in America Latina, in Asia, coltivando larghi orizzonti, anche al di là dei visibili confini della Chiesa, con una passione profonda per il rinnovamento della Chiesa stessa. Fu un antesignano dell’idea di un Concilio e ne perorò più volte la causa con Papa Pio XII. Non fu tra i protagonisti del Concilio Vaticano II per differenza di sensibilità con Papa Giovanni XXIII, però ispirò tutta la sua attività al Concilio Vaticano II, predicando il rinnovamento della Pastorale su impronta conciliare.

Padre Lombardi, lei è stato portavoce di Papa Benedetto ed ora lo è di Papa Francesco. Avendoli frequentati così da vicino potrebbe raccontarci alcune differenze tra queste due grandi personalità
Esiste una sostanziale continuità tra il servizio pastorale di Papa Benedetto XVI e quello di Papa Francesco. Però ogni Papa ha la sua personalità. Benedetto è un grande intellettuale, un uomo di profondissima cultura. Francesco, uomo dotto e profondo, è naturalmente un pastore, con un rapporto diretto verso le persone, molto efficace e comunicativo. Benedetto ha testi di una profondità non facile da cogliere nell’immediato. Francesco ha testi più efficaci, semplici e concreti, arricchiti da un carisma pastorale diretto.
Benedetto richiede un profondo impegno ed una profonda cultura per godere la ricchezza delle sue tesi. Francesco ti arriva addosso con frasi dirette, che ti scuotono.
Benedetto è stato più sistematico nella sua attività pastorale, Francesco è più libero e ci tiene a dimostrarlo costantemente.
Francesco risponde alla chiamata dello Spirito Santo, quindi è meno prevedibile. Usa forme personali e dirette che vanno al di là del canale istituzionale.

Papa Francesco, con la sua straripante personalità, ha colpito tutti, credenti e non. Avrebbe, Padre Lombardi, qualche aneddoto di vita comune del Papa da condividere con nostri lettori ?
Papa Francesco è una persona che è abituata a stupire, appena eletto scelse di abitare fuori dagli appartamenti pontifici, fu una scelta precisa e decisa che colse tutti di sorpresa. Su questa sua decisione la stampa fece molta dietrologia, ma le assicuro che erano solo teorie senza fondamento, Papa Francesco non chiese niente a nessuno, decise subito e da sè con chiarezza di vedute ed in modo piuttosto determinato. Alla base della sua decisione il concetto di prossimità, stare vicino ai propri collaboratori, stare al loro livello, ad incominciare dal luogo di vita.
Recentemente, durante il viaggio in Corea, ha deciso, con grande immediatezza, di dar seguito alla richiesta di battesimo del papà di un ragazzo morto nella tragedia del naufragio del Sewol ( naufragio avvenuto il 16 aprile 2014 nelle acque della Corea del Sud con la morte di 293 persone per la maggior parte studenti della Scuola superiore “Danwon” di Ansan in gita scolastica. NdR). Questa richiesta è arrivata di sorpresa, durante una visita in programma. Fatte le opportune verifiche con il Vescovo, questo papà è stato battezzato il giorno dopo, da Papa Francesco, nella Nunziatura con una cerimonia privata. Il desiderio di rispondere con prontezza, un tratto caratteristico del pontificato di Francesco.
Proprio in questi giorni abbiamo tutti negli occhi la barbara decapitazione del giornalista americano Foley, venuto a conoscenza che la famiglia di Foley era cattolica praticante il Papa ha chiesto il recapito telefonico ed ha telefonato personalmente ai genitori. Spontaneità e prontezza.

Padre Federico Lombardi ritorna a Dronero una settimana all’anno, nonostante il poco tempo a disposizione per il meritato riposo, ha accettato il nostro incontro e la piacevole chiaccherata che ne è seguita. Mi ha colpito la disarmante ed affabile cortesia che a stento vela la profondità della persona . Dire che Padre Federico sia una persona importante è riduttivo, in un mondo che vive di comunicazione essere il portavoce di una personalità quale il Santo Padre è un impegno difficile anche solo da immaginare per chiunque di noi, eppure ci siamo parlati come se ci fossimo conosciuti da sempre.

Massimo Monetti

Tecnogranda, rinnovo cariche amministratori

Tecnogranda Si è svolta il 29 Luglio l’Assemblea Ordinaria dei soci di Tecnogranda, all’ordine del giorno il rinnovo della cariche oltre alle normali comunicazioni societarie.

Il Presidente uscente Dott. Maurizio Grosso è stato riconfermato nella carica, così come il Consigliere Dott. Rabbia, un nome nuovo come terzo membro del CdA, si tratta della Dott. Porziano in rappresentanza di Finpiemonte, socio di maggioranza di Tecnogranda.
Riconfermato anche il Presidente del Collegio dei Revisori, Dott. Vezza.

Nessuna novità sul fronte degli investimenti, al momento i soci più importanti non si sono resi disponibili a sostenere l’aumento di capitale in scadenza nel Gennaio 2015.
Nel corso dell’assemblea è stata prospettata ai soci la possibilità di procedere alla vendita dei terreni di proprietà, adiacenti al fabbricato.

Sostanzialmente la nuova Giunta regionale deve fare le proprie scelte, cioè definire le strategie ed i relativi finanziamenti. Fino a quel momento ogni decisione è sospesa.

R.D.

L’affare ENEL

ENEL Con questo mese iniziamo una serie di articoli, o almeno queste le nostre intenzioni, per trattare un argomento che riveste una particolare importanza per la città di Dronero.
Ci riferiamo alla trattativa in corso con ENEL per la risoluzione della controversia relativa alla Convenzione stipulata dal Comune di Dronero a seguito della cessione, da parte del Comune stesso, della Azienda Elettrica Municipale alla società ENEL, allora non ancora Società per Azioni, ma ente statale.

Quest’ultima precisazione è importante per capire meglio l’evoluzione della storia. Ma per procedere con ordine incominciamo col definire per sommi capi la vicenda. Nel 1995 l’allora Sindaco Franco Reineri e la sua Giunta gestirono la vendita all’ENEL dell’AEM, l’azienda che gestiva la distribuzione dell’energia elettrica nel Comune di Dronero, energia che otteneva dall’ENEL stessa ad un prezzo di favore a fronte di accordi economici legati alla autorizzazione concessa nel lontano 1928 dal Comune per la costruzione della centrale idroelettrica, dell’allora CELI, a Ponte Olivengo. Chi ha qualche anno di più, o di troppo, non può non ricordarsi la matematica certezza con cui s’interrompeva l’erogazione dell’energia elettrica al secondo, massimo terzo fulmine che si scaricava su Dronero durante i temporali primaverili. Interruzione che normalmente non durava tantissimo, ma quanto bastava per perdersi l’azione del gol della importante partita di turno trasmessa alla televisione, che proprio sul più bello si spegneva. Tanto che nel caso delle partite della Nazionale era abitudine diffusa andare a caccia dell’amico che aveva la casa allacciata all’ENEL per non rischiare il black-out.

Per tornare alle nostre questioni la cessione passò attraverso la stipula di questa Convenzione che prevedeva la fornitura, da parte dell’ENEL, per 75 anni, di un massimo di 1.500.000 Kwh/anno al Comune di Dronero a titolo gratuito, fornitura finalizzata al funzionamento dell’ente Comunale, cioè Uffici Pubblici, Impianti Sportivi, Scuole, Manifestazioni di interesse Comunale ed Illuminazione Pubblica. La decorrenza era il 1 Febbraio 1987, quindi si arrivava fino al 2062. Potrete trovarne la copia sul nostro sito internet (www.dragonedronero.it) alla voce Documenti .

Abbiamo interpellato l’ex Sindaco Franco Reineri che così ricostruisce i termini della Convenzione stipulata con l’ENEL “L’Ufficio Tecnico Erariale stimò in 2,8 miliardi di lire il valore dell’AEM, e questa fu la cifra che l’ENEL pagò, a questa cifra si aggiunse la fornitura gratuita per 75 anni di 1.500.000 Kwh/anno, oggetto del contendere. 800 milioni, dei 2,8 miliardi incassati, furono utilizzati per il ripristino del canale che va dalla vecchia presa della Marchisa alla centrale ENEL, mentre l’80% dei 2 miliardi rimanenti vennero utilizzati per realizzare la centralina Comunale di Monastero, opera che incontrò la tenace opposizione dell’Ing.Carlo Simondi intenzionato a realizzare in prima persona l’opera. Ne nacque un contenzioso che durò anni, il Comune di Dronero venne trascinato attraverso diversi gradi di giudizio, fino alla Cassazione, ne uscì sempre vincitore, anche se fu costretto a sostenere una spesa di circa 130.000 euro in spese legali. Soldi comunque ben spesi, sia perchè si riuscirono a salvaguardare diritti sui canali irrigui che la comunità dronerese vanta dai tempi del Marchesato di Saluzzo, sia perchè la successiva realizzazione della centrale di Monastero garantisce ancora oggi, alle casse del Comune, una rendita annua di circa 400.000 euro”.

Si chiude un millennio e nei primi anni del 2000 partono le privatizzazioni, tra queste anche quella dell’ENEL. Nasce l’Autorità per l’Energia ed il Gas e le utenze agevolate, quale era quella a cui era soggetto il Comune di Dronero, vengono regolamentate da questo Ente. Arriviamo così al 1^ Gennaio 2010, data a partire della quale, a seguito della Delibera del 20 Novembre 2009 n. ARG/elt 180/09, cessa il rimborso di quanto a suo tempo pattuito con l’ENEL.

Quindi dal 1^ Gennaio 2010 il Comune di Dronero riprende a pagare l’energia elettrica a prezzo di mercato. Sempre in quell’anno il Comune richiede un parere legale all’Avv. Scaparone di Torino che risponde nell’agosto di quell’anno con un articolato documento che si conclude con queste frasi :
“Pertanto, è da ritenere che la previsioni dell’Art.7 della Convenzione sia tuttora valida ed efficace e l’ENEL spa abbia l’obbligo di darvi esecuzione. In conclusione, si può concludere che, essendo l’ENEL spa ancora vincolata al rispetto dell’obbligazione convenzionale, il Comune di Dronero deve rivolgersi ad essa per il relativo adempimento”.

Passano due anni, in cui il Comune continua a pagare l’elettricità a prezzi di mercato, e arriva una lettera dell’ENEL che ufficializza la posizione richiamandosi sempre alla Delibera del 20 Novembre 2009 n. ARG/elt 180/09, già precedentemente citata, dell’Autorità per l’Energia ed il Gas, la lettera conclude con queste parole che hanno come soggetto la citazione della famosa Delibera, “ dispone la cessazione delle condizioni tariffarie previsti per i regimi normati dal D.L. 14 marzo 2005 n.35 … non possiamo [l’ENEL, ndr] che escludere l’esistenza, a carico di Enel Spa e/o società appartenenti al Gruppo Enel degli obblighi da Voi richiamati”

Questo quanto siamo riusciti a documentare tra non poche difficoltà, vista la cortina di silenzio che circonda la questione. Ovviamente cercheremo di approfondire per informarvi meglio, ma chiudiamo con due riflessioni.

La prima ci porta a fare alcune considerazioni, da non addetti ai lavori, sulla vicenda legale per tentare di capire e di far capire i nostri lettori. L’ENEL contrasse con il Comune di Dronero un impegno di fornitura come contropartita per l’acquisto della AEM. Nel tempo l’ENEL venne privatizzata e le “tariffe speciali” vennero cedute dall’ENEL alla neonata Autorità per l’Energia ed il Gas, che utilizza la bolletta per finanziare questi regimi tariffari speciali. Difficile infatti, per una Società per Azioni quotata in Borsa, portarsi nei bilanci le “tariffe speciali”. Il caso di Dronero-AEM può contare su precedenti illustri, le Ferrovie dello Stato, ad esempio, che nel 1962, anno della nazionalizzazione, cedettero all’ENEL la propria rete di produzione e ne ricevettero in cambio una “tariffa agevolata” di fornitura che nel 2012, ad esempio, è costata ben 354 milioni di euro agli italiani, soldi che vengono recuperati in bolletta e quindi vengono pagati da tutti. Evidentemente, nel tentativo di diminuire i costi dell’energia e chiudere con un passato di agevolazioni per gli uni, che diventano balzelli per gli altri, lo Stato ha cominciato con i più piccoli ed il Comune di Dronero si è trovato in prima fila. L’impressione è che alla fine, dopo aver contribuito a rendere felice l’Ordine Forense, si andrà ad una transazione.

La seconda riguarda la partita in gioco, in termini economici ovviamente, una fornitura di 1.500.000 Kwh/anno vale circa 216.000 euro/anno (calcolato al costo medio, per utenze industriali, di 0,144 euro/Kwh, fonte Eurostat-2012), gli anni in gioco sono il periodo 2010-2062, cioè 52 anni, quindi, mal contato, il debito dell’ENEL verso il Comune ammonta ad 11 milioni di euro. I calcoli sono teorici e molto approssimativi, ma servono a mettere in evidenza che la cifra in gioco è dell’ordine degli svariati milioni di euro, soldi che, in anni di magra, per una comunità quale quella dronerese, potrebbero veramente fare la differenza. Ma potrebbero anche rappresentare “la differenza” per la campagna elettorale del Sindaco Acchiardi. E’ vero che mancano ancora due anni, ma si sa : i tempi della Giustizia, in Italia, sono lunghi.

Massimo Monetti

Chi va la mulino s’infarina

artesio “Chi va al mulino si infarina”, ben lo sapevano un tempo tutti coloro che avevano occasione di recarvisi per far macinare qualcosa. Ed erano ben contenti d’uscire di là incipriati, ma con un bel sacco di farina ancora tiepido. Intanto, aspettando che la grossa macina facesse il suo lavoro, si discorreva del più e del meno con il mugnaio o con qualcun altro, anche lui in paziente attesa.

Scene perse nel limbo dei ricordi ormai di pochi. Oggi qualcuno, con dolente sarcasmo, ripete che molti non sanno più neanche riconoscere l’erba che da il pane.
Sarà per ciò che piccole sparute realtà come il Mulino della Riviera di Dronero acquistano agli occhi di coloro che sono più propensi alla nostalgia, un valore simbolico, quasi affettivo.
Da questi vecchi mulini recuperati a nuova vita difficilmente oggi si esce infarinati, mentre invece il mugnaio che sia disposto a chiacchierare un po’, questo lo si trova ancora, soprattutto se lo farete parlare del suo lavoro.
E capita di incontrarvi e legare con altri avventori, affascinati anche loro dalle vecchie tecnologie sentite ben più a misura d’uomo di quelle attuali.
Succede anche, proprio in quel di Dronero, che alcune signore, prive di interesse, credo, per gli arcani meccanismi d’un vecchio mulino, ma invece molto attente alle peculiari qualità dei diversi cereali che vi si lavorano, tra una chiacchiera e l’altra – parecchie, mi sa, visto che alle donne piace ciacolare – decidano di impegnarsi a dar vita ad un ricettario che esalti le specificità di quelle farine e dei semi da cui derivano.
Di ricettari è pieno il mondo. E’ vero,dovremmo essere ormai tutti cuochi provetti; però in questo caso il loro intento non è quello di insegnare a cucinare, bensì rendere omaggio ed esaltare qualcosa che il passato ci lascia di qualitativamente valido e che sarebbe un delitto non tramandare alle future generazioni.
Più che come aridi elenchi di ingredienti, le ricette di Alda, Claudia, Franca, Yolanda, Mara, Osvalda, Silvia, Simona, andranno lette come poesie spontanee, come brani d’un diario intimo che ognuna di loro vorrà rivelarci. Se poi serviranno anche come stimolo per organizzare allegre tavolate in piacevole compagnia, cosa chiedere di più?

Abbonamenti 2014

abbonamenti2014 A partire dal mese di novembre è possibile abbonarsi al mensile Dragone per l’anno 2014

A partire dal mese di novembre è possibile abbonarsi al mensile Dragone per l’anno 2014.
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5. Foto Vineis – P.zza Martiri
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7. Macelleria Cucchietti – P.zza Martiri
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12. Alimentari Baralis – Acceglio

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Assemblea Tecnogranda, tempo di bilanci

abbonamenti2014 Lunedi 7 Ottobre si sono tenute le due assemblee, quella ordinaria e quella straordinaria, quest’ultima dedicata proprio all’aumento di capitale.
Assente, per motivi di famiglia, il Presidente, Dott. Grosso, presiedeva l’assemblea il dott. Cardia, membro del Consiglio di Amministrazione. Risultavano pure assenti alcuni soci di peso, quali Confindustria ed il Sig. Amilcare Merlo.

L’azienda quest’anno stima una perdita di 536.000 euro, che si vanno ad aggiungere alle due perdite degli anni precedenti : 1.135.000 nel 2011 e 837.000 nel 2012, per un totale di circa 2.500.000 euro.
Sul fronte dei ricavi l’azienda stima di chiudere il 2013 con ricavi dai laboratori in linea con il 2012, circa 115.000 euro, ricavi dall’incubatore ulteriormente diminuiti, circa 35.000 euro, così come pure notevolmente diminuiti sarebbero i ricavi per servizi e commesse che si attesterebbero a 95.000 euro circa rispetto ai 250.000 euro del 2012. Meno drastica la diminuzione dei ricavi su Progetti Finanziati che passerebbe dai 500.000 euro del 2012 a circa 360.000 euro. Costanti i ricavi da Polo (gestione + servizi) che si attesterebbero intorno ai 130.000 euro. Il tutto per un ammontare del valore della Produzione pari a 925.000 euro. Per contro tra i costi il valore più significativo riguarda il costo del personale, 550.000 euro, a cui si aggiungono gli organi di amministrazione, CdA e Collegio Sindacale, con un costo pari a 54.000 euro. Naturalmente si tratta di stime poiché il bilancio si chiuderà il 31/12/2013.

Al primo punto dell’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria si trovava l’approvazione della proposta transattiva dell’ex-amministratore delegato, l’Ing. Alessandro Mario Ferrario, in relazione alla possibile azione di responsabilità (articolo 2446 c.c.) che era stata valutata dalla precedente assemblea del 8 Aprile. Ricordiamo che l’articolo 2446 del Codice Civile prevede che i soci di una società possano chiedere agli amministratori di rispondere in solido, cioè di tasca propria, per azioni che essi reputano abbiano recato danni alla società stessa.
La proposta transattiva, 60.000 euro messi a disposizione dal Ferrario, è stata accolta dall’assemblea che ha chiuso così la querelle sulla passata gestione e le perdite da essa accumulate.

Nella successiva assemblea straordinaria si è discusso dell’aumento di capitale di 1.600.000, necessario per ricostituire quanto consumato dalle ripetute perdite di questi anni. L’assemblea ha deliberato l’aumento a cui i soci dovranno aderire, se lo vorranno, entro il 31/12/2013. Tempi ridotti quindi, per trovare somme non facili da reperire per chiunque, in particolare per gli enti pubblici. Al comune di Dronero, socio attualmente per circa l’11,5%, toccherebbero circa 184.000 euro, pena il dimezzamento del valore patrimoniale.

D.R.