Il voto in Valle

Unionecomuni Grande consenso per Grillo

La consultazione elettorale vista dai seggi della Valle non esprime – come è successo sovente in passato – differenze sostanziali rispetto al dato nazionale. Certamente il Centro destra ha parecchi voti in più del Centro sinistra, ma dalle nostre parti è sempre stato così. Ed emerge forte la presenza del Movimento 5 Stelle che arriva quasi al 25% al Senato e supera il 26% alla Camera il che ci fa dire che sostanzialmente questo “partito” incontra il favore non solo dei più giovani, ma è assolutamente trasversale per quanto riguarda l’età degli elettori (si sa che per il Senato si vota solo a partire dai 25 anni).
La coalizione di Centro destra si attesta sul 32% alla Camera e sul 34% al Senato (anche qui senza significative differenze per età dell’elettorato) con una netta prevalenza del PdL (18%) rispetto alla Lega Nord (10%) che perde ovunque consensi. Buona prova in alcuni comuni del MIR (Moderati in Rivoluzione) che candidava il sindaco di Montemale, Virano.
La coalizione di Centro sinistra ottiene invece poco più del 20% sia alla Camera, sia al Senato con il PD al 18% e SEL attorno al 2%.
Alle spalle del Centro Sinistra troviamo la coalizione di Monti che si attesta al 18% anche in questo caso con percentuale pressoché identica sia alla Camera, sia al Senato.
Non vanno molto lontano né Rivoluzione civile di Ingroia (1,5%) nè Fare per Fermare il Declino di Giannino (1,2%) che pure presentava un candidato locale, l’ing. Monetti.
L’affluenza alle urne è stata attorno al 78% circa 3 punti più alta della media nazionale Ovviamente quanto riportato è il dato medio di tutta la Valle da Busca ad Acceglio. Ci sono poi delle particolarità e ne segnaliamo alcune. Innanzi tutto il dato di affluenza che va dal massimo di Busca (80,1%) al minimo di Elva (39,0%) valore sul quale ha certamente influito il maltempo poiché Elva, e in genere l’alta Valle, conta elettori che non abitano stabilmente in paese e che quindi hanno preferito non mettersi in viaggio considerato il rischio neve.
La prevalenza del Centro destra, come abbiamo detto, è un dato medio. In alcuni comuni come Stroppo e Prazzo è stato invece il Centro sinistra a raccogliere quasi il 40% di consensi. Indubbio invece il risultato del Movimento 5 Stelle con un dato medio alla Camera del 26,7% ma con punte del 30, 40 e anche 56% a Villar, Acceglio, Marmora e Canosio.
In termini assoluti il Movimento di “Grillo” raccoglie complessivamente 3384 voti alla Camera e 2834 al Senato. Il Centro destra conta 4029 elettori alla Camera e 3947 al Senato mentre il Centro sinistra ottiene rispettivamente 2541 preferenze alla Camera e 2320 al Senato; 2296 i voti per la coalizione Monti alla Camera e 2104 al Senato. Tutti gli altri gruppi o partiti nell’insieme ottengono rispettivamente 413 e 337 voti.
Come abbiamo detto in apertura il risultato elettorale in Valle, a grandi linee, è sostanzialmente allineato con il dato medio italiano e con quello provinciale, fatte ovviamente le precisazioni sopra espresse. Come potemmo leggere questa tendenza ad “allinearsi” più che in passato se non constatando che la crisi che attanaglia il Paese comincia a farsi sentire forte anche in queste zone periferiche, come la Provincia di Cuneo, fino a poco tempo fa ancora considerate “isole felici”?
Sergio Tolosano

Centralina Torrazza

GiornataMemoria2013 LA CENTRALINA DELLA TORRAZZA E’ FUORI USO. Ogni giorno si perdono 1600 euro Circa 140.000 euro.

A tanto ammonterà il danno economico per il Comune di Dronero al termine dei tre mesi di stop della produzione della centralina idroelettrica della Torrazza.
L’impianto è fuori uso dal novembre 2012 per una scarica elettrica. Ogni giorno di mancata produzione, il Comune di Dronero perde circa 1.600 euro tra vendita dell’energia elettrica prodotta e certificati verdi.
“Inizialmente si è bruciato un interruttore – spiega l’assessore ai Canali irrigui Giovanni Arnaudo – e poi il generatore. Di solito ci sono delle protezioni, non si capisce come sia stato possibile questo guasto”.
La riparazione dell’impianto è stata affidata alla ditta Rostagno di Cuneo.
“All’inizio la ditta è andata per esclusione – prosegue Arnaudo – e poi si è concentrata sul generatore. Rifare tutti gli avvolgimenti del generatore è un’operazione molto lunga che probabilmente costerà molto. Pensiamo di poter far ripartire l’impianto per la fine di febbraio”.
L’introito per la vendita dell’energia elettrica prodotta dalla Torrazza è fondamentale per il bilancio comunale. Ogni anno arrivano nelle casse dell’ente circa 400.000 euro.
La centrale, sin dall’entrata in funzione ha avuto una storia molto travagliata.
Dal 2001 al 2008 è stata teatro di una battaglia legale che ha visto contrapposti l’ente pubblico, poi risultato vincitore e la Falci spa (poi I.S.D.) per la concessione della derivazione.
Oltre alle questioni giudiziarie, le amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, hanno dovuto fare i conti anche con le richieste degli agricoltori che hanno i terreni che si affacciano sul canale Marchisa su cui insiste la centralina.
Per venire incontro sia alle esigenze degli agricoltori, sia a quelle del Comune, l’amministrazione ha approvato un nuovo regolamento per la gestione dell’acqua. In base alla nuova normativa, gli agricoltori, per l’utilizzo dell’acqua al di fuori del periodo irriguo (dal primo lunedì di giugno al 30 settembre) pagano al Comune 2,93 euro per giornata a settimana a titolo di risarcimento per la mancata produzione. Se, viceversa, la centralina dovesse utilizzare l’acqua nel periodo irriguo, verserà la stessa somma di denaro agli agricoltori.

Luca Chiapale

Calandrino – Rumori e silenzi

s.andrea A differenza di altri autori “anonimi” locali non ho la presunzione che quanto da me scritto possa avere valenza stracittadina o influire minimamente sull’esito del voto alle prossime politiche. Continuo così con la mia rubrica che, in questo numero, vuole solamente essere un indice dei “decibel” prodotti alla diffusione di notizie circa gli ultimi eventi.

Parecchio rumore, assordante, insistentemente lungo quello sulle candidature e immancabili promesse di buon governo. La vera notizia è che tutti sono contro tutti e tutti sostengono il contrario di tutto. Schiamazzi persino, di chi sale e chi ridiscende in politica, un baccano esagerato, decibel oltre i livelli ammessi. Il Gran Favoreggiatore, Barzellettiere, Buffone di Corte Internazionale, Cavaliere con molte macchie e senza pudore, il più impresentabile degli impresentabili, promette di togliere tutte le tasse, proprio tutte a tutti, proprio tutti; per convincere gli ultimi scettici, nonostante appesantito da brillantina e cerone, imbottito di Viagra, il giorno prima del consulto, in barba a Grillo, attraverserà lo stretto di Messina camminando sulle acque. Altri candidati sono corsi in edicola ad acquistare la nuova edizione del Grande Libro del Sapere per poter così estrapolare ricette per la crescita e antidoti per la crisi, improvvisamente in grado di leggere, scrivere e far di conto dopo decenni di scuola dell’infanzia politica. Grande rumore alla notizia che il cattolicissimo Casini apre rumorosamente le porte alle coppie omosessuali; certamente su proposta di Formigoni, che dopo anni di Pirellone, ha deciso di metter su famiglia, essendosi accaparrato una cospicua dote.
Meno rumore alla notizia della rinascita dei Fratelli d’Italia. Sarà perché, in questi anni di nuova crisi, vengono in mente i tempi dell’immediato dopoguerra, segnati dall’indigenza, quando per la loro diffusione e persistenza i Fratelli erano sinonimo di pidocchi e piattole; poi silenziosamente è arrivato il Professor Moom. Pochissimo rumore alla notizia che dopo vari rinvii è stata spostata a data da destinarsi l’inaugurazione del nuovo aeroporto di Berlino. Collaudo negativo, problemi “antincendio”. Avevano fatto molto più rumore le notizie sui rinvii circa l’apertura del Teatro Dronerese per gli stessi motivi. Da tutti questi scricchiolii e rumori un insegnamento: mai inimicarsi il Dio del Fuoco. E mai fare i conti senza l’oste. Cosa che ha fatto l’amministrazione dronerese “ciccando” probabilmente i termini di disdetta del contratto d’affitto all’attuale gestore del Caffè Teatro. Qualche rumorino alla notizia che la gestione “globale” del complesso, vuoi per presunzione o incompetenza, è slittata a data da destinarsi. Un ulteriore aggravio di spese, comunque si concluda la vicenda, che andranno ad aggiungersi, sempre a carico della comunità, a quelle già esorbitanti sino ad oggi sostenute.

Una notizia col silenziatore è quella che la Soprintendenza alle Belle Arti ha dato parere favorevole. Fa riferimento alla notizia passata sotto silenzio, un religioso silenzio, apparsa sul Bollettino Parrocchiale n° 1 del marzo 2012. Recita testualmente: i progetti di ristrutturazione dell’altar maggiore e del battistero: il primo prevede la rimozione della balaustra antistante lo spazio della celebrazione … e la creazione di un ambone (lett. dal greco: prolungamento. In architettura paleocristiana: tribuna per le allocuzioni) , di una mensa e di una sede marmorei e il prolungamento del pavimento del presbiterio, la seconda l’apposizione dell’acquasantiera, posta attualmente … con la creazione di tre gradini e un modesto prolungamento all’esterno dell’altare citato.I due progetti sono stati presentati alla competente …
Non voglio commentare questa sconvolgente notizia, solamente registrare i decibel, a favore dei fedeli, che mi auguro non siano così fedelmente stolti e i molti droneresi prontissimi a scagliare la pietra per poi nascondere la mano. Non permettere questo insulto all’arte, alla storia, alla comunità intera. Un solo appunto: la Parrocchia era stata classificata dalla stessa Soprintendenza “Monumento Nazionale”; sarebbero più opportuni e logici lavori di “restauro conservativo” e non questi inutili, inutilmente dispendiosi e incoerenti prolungamenti freudiani.

Zero decibel, ovvero nessuna notizia, circa il fatto che in Piazza XX Settembre si siano già “fregati” o rilevati al costo di 1 euro, più della metà dei carrelli spesa messi a disposizione del Comune per lo shopping nell’isola pedonale. Stessa cosa vale per i 20 miliardi di euro spesi dal Governo Italiano nel 2012 per armamenti; solo qualche piccolo accenno agli F35 che di rumore ne fanno per conto loro, oltre il muro del suono.

Per ricordare Mario Blengino

BIM Se ne è andato anche “Mario”, Vicecomandante della 104ª Brigata Garibaldi “Carlo Fissore” di Val Maira

Il 3 dicembre 2012 è morto a Buenos Aires (Républica Argentina) l’antifascista dronerese Mario Blengino, Vice-comandante della 104ª Brigata Garibaldi “Carlo Fissore” lungo i mesi della Resistenza e, nel dopoguerra, imprenditore emigrato in Sud America.
Nato a Dronero il 29 ottobre del 1923 da Lorenzo e da Luigina Scaglione, giovane studente universitario (Facoltà di Veterinaria) e poi caporale nel 2º Reggimento Alpini durante il servizio militare, subito dopo l’8 settembre del 1943 era stato tra i primi a salire in montagna.
Con altri antifascisti droneresi, tra cui ci piace ricordare i fratelli Ernesto e Pietro ( “Diego” e Piero” da partigiani), Mario e Bruno Scaglione “Kid” (padre e figlio), Mario e Michele Giolitto (rispettivamente “Catone” e “Calogero”), Stefano Revelli “Steve”, Antonio Acchiardi “Nini”, Guido Campagno “Giari”, Mario Vorgnano “Cicerone”, Renato Faraudo “Ermes” ed il sottufficiale siciliano Biagio Nigido “Nigido”, a fine settembre Mario aveva contribuito a mettere in piedi ai Nulf, ai Fère e ai Béliard (borgate Nolfo, Ferre e Belliardi) alcune basi di uno dei primi distaccamenti partigiani di Val Maira.
Parte del gruppo, all’epoca non era ancora formalmente “garibaldino”, è ritratto frammisto ad alcuni civili in una fotografia scattata a Lemma (Rossana) il 31 dicembre del ‘43
Mario Blengino è a destra nella fila in piedi, proprio sotto la P della Locanda della Posta
Non conosciamo i dettagli di quell’azione iniziale, ma la fotografia -una immagine apparentemente piuttosto “tranquilla” al punto di comprendere anche il parroco di Lemma- lascia pensare ad una iniziativa felicemente risolta.
Al mese successivo, fine gennaio del 1944, risalgono i primi contatti con i distaccamenti garibaldini della Val Varaita (la futura 181ª Brigata Garibaldi ”Morbiducci”).
I ricordi in verità abbastanza vaghi di altri partigiani delle due valli tenderebbero a datare l’evento un po’ più avanti, diciamo a marzo, ma a collocarlo con esattezza in quel momento è proprio una lunga lettera di “Mario”: spedita da Buenos Aires e datata 10 febbraio 1996, ci ricorda che l’incontro, organizzato anche in virtù dei contatti politici di Mario Scaglione, ebbe luogo ai Béliard alla fine di gennaio.
I garibaldini della Varaita erano rappresentati da uno dei comandanti delle formazioni di “Barbato” (1), Carlo Broccardo “Moretta”, da uno dei commissari (“Mario” non ricorda bene se si trattasse di Ermes Bazzanini “Ezio” piuttosto che del fratello Armando) e dal partigiano Volcherio Savorgnan d’Osoppo “Chopin”, quest’ultimo caduto pochi mesi dopo in combattimento al Ponte di Valcurta: proprio lui, anni prima, era stato compagno ed amico di Blengino quand’erano entrambi convittori al Collegio San Filippo Neri di Lanzo Torinese.
Da quel primo contatto ebbe iniziò il progressivo avvicinamento del gruppo partigiano d’la Rocho (di Roccabruna) alla struttura politico-organizzativa dei Distaccamenti e delle Brigate d’Assalto “Garibaldi” piemontesi. Più avanti sarebbero arrivati in valle consistenti gruppi di volontari fossanesi, saviglianesi e cuneesi; più avanti ancora sarebbero nati i Distaccamenti del Battaglione ausiliario valligiano, fenomeno insolito e pressoché unico nell’insieme della Resistenza cuneese. Ma nel gennaio del ’44 la formazione, già alle prese con le prime azioni armate rivolte in prevalenza all’armamento ed al vettovagliamento, rimaneva sostanzialmente dronerese.
L’adesione del Distaccamento garibaldino della Val Maira (Comandante “Steve”, Vice-comandante “Mario” e primo Commissario politico pro tempore Scaglione padre), alla formazione varaitina venne ufficialmente sancito, dopo il rastrellamento germanico del 25 marzo 1944 quando -mentre si stavano seppellendo i primi caduti- arrivò in Valle quale Commissario Politico il torinese Walter Mandelli “Vanni” (2), un giovane studente di famiglia comunista che, dopo brevissima esperienza nei GAP e poi nelle formazioni garibaldine delle Valli di Lanzo, passa alle formazioni di “Barbato” nelle Valli Po, Infernotto e Luserna prima di raggiungere quelle della Varaita, inviato dal CMRP (Comando Militare Regionale Piemontese).
Il percorso partigiano di “Mario” è quanto più lineare possibile: dapprima capo-squadra nella embrionale struttura organizzativa degli inizi, poi Vice-comandante del Distaccamento garibaldino, è Vicecomandante del Battaglione che viene strutturandosi nei mesi estivi grazie al costante afflusso di volontari; poi dall’autunno del 1944 e fino al dopo Liberazione, è Comandante del Battaglione “Giaccone” e Vice-comandante della 104ª Brigata Garibaldi “Fissore”.
La Brigata nasce ufficialmente in autunno, quando riceve numerazione ed intitolazione definitive e quando il Commissario “Vanni”, che non aveva legato granché con il nucleo fondante di una formazione troppo dronerese, era già una meteora ormai lontana dalla Valle Maira.
Il suo posto era destinato ad essere occupato da un tosto quarantaquattrenne saluzzese originario di Villar San Costanzo, il saggio ed equilibrato Giuseppe Cavallera “Prufe”, poi “Copeco”.
Questi è un partigiano della primissima ora, reduce da un “apprendistato” periglioso e non particolarmente apprezzato nelle bande GL di Val Maira (in cui era arrivato ad essere considerato come un fastidioso e talvolta pericoloso “rompiballe”) e da un altro e più proficuo apprendistato, decisamente più apprezzato, come Commissario politico del Battaglione garibaldino “Giaccone”.
Nel frattempo “Mario” aveva avuto modo, tra luglio e agosto del ’44. di mettersi in luce in più di una circostanza per il coraggio sobrio e poco avventuristico che tutti poi gli riconobbero e che, tra le altre cose, gli sarebbe valso nell’ottobre del 1946 la proposta di una ricompensa, una medaglia d’argento al valor militare (3).
In aprile aveva anche guidato un’altra missione, in apparenza di scarsa risonanza guerrigliera ma di estrema utilità militare: un incarico poi rimasto nei cuori e nei ricordi di tutti coloro che vi presero parte: il recupero delle armi di ogni tipo, ma in particolare di armi un po’ più pesanti (mitragliatrici, fucili mitragliatori, munizioni, mortai d’assalto Brixia da 45 mm e persino un mortaio da 81 mm) dalle fortificazioni del cosiddetto Vallo Alpino ai confini con la Francia, su su nel vallone di Charvéto (Chialvetta), ai forti dell’Escalún e dell’Escaléto.
Nella circostanza, coadiuvati da un mulo di incerta origine (non sappiamo se precettato in valle o proveniente dall’ex Regio Esercito), erano con lui Bartolomeo Bruna Rosso “Franco” (di Chialvetta, futuro comandante della 177ª Brigata Garibaldi “Barale” operante tra bovesano e borgarino), Agostino Degiovanni “Riga”, Ermanno Giorsetti “Manno”, Giuseppe Marinetti “Pepi” (di Racconigi), Basilio Poetto “Baci”, Eligio Simondi “Gina” e qualche altro di cui sfugge il nome.
Poi, dopo tante altre vicende, molte delle quali luttuose e dopo il lungo e durissimo inverno 1944-45, giunsero la fine della 2ª Guerra mondiale e le tumultuose giornate della Liberazione. Alla festa grande d’aprile seguirono -quasi un brutto risveglio- i giorni del difficile reinserimento in una società che stava cambiando e che non sembrava molto propensa a riservare ai partigiani combattenti un trattamento grato e di favore.
Riemersero diffidenze solo in apparenza sopite e disparità di trattamento, umilianti ma non dissimili da quelle che, a guerra in corso, la miopia degli Alleati aveva riservato alla formazioni ritenute rosse: diffidenza e pochi, stentati aviolanci allora, diffidenza e poco lavoro dopo. Molti, troppi partigiani, figli e nipoti di antichi emigranti, si videro costretti all’espatrio; ciò successe anche ad alcuni dei non molti studenti che avevano combattuto nelle file garibaldine. Così fu anche per “Mario” che, dopo un tentativo di riprendere gli studi in Veterinaria, prese la via del Sud-America.
Certo, di tanto in tanto tornava, com’è successo a quasi tutti gli emigranti, ed ogni volta si ricreava quel certo clima che coinvolgeva soprattutto i “suoi” partigiani, quelli del “suo” battaglione e della Squadra volante. Per molti anni furono soltanto ricordi coltivati in allegria e dovette passare molto tempo prima che i ricordi, all’inizio degli anni’90, arrivassero ad assumere la valenza di una testimonianza utile a ricostruire tutta la complessa vicenda della formazione garibaldini.
Benché lontano ed a dispetto dei capricci della memoria, a quel testimoniare ed a quel ricostruire ebbe modo di partecipare anche il comandante “Mario”: conservo una sua lunga lettera in cui, oltre che rispondere a domande sui Commissari politici della 104ª Brigata, indica date, luoghi, eventi e persone che ne hanno fatto la storia, una storia che attende ancora di esser scritta se non altro per ricordare tutti quelli che come “Mario” se ne sono andati, ma che meritano ricordo e riconoscenza di chi è rimasto, perché hanno combattuto per la Libertà di tutti, per un mondo migliore e per la democrazia, un bene che oggi non tutti sanno apprezzare nella giusta misura.
Buon viaggio!

Gianpaolo Giordana

(1) Pompeo Colajanni “Nicola Barbato” (nato a Caltanissetta il 4 gennaio 1906 – deceduto a Palermo l’8 dicembre 1987). Siciliano, militante comunista ed ufficiale del Nizza Cavalleria nel Pinerolese, subito dopo l’8 settembre del ’43 sale in montagna con altri ufficiali e soldati del suo reparto e stabilisce le proprie basi a monte di Barge, sul Montoso, nelle Valle del Po e Luserna e nella pianura tra il Pellice e il Po. In contatto con la Federazione torinese (e con compagni come Ludovico Geymonat, Antonio Giolitti e un buon numero di dirigenti giunti da Torino tra i quali “Pietro” Comollo, “Mirko” Guaita, Dante Conte ed altri), riesce a dar vita ad una formazione garibaldina nel Cuneese le cui successive “filiazioni” assicureranno la presenza di formazioni Garibaldine tra il Po ed il bove san e nelle Langhe.

(2) Walter Mandelli “Vanni” nasce a Torino nel 1922 da Giovanni, emigrato brianzolo di origine contadina divenuto operaio fonditore e poi imprenditore, e da Giovanna Ardissone, una torinese progressista, iscritta al PCdI fin dalle origini e considerata dal Partito un punto d’appoggio imprescindibile per tutti gli anni del fascismo e della clandestinità. Il figlio è stato imprenditore, dirigente dell’Amma, di Federmeccanica e della Confindustria,ma anche militante antifascista e dirigente della Resistenza in Piemonte.

(3) La proposta di concessione della Medaglia d’Argento era stata presentata il 17 ottobre 1946
con tre firme prestigiose: quelle del Comandante della 104ª Brigata Garibaldi “Fissore” Stefano Revelli “Steve”e di due “vecchi” perseguitati antifascisti, il Commissario politico della XIª Divisione Garibaldi Cuneo” Ermes Bazzanini “Ezio” e il Commissario politico della Vª Zona partigiana cuneese, l’ ordinovista torinese e partigiano garibaldino Gustavo Comollo “Pietro”.

Sant’Eligio, tradizione che continua

BIM Successo e novità nell’edizione 2012

La 369ª edizione della festa del patrono dei fabbri e dei lavoratori del metallo, ha destato molti consensi in tutta la città. Iniziata venerdì 23 novembre, con una grande gara alla belotte presso il bar Jack, la manifestazione è proseguita nel fine settimana successivo con la visita delle scuole, venerdì 30 novembre, all’azienda Falci e alla scuola professionale AFP di Dronero, per mezzo di servizio navette.
Sabato 1° dicembre, presso la sala d’onore del Consiglio comunale è stato presentato il libro di Piero Benedetto e Sergio Garino “Storia di Dronero a fumetti”, edito da Araba Fenice e con la prefazione del dr. Carlo Romeo.
Alle 14,30 dimostrazione ed esposizione di lavorazioni artigianali di orafi, maniscalchi, fabbri coniatori di monete, lavorazioni damascate, coltellinai , ferro battuto, ecc. Tutto si è svolto nelle vie del centro storico da via Roma, alla piazzetta San Sebastiano, fino a piazza Martiri e l’adiacente ala del Teatro.
Con l’esposizione artistica sotto il Foro frumentario “Falci affilate su spighe dorate” hanno partecipato i bambini delle classi 3A e 3B della scuola primaria di Piazza Marconi. Sempre sul fronte artistico il concorso di pittura “Aria, acqua, fuoco e ritmo” con esposizione sotto l’ala del Teatro mentre in via Roma brillavano le fotografie di “Fotoslow Valle Maira”. Possibile la visita al laboratorio della tipografia Messaggerie Subalpine, alla Confraternita del Gonfalone e al Mulino della Riviera di Cavanna.
Nel denso pomeriggio, alle 16, l’inaugurazione della mostra “Giovanni Giolitti nella satira politica” presso il Centro Giolitti di via XXV Aprile. Più tardi, tra le 16,30 e le 18, sotto l’ala del Teatro, esecuzioni di brani musicali da parte degli allievi del Civico Istituto musicale di Dronero, coordinati da Rosmarie Braendle.
Domenica 2 dicembre il clou della festa . Dalle 10 in avanti riapertura delle esposizioni e lavorazione del metallo degli artigiani provenienti da Bienno (BS) e altri vari specialisti del settore. Nello stesso tempo, ritrovo presso il Bar Jack e colazione a tutti i partecipanti del tradizionale corteo che è proseguito, con l’accompagnamento della Banda musicale San Luigi, verso la Casa della Divina Provvidenza , poi in via Roma, giungendo infine sul piazzale della parrocchiale SS: Andrea e Ponzio. Alle 11 è stata celebrata dall’arciprete don Graziano la messa solenne in onore si S. Eligio con l’accompagnamento della cantoria S. Cecilia. Al termine, benedizione delle pergamene.
Alle 12,30, gran buffet presso l’ex Tripoli in via Roma, preparata con cura dal “Cabaret sull’aia”. Sistemate nel locale le pergamene benedette, il vice rettore Luigi Abello ha dato il benvenuto a tutti i commensali (126 addetti cui si sono aggiunte altre 32 persone tra artisti, forgiatori, autorità politiche, religiose e istituzionali) e rivolto loro l’augurio di buon appetito. Oltre ai numerosi addetti del settore metallurgico, erano presenti il sindaco di Dronero, Livio Acchiardi, l’ass. Maurizio Bagnaschi, il presidente della BCC di Caraglio Livio Tomatis e il consigliere Roberto Aimar, il direttore della Banca popolare di Novara Boano, il presidente Falci SpA Carlo Pedretti, il presidente di zona degli Artigiani Giorgio Verutti e il presidente provinciale Confartigianato Domenico Massimino, il direttore generale dell’AFP Ingrid Brizio, il presidente della Proloco Luca Bertaina, il presidente commercianti ed esercenti di Dronero Chiara “Tessuti”, il direttore della Bitron Paolo Bordone, i pensionati Anap di Confartigianato e le confraternite di S. Eligio di Fossano, Saluzzo, Caraglio e, per la prima volta, quella di Tenda con il direttivo formato da Dominique Dalmasso (presidente), François Galvagno (vice), Marcel Oberto Ponsardin (segretario) e Aldo Guasta con le rispettive mogli Lucienne Olivari e Marylene Dalmasso.
Durante il pranzo sono stati consegnati i premi per Fedeltà al lavoro, con oltre 35 anni di attività nel settore metalmeccanico.
Domenico Massimino e Giorgio Verutti hanno premiato l’unico artigiano per il 2012, Walter Chiotti. Il direttore della Bitron Paolo Bordone ha premiato i suoi dipendenti Giovanni Azzalin, Sergio Belliardo e Aldo Rinaudo. Il presidente Falci Srl. Carlo Pedretti ha premiato i dipendenti Sergio Declementi, Francesco Marchese, Livio Vercellone, Ezio Ramonda e Giovanni Belfort mentre la Guardasigilli Annalisa Simondi ha consegnato il premio ad Arianno Allione, dipendente Merlo SpA di S. Defendente Cervasca.
Alle ore 17,30 esibizione del Piccolo Coro dell’Associazione Familiae, diretto da Claudia Ribero nel palazzetto della Casa della Divina Provvidenza con recita dei bambini delle classi 5A, 5B, 3A e 3B della primaria di Piazza Marconi: “Storia delle Falci e i sant en Paradis”.
Per concludere, alle 18,30, premiazione del concorso di pittura “Aria, acqua, fuoco e ritmo” presso la zona espositiva sotto l’ala del Teatro.
Per tornare al pranzo sociale, una coppa è toccata alla nutrita delegazione degli amici di Tenda, una alla Dronero Carpenterie per la numerosa presenza di associati e una al nucleo famigliare più numeroso presente, quello della famiglia di Aurelio Olivero di Lottano.
Dopo i consueti e più che mai opportuni auguri di un 2013 migliore, con relative strette di mano e pacche sulle spalle, l’Associazione Sant’Eligio con il rettore Sergio Gatto, il vice Luigi Abello, la madrina Bianca Rovera, il guardasigilli Annalisa Simondi e la segretaria Ornella Marino porge un sentito ringraziamento all’Amministrazione comunale, con il suo assessore factotum Maurizio Bagnaschi, alla BCC di Caraglio, Fondazione CRC di Cuneo, Banca Popolare di Novara, Falci Srl., Bitron SpA, Dronero Carpenterie, ditta Olagnero Roccabruna, G. Sport Villar S. Costanzo, AFP Dronero, Impastatrici Bernardi, ditta Romano Ceaglio. Si ringraziano inoltre tutte le ditte e gli artigiani di Dronero (con relative frazioni), Villar San Costanzo e Roccabruna, siano essi meccanici, fabbri, idraulici o carrozzieri, l’artigiano caragliese Lorenzo Parola, i commercianti di via Roma e Fotoslow Valmaira curato da Roberto Beltramo.
Un grazie, infine, alla direzione Falci Srl, alla guardasigilli Annalisa Simondi per il suo costante interessamento nell’organizzazione e nel seguire l’intensa due giorni dronerese, a tutti i simpatizzanti, a coloro che ci hanno onorato con la presenza al pranzo sociale e a chi, a vario titolo, si è adoperato per l’ottima riuscita della manifestazione in onore del nostro santo patrono.
Direttivo S. Eligio 2012

Supera il milione il bilancio del B.I.M.

BIM Devolute a comuni e Associazioni gli introiti per le risorse idriche

L’assemblea del Bacino imbrifero montano (Bim) delle valli Maira e Grana ha approvato il bilancio, che pareggia a 1.054.407 euro. I proventi derivanti dalle concessioni per lo sfruttamento delle risorse idriche saranno suddivisi e distribuiti a Comuni e Associazioni del territorio.
La quota più consistente sarà quella del contributo straordinario di 100 mila euro concesso al Consorzio socio assistenziale valli Grana e Maira (che ha denunciato più molte nei mesi scorsi la carenza di fondi dovuta alla mancata erogazione di risorse regionali e la conseguente difficoltà ad erogare i servizi di competenza).
Alle 22 Amministrazioni comunali delle due valli andranno complessivamente 775.254 euro e saranno suddivisi come segue. In valle Maira: a Busca 25.323 euro, a Villar San Costanzo e Roccabruna 33.609 ciascuno, a Dronero 32.991, a Cartignano, Macra, Celle Macra, Stroppo, Elva e Prazzo 40.542 euro, a San Damiano, Marmora, Canosio e Acceglio 43.391.
In Valle Grana: a Cervasca, Bernezzo e Caraglio 23.102 euro ciascuno, 32.720 a Montemale, Valgrana, Monterosso Grana, Pradleves e Castelmagno.
Poco meno di 192.000 euro circa saranno assegnati per interventi di solidarietà ad Enti e Associazioni dei due territori. In Valle Maira un totale di 142 mila euro, così ripartiti: 58.000 al Convitto di Stroppo, 7.000 alla Cooperativa il Laboratorio, 7.000 allo Sci Club, 15.000 alla piscina di Roccabruna, 20.000 alla Casa di Riposo di San Damiano, 20.000 alla Residenza Anziani di Stroppo, 6.723 all’Asilo di San Damiano, 4.000 all’Istituto Comprensivo e alla Direzione Didattica di Dronero.
La quota spettante alla Valle Grana, in totale 50.168 euro, sarà suddivisa in quote di 6.271 euro per ciascuno degli otto Comuni che ne fanno parte.

Intervista a Carlo Pedretti patron delle Falci

Pedretti-FALCI Incontriamo l’Amministratore Delegato delle Falci Srl, Carlo Pedretti, un mattino alle 8, nelle aziende metalmeccaniche la giornata incomincia presto. Ci riceve nella Sala Riunioni, tappezzata con i vari modelli di falci prodotti, la porta d’ingresso, con il logo FRF impresso nel vetro satinato, porta benissimo tutti gli anni che dimostra. Induce un senso di solidità e di sicurezza.

Pedretti è nato e vive in Vallecamonica, ha la parlata calma e pacata propria della sua gente, ottima razza di lavoratori ed imprenditori, gente che parla poco, lavora molto e sa guardare lontano.
Dobbiamo a loro il fatto che la storica impresa Fabbriche Riunite Falci sia ancora in vita. Parte da qui la nostra chiaccherata, dalla situazione disperata in cui le Fabbriche Riunite Falci si trovavano. Dice Pedretti “L’azienda era finita, una nave senza timone, persino il marchio Falci era stato abbandonato. Pensate quale lungimiranza nell’abbandonare un marchio storico, conosciuto in Italia e nel mondo. Il Gruppo Calvi invece ci ha creduto, ha conosciuto le maestranze, le loro capacità e l’attaccamento all’antico lavoro del forgiatore e ha deciso di rilanciare l’azienda. In alternativa era già pronto il piano per demolire tutto ed edificare un po’ di villette.”
Il discorso si sposta sullo stato dell’azienda. “Le Falci, trasformate in Srl, si occupano di forgiatura e laminazione, la divisione stufe, l’Arce, non fa parte dell’azienda e quindi il suo stato di crisi non ha nessuna conseguenza diretta per le Falci. Dopo anni di intenso lavoro l’azienda, che fattura circa 9 milioni di euro ed occupa circa 70 dipendenti, è stata portata in pareggio e già dal 2013 riprenderanno gli investimenti. La forgiatura produce falci e falciole che non solo hanno mercato, ma che vengono ricercate in virtù della loro qualità frutto di una lavorazione che sa coniugare il nuovo con l’antica arte dei fabbri forgiatori. Per spiegare che cosa intendo per “mercato che le cerca” ricordo il caso di un cliente toscano, di Massa Carrara, che si rivolse a diverse ferramenta per comprare 50 falciole Falci Dronero. Non riuscì a trovarle, così se ne andò fino a Genova a comprarle direttamente dal nostro rappresentante. Immaginate con quel costi. Il marchio è noto in Italia e nel mondo dove va il 70% della nostra produzione, SudAmerica, Messico, Nord Africa, Iran, Canada S. Uniti, Belgio Olanda, Francia,mentre si sono avviate ricerche di mercato in Danimarca, Russia, Slovacchia e Repubblica Ceca.
La laminazione produce laminati speciali molto apprezzati per alcune caratteristiche tecniche che li rende quasi unici. Lo studio del profilo e la costruzione degli attrezzaggi necessari sono realizzati in azienda grazie alle alte competenze tecniche della storica “officina” termine che alle Falci assume un significato tutto speciale. La maggiore azienda tedesca produttrice di cerchioni per autocarri utilizza profilati Falci”.
A questo punto la domanda d’obbligo riguarda gli sviluppi “Nella forgiatura gli investimenti saranno rivolti al miglioramento dell’efficienza del ciclo produttivo al fine di aumentarne la flessibilità riducendo alcuni passaggi, all’ulteriore sviluppo di stampi che ci hanno permesso di avviare la produzione di badili in alluminio, articolo con cui siamo entrati nei mercati Belgio-Olanda-Lussemburgo). In particolare sta avendo un notevole successo sul mercato della Russia una pala speciale per forni da pizza. A tutto questo si aggiunge un potenziamento degli uffici commerciali Estero e Italia. Nella laminazione si passerà alla costruzione della quarta gabbia, sulla cui necessità si discuteva da tanto tempo, con l’obiettivo di rendere più flessibile la produzione”.

Durante tutta la nostra chiaccherata più volte emerge la grande stima per la professionalità e la passione dei lavoratori Falci. Poichè Pedretti è persona molto cauta e misurata la cosa ci incuriosisce, approfondiamo meglio. Dice Pedretti “Le persone che lavorano il ferro hanno un rapporto particolare con questa materia prima, così dura da lavorare, alla fine è quasi la materia a forgiare la persona. Nasce così un profondo amore per la propria professione che va molto oltre il dovuto. Una sorta di passione che rimane e che ora cercheremo di tramandare meglio attraverso opportuni corsi di formazione che stiamo progettando insieme all’Azienda di Formazione Professionale di Dronero. Perchè è proprio da questa passione che nasce l’altissima qualità del prodotto Falci. Pensate che durante le visite che organizziamo nella fabbrica non è raro sentire gli anziani uscirsene con l’affermazione “purtroppo sono andato in pensione” e questo la dice lunga sul rapporto viscerale che si crea nel tempo tra il lavoratore e le Falci”.

Chiudiamo il nostro incontro con una vigorosa stretta di mano, anche se intorno è ancora buio la giornata è piena di impegni ed il lavoro non può aspettare. E’ stato un vero piacere sentire quanto vi abbiamo raccontato, l’azienda è rinata, è solida e pensa al futuro, e questa è una gran bella notizia da mandare in stampa.

Luigi Abello – Massimo Monetti

Il Teatro

Angelo Brofferio Martedì 27 novembre la commissione di vigilanza ha dato il via libera alla riapertura al pubblico del teatro Iris.

Per l’Amministrazione dronerese si pone ora il problema della futura gestione del cinema. Al bando indetto per l’individuazione di un gestore ha partecipato solamente Remo Conte, ex presidente della Pro loco e titolare dell’omonimo bar gelateria in via Montemale.
Tutto a posto, quindi?
No, perché, stando alle notizie diffuse dall’esecutivo dronerese, l’affidamento definitivo è stato bloccato da un esposto presentato dalla famiglia Galliano che dal 1981 gestisce lo storico caffè Teatro. Con l’eventuale affidamento congiunto di cinema, bar e alloggio attiguo al locale pubblico al vincitore del bando, Walter Galliano e la moglie Monica Mattalia si troverebbero, dopo oltre 20 anni di attività, con un pugno di mosche.

Elleci

Trasparenza

il futuro siamo noi Continua la saga, ma questa volta con una novità. Ci scrive un nostro lettore segnalando un sito del Governo Italiano – Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione (http://www.magellano
pa.it/bussola/default.aspx) dove è possibile verificare la conformità di un sito web di una pubblica amministrazione, per esempio un Comune, ai contenuti minimi definiti nelle linee guida dei siti web PA del 2010 o del 2011.

I requisiti minimi sono sintetizzati in 42 punti, una volta inserito l’indirizzo del sito del comune, dopo una breve elaborazione, viene presentato a video il risultato, vale a dire una bella faccina rossa/gialla/verde per indicare il grado di conformità a ciascuna delle voci specifiche. Faccia rossa, voce assente, faccia gialla, così così, faccia verde, tutto ok.
Il sito del Comune di Dronero ha totalizzato 37 facce rosse, 4 gialle e solo 1 verde, cioè a essere magnanimi sono soddisfatti solo 5 dei 42 punti costituenti i requisiti minimi a cui dovrebbe essere conforme il sito di un Comune della Repubblica Italiana. Se si considera che il sito è nuovo di zecca qualche perplessità su come vengono gestiti i soldi dei contribuenti è d’obbligo.
Increduli abbiamo fatto la stessa prova con il sito di un Comune vicino di casa, Busca, risultato 42 facce verdi, cioè tutti i requisiti minimi rispettati.
Vi invitiamo a fare il test per verificare di persona, così da rendervi conto di quali siano i “requisiti minimi” che un sito comunale deve rispettare, ne riprendiamo alcuni :
· Presenza curricula e retribuzioni di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo
· Presenza dell’ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l’ammontare dei premi effettivamente distribuiti
· Presenza nella sezione Trasparenza Valutazione e merito del link Dati relativi a incarichi e consulenze
· Presenza dei dati concernenti consorzi, enti e società di cui le pubbliche amministrazioni facciano parte,con indicazione, in caso di società, della relativa quota di partecipazione, nonché dati concernenti l’esternalizzazione di servizi e attività anche per il tramite di convenzioni
· Presenza dell’elenco dei bandi di gara
· Presenza dei bilanci

Chiudiamo prendendo a prestito il commento del nostro lettore “ E’ un vero disastro!!! Scusate lo sfogo ma sono rimasta veramente delusa… altri sprechi, altri soldi spesi inutilmente….sito appena fatto che non vale niente.. ma com’è possibile?? ”.
Continua
Massimo Monetti

Unione di Comuni

il futuro siamo noi Insanabile la frattura tra gli amministratori dei centri di fondovalle e quelli dei Comuni montani, in essere già da alcuni anni. Nell’ultima conferenza dei sindaci, a cui ha partecipato anche Sergio Foà, professore di diritto amministrativo all’Università di Torino, i primi hanno bocciato l’idea di un’Unione dei Comuni che sarebbe dovuta nascere sulle ceneri della Comunità montana Valli Grana e Maira, che cesserà di esistere a marzo del 2013.

Ad opporsi al progetto prospettato da Roberto Colombero, presidente dell’ente montano, sono stati i rappresentanti di Dronero, Caraglio e Busca, mentre quelli di Villar San Costanzo, Roccabruna, Cartignano e Bernezzo hanno preferito prendere ancora un po’ di tempo per decidere.
“Si sono opposti per questioni di carattere economico – spiega Colombero – abbiamo perso un’occasione e in questo modo diciamo addio ad una centenaria storia di comunità di Valle”.
“Ci siamo trovati di fronte a due ordini di questioni. – spiega il sindaco di Dronero Livio Acchiardi – In primo luogo Dronero non ha l’obbligo di associare i servizi, d’altra parte volevamo essere solidali con gli altri Comuni nell’interesse del territorio. Purtroppo, non saremmo stati in grado di sostenere il nuovo esborso economico. Si potrebbe poi valutare, in futuro, alcune convenzioni con l’Unione”.
Sulla stessa linea di pensiero anche il capogruppo della minoranza di Progetto Dronero Giampiero Belliardo che Colombero si è detto disponibile ad incontrare, insieme ai componenti di tutti i Consigli comunali della Valle Maira per discutere del progetto del nuovo ente.
“L’orientamento era quello di non entrare inizialmente nell’Unione, per vedere come si evolve la situazione – dice – ed evitare di essere troppo vincolati, con i numerosi problemi che ne seguirebbero”.
Lo scenario che attende la Comunità montana è, adesso, quello del commissariamento, con tutte le problematiche che questo concerne, anche per i dipendenti. Successivamente, sarà costituita una “mini” Unione formata dai Comuni a monte di San Damiano Macra in Valle Maira e da Valgrana in su in Valle Grana che raggrupperà, in totale, circa 3400 persone.
“Chi vuole può ancora cambiare idea – dice ancora Colombero – comunque non chiederemo l’elemosina a nessuno”.

Luca Chiapale